Liberi, forti e… registrati: blindato il brand del centrodestra Mario free

L'ex sindaco di Cassino registra il brand Liberi & Forti. E riunisce a cena il centrodestra che non si riconosce in Mario Abbruzzese. Il freddo di Leone. Nessuna novità sul Congresso Pd

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Mentre il Pd di Cassino prova a discutere timidamente di Congresso, nel Centrodestra le strategie si studiano intorno al tavolo. E all’indomani di una recente cena del gruppo “Liberi e Forti”, l’associazione è stata registrata ufficialmente.

Più di qualcuno in questi due anni avrà pensato che l’associazione “Liberi & Forti” avesse subito una battuta di arresto, credendo erroneamente che quei principi sui quali ci siamo sempre confrontati, nel tempo sì fossero sbiaditi, ma evidentemente non è così.
Con la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, il 4 novembre abbiamo dato ufficialità al nostro movimento
”. L’associazione toglie spazio ai dubbi.

Il guanto di sfida

Carlo Maria D’Alessandro

Individuate anche le cariche: Emilia Ferraro presidente, Fabrizio Lena vicepresidente e Laura Liguori segretario. Ma il vero regista dell’operazione è l’ex sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro. Che nella foto opportunity diramata insieme al comunicato ha voluto anche il consigliere comunale Franco Evangelista: già capogruppo della Lega, ora tesserato con FdI seppur indipendente in Consiglio comunale, ma soprattutto primo degli eletti del Centrodestra alle ultime amministrative.

Un chiaro guanto di sfida lanciato all’ “altro centrodestra”, quello che vede alla regia Mario Abbruzzese, al cui tavolo siedono tutti i dirigenti locali dei Partiti.

Come si legge, dunque, la mossa di Carlo Maria D’Alessandro? Semplice. Dice a Mario Abbruzzese: tu hai i quadri dirigenti, ma io ho i voti. Anche la leghista Michelina Bevilacqua e la forzista Francesca Calvani fanno infatti squadra con l’ex sindaco. E Carlo Maria ora che inizia il Secondo Tempo dell’amministrazione cittadina intende far crescere la sua componente per far capire al Centrodestra di Abbruzzese e Benedetto Leone che con loro dovranno necessariamente dialogare.

La distanza di Benedetto

Benedetto Leone

Benedetto Leone è stato tra i soci fondatori di Liberi e Forti. Oggi ne prende le distanze: “Dispiace quando la linea politica è rincorrere per forza il proprio passato. La politica invece ti insegna a dimenticare presto e a costruire, a guardare avanti. “Liberi e Forti” è nata con l’intento di ricostruire un’area di Centrodestra”. E poi che è successo? “Poi c’è stata la deriva sulle ricerche delle responsabilità del passato: da quel momento non mi sono ritrovato più con Liberi e Forti.

Tuttavia Carlo Maria D’Alessandro non sembra dispiaciuto più di tanto dell’addio del suo braccio destro. Ha trovato nuovi compagni di viaggio: molti esponenti della società civile, tra cui l’avvocato Lino Pulga. All’appello mancano però anche gli ex consiglieri Carmine Di Mambro e Angelo Panaccione che invece avevano un ruolo di primo piano nella prima versione dell’associazione.

Adesso nasce una sorta di “Liberi e Forti 2.0” e i promotori spiegano: “Il nostro è un progetto ambizioso, perché supera le logiche del passato, quelle che sono legate agli intrighi o agli inciuci di Palazzo, a cui preferiamo il confronto vero, serio, franco, anche duro ma chiaro con i cittadini, che sono il vero interlocutore del nostro movimento”.

E indirettamente replicano a Leone, affinché Abbruzzese intenda. “Non abbiamo specchietti retrovisori, e non ci interessano i recinti e gli steccati, perché li vediamo come delle limitazioni; preferiamo essere aperti al confronto, al dialogo, senza mai perdere di vista quelli che sono i nostri capisaldi. Per questo abbiamo scelto come logo la libertà del volo dei gabbiani nel cielo azzurro che sovrasta la roccaforte della città, la Rocca Janula”.

Congresso? Niente da segnalare

Luca Fardelli tra Romeo Fionda e Gino Ranaldi

Rien à signaler scrivevano con metivolosa precisione sul giornale di bordo i marinai imbarcati sul cargo Solea, attraccato da troppo tempo in un indefinito porto del Mediterraneo. È un’opera scritta a quattro mani da scritto a quattro mani da Fabio Beccacini e Simone Gandolfo. Storia di vite perdute, sfigurate nell’animo, stuprate da una realtà senza via d’uscita.

Con meno poesia, Romeo Fionda, commissario del Pd cittadino da un tempo indefinito, annota sul brogliaccio del Partito: nulla di nuovo sul Congresso. Ad esplicita domanda su che fine abbia fatto il discorso, il commissario si limita a rispondere: “Procede”.

Non si capisce però, in quale direzione. E probabilmente non lo sanno neanche loro!