L’immondizia non puzza: lo scivolone dei politici su Colfelice

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Cesare Fardelli, storico presidente della Saf, non voleva parlarci di questioni tecniche: «Ambientalisti, politici e cittadini per me possono venire a visitare lo stabilimento quando vogliono: ma se mi debbo confrontare con qualcuno pretendo che quantomeno sia in grado di capire le cose di cui parliamo». Crocefisso sui palchi dei comizi, fustigato sulle pagine dei giornali, puntualmente veniva assolto nelle aule dei tribunali: cioè dove i consulenti tecnici scelti dai magistrati esaminavano i dati dell’impianto di Colfelice, lo stabilimento che appartiene ai Comuni della provincia di Frosinone e dove le immondizie vengono lavorate e trasformate in combustibile. Lo stesso percorso ora sta iniziando a sperimentarlo il suo successore Mauro Vicano.

Complice la campagna elettorale e la poca conoscenza della materia, da giorni si sta sostenendo che i rifiuti in arrivo a Colfelice puzzano così tanto da dover sospendere la produzione e portarli a Viterbo (leggi qui il precedente). leggi qui il precedente

Le cose non stanno così. Sindaci, ex politici, e politici aspiranti sono incappati in uno scivolone. Hanno scambiato l’indice respirometrico per il livello di cattivo odore dell’immondizia. Non è così. L’indice respirometrico è la scala che misura quanto un rifiuto sia ‘secco’ e quanto sia ‘fresco’. Per andare più sul tecnico: è la misura della domanda biologica di ossigeno da parte di una biomassa. Insomma: quanto ossigeno consuma una sostanza, perché più ne consuma e più è fresca, in quanto sta svolgendo il suo naturale processo di decomposizione; meno ne consuma e più si è seccata. Esistono vari metodi analitici respirometrici: sono basati sulla determinazione della quantità di anidride carbonica prodotta o sulla determinazione della quantità di ossigeno consumato durante il processo.

La puzza non c’entra niente.

Cosa è accaduto a Colfelice? Ogni giorno vengono effettuate decine di controlli, sia sui materiali lavorati e trasformati in combustibile con cui generare energia elettrica, sia sui materiali di scarto destinati alla vicina discarica Mad di Roccasecca. Nel corso di questi controlli, un dato relativo all’indice respirometrico’ di un campione è risultato fuori scala: troppo fresco, poco essiccato per finire in discarica dove invece può entrare solo materiale ormai inerte.

Tutti gli altri campioni invece sono risultati nella norma. Ma per prudenza è stato deciso di bloccare la lavorazione in attesa dei test di verifica. Per evitare problemi è stato deciso di portare le immondizie a Viterbo.

Il metodo Fardelli ha lasciato a Colfelice un impianto che funziona alla perfezione: a dirlo sono stati i carabinieri del Nas, un prefetto commissario per l’emergenza rifiuti a Roma ed un ministero della Repubblica che ha disposto l’invio a Colfelice (a pagamento) dei rifiuti romani per la loro lavorazione. Il metodo Vicano forse funzionerà in maniera ancora migliore: ma un minimo di chiarezza, con una nota su carta intestata?