L’ideatore boccia l’Altra Italia: «È troppo tardi, non può funzionare, tutto è cambiato»

Il progetto centrista de L'Altra Italia venne messo a punto un anno fa dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Ma poi se ne fece più nulla. E il sindaco se ne andò sbattendo la porta. "Oggi è troppo tardi, tutto è cambiato, il nostro elettorato è già andato via".

«Troppo tardi, adesso è inutile: come chiudere il recinto quando tutto ciò che c’era di valore all’interno se n’è andato via»: Nicola Ottaviani non è arrabbiato. Ma deluso. «È stata persa un’occasione irripetibile, in un anno le condizioni sono cambiate, il Paese è cambiato, l’orizzonte politico è cambiato. Cosa vogliono fare più adesso?». È tutto suo il progetto annunciato da Silvio Berlusconi con la svolta de L’Altra Italia. (leggi qui Il Berlusconi disperato che “riciccia” l’Altra Italia. Ma è troppo tardi).

Lo aveva messo a punto un anno fa il sindaco di Frosinone, al termine di dieci mesi di lavoro. «Il presidente Berlusconi era d’accordo su tutto, commissionammo sondaggi, facemmo sviluppare studi: è tutto vero quello che avete scritto un anno fa». (leggi qui Forza Italia addio: nasce L’Altra Italia di Berlusconi e parte da Frosinone).

Il presidente seguiva da vicino quel progetto o gliene riferivano? «Lo seguiva in prima persona. Al punto che venimmo convocati più volte ad Arcore, tutto si svolse in perfetta e totale sintonia con Antonio Tajani. Fu il presidente Berlusconi a chiederci di effettuare i sondaggi e gli studi. Che pagammo noi. Un anno di lavoro, a cui abbiamo contribuito con nostre risorse personali e private».

All’epoca era tutto pronto per dare l’annuncio. Poi arrivò il contrordine. leggi qui Contrordine compagni, Berlusconi non fa più il nuovo Partito). A Fiuggi doveva esserci un possibile ripensamento: invece se ne fece niente. Ci fu lo scontro frontale tra Ottaviani e parte del Cerchio Magico. (leggi qui Le randellate di Ottaviani sul Re nudo). Il sindaco prese cappello e salì sulpalco della Lega. (leggi qui Nicola Ottaviani sale sul palco della Lega: per mandare in soffitta Forza Italia).

Perché non se ne fece più niente? «Il cerchio magico avrebbe perso tutto il suo potere. Il Partito sarebbe tornato nelle mani della gente e di chi ha il consenso e la legittimazione. Un cerchio magico che oggi si ripropone con un vigore diverso che è quello tipico degli accoliti di Villa Letizia: un circolo delle soubrette attempate per il trionfo della cipria.».

Perché quello che un anno fa andava bene oggi non può funzionare? «Quella era la stagione giusta per fare quel tipo di rivoluzione, venivamo da un risultato elettorale che ci legittimava. Occorreva un rinnovamento ed un cambio di uomini, una diversa declinazione del Partito affinché ritrovasse i valori delle sue origini».

Oggi invece? «C’è una conformazione diversa del centrodestra. Oggi non si può prescindere dalla leadership conquistata sul campo da Matteo Salvini. Che piaccia o no, ha lo stesso mertio che ebbe Berlusconi nel ’92, ossia quello di avere evitato una deriva a sinistra. O ancora più oggi, una deriva verso il Cinque Stelle».

Qualcuno dovrebbe recitare il mea culpa? «Credo che quelli che hanno impedito a Silvio Berlusconi la vera svolta democratica un anno fa, con le Primarie ed il rinnovamento della classe dirigente dal basso, avranno tempo oggi per battersi il petto. Magari anche in chiesa ma non li perdonerà nessuno».

Ciacciarelli, cose ormai sorpassate

La svolta di Silvio Berlusconi viene bocciata anche dal gruppo del Lazio che ha deciso di seguire la proposta di Giovanni Toti.

Il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli spiega di «non riuscire a vedere quale novità ci sia ne L’Altra Italia. Non c’è traccia di Primarie aperte, non c’è alcun rinnovamento sostanziale non si parla di cambiamento della classe dirigente fatto dal basso e sulla base dei voti, non si garantisce che non ci saranno paracadutati. Mi sembra di capire che Forza Italia resta cosi’ com’è».

Pasquale Ciacciarelli ha una rotta precisa in mente ed è quella che passa per il centrodestra unito con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Invece la nuova rotta berlusconiana è più centrista: «Chi ha il polso della situazione siamo noi che veniamo eletti o bocciati attraverso le preferenze, sono i sindaci. E decine di sindaci ogni giorno abbandonano il nostro campo. Questo de L’Altra Italia non è cambiamento ma solo una passata di cipria. L’ennesima. Noi vogliamo cambiamento vero».

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