L’imperativo di Mario: “Fermate la guerra con Carlo Maria”

L'incontro tra Mario Abbruzzese e Benedetto Leone. Per bloccare l'offensiva di Carlo Maria D'Alessandro. Non di Evangelista: per loro "tra poco andrà con Salera”. Cosa c'è dietro. E dove vogliono arrivare

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

L’imperativo adesso è uno e uno soltanto: congelare il fronte con Carlo Maria D’Alessandro. Mario Abbruzzese, coordinatore regionale di “Cambiamo”, consigliere comunale di Cassino fino a pochi mesi fa e leader di fatto del Centrodestra nella città martire vuole ricostruire la coalizione. Vuole provarci aggregando le forze intorno al giovane Benedetto Leone, già assessore e braccio destro di D’Alessandro nella precedente consiliatura, oggi consigliere comunale di opposizione al quale Abbruzzese ha spianato la strada per il ritorno in Sala Restagno. (Leggi qui Di Mambro: due settimane vissute intensamente, “Vado via”).

L’incontro in centro tra Mario e Leone

Benedetto Leone

L’incontro tra i due è avvenuto in un centralissimo bar di Cassino dopo i due articoli pubblicati da Alessioprcu.it: prima l’intervista nella quale l’ex sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro ha spiegato chi è che lo ha voluto affossare. (Leggi qui “Le dichiarazioni beffa di Fazzone. Ecco chi mi ha voluto affondare”). Poi l’intervento del consigliere comunale Franco Evangelista, già capogruppo della Lega ed oggi indipendente, seppur tesserato con Fratelli d’Italia, il quale ha spiegato che “Mario Abbruzzese ha “firmato” tre sfiducie ai sindaci di Centrodestra: prima Tullio Di Zazzo, poi Bruno Scittarelli e infine Carlo Maria D’Alessandro”. (Leggi qui «Mario? Ha sfiduciato tre sindaci di centrodestra»).

Mario Abbruzzese sa bene che è l’ex sindaco a “cementare” quella parte di Centrodestra che oggi gli è ostile, a partire proprio dal consigliere Franco Evangelista. Sa anche che Carlo Maria D’Alessandro gode di un’ottima reputazione in città, anche per questo preferisce non andare allo scontro. “Ma politicamente non conta più nulla, non ha più nessuno con lui” ha fatto notare il sub commissario di Forza Italia Rossella Chiusaroli a Benedetto Leone.

E Leone, nell’incontro con Abbruzzese, ha spiegato perchè è necessario parlare direttamente con D’Alessandro. E Franco Evangelista che spara ad alzo zero, allora? Il ragionamento di Leone, in buona sostanza è: “Evangelista non rappresenta un problema, lui se ne andrà con Salera, già oggi collaborano. Recuperato il rapporto con D’Alessandro non esisteranno più i “Mario free”.

Ponti per i fossati

Carlo Maria D’Alessandro (Foto © Andrea Sellari A.S.Photo)

Come fare per costruire ponti sui fossati che sono scavati in questi anni? Questo è il punto. Anche perchè D’Alessandro non sarebbe interessato a fare il gregario al suo ex braccio destro.

Ma Leone, che già aveva fatto un passo indietro nel 2016 ritirando la sua candidatura a sindaco proprio a favore di D’Alessandro, questa volta non intende retrocedere. Anzi, vuole raddoppiare. E per questo vuole chiarire da subito che il Centrodestra è uno soltanto, con buona pace dell’ex sindaco che non si dà pace!

Fino a qualche mese fa Benedetto Leone aveva fatto parte di Liberi e Forti, il gruppo ispirato dall’ex sindaco carlo Maria D’Alessandro per costruire a Cassino un centrodestra affrancato dalla figura politica di Mario Abbruzzese. Poi la sua prospettiva è cambiata: Leone ha lasciato poco alla volta il Gruppo ed una volta entrato in Consiglio Comunale con il fondamentale appoggio di Abbruzzese ha iniziato la sua missione di ricomposizione del centrodestra. (Leggi qui Liberi, forti e arrabbiati con Leone).

Un po’ di Storia

Mario Abbruzzese

Riavvolgiamo il nastro: a volere la candidatura di Carlo Maria D’Alessandro nel 2016, fino a quel momento completamente estraneo alla politica, era stato proprio Mario Abbruzzese.

La sua scelta si rivelò azzeccata: nonostante il sindaco uscente Giuseppe Golini Petrarcone partisse con i favori del pronostico, al ballottaggio il Centrodestra conquistò la vittoria, seppur per un pugni di voti.

La maggioranza di D’Alessandro, però, è stata sempre molto “chiassosa”: già dopo pochi mesi a sbattere la porta, dichiarandosi indipendente, è stato il consigliere Giuseppe Sebastianelli.

Dopo la sconfitta di Mario Abbruzzese nel marzo del 2018 alle elezioni politiche, si è aperta la vera crisi nel Centrodestra: è culminata, a distanza di un anno, e più precisamente nel 2019, con la sfiducia a D’Alessandro da parte di quasi tutto il gruppo consiliare di Forza Italia.

Alle elezioni comunali del successivo mese di maggio, dopo aver “bruciato” varie candidature, tra cui – nuovamente – quella di Carlo Maria D’Alessandro, fu proprio Mario Abbruzzese a guidare la coalizione. Ma il ballottaggio contro Enzo Salera fu una Caporetto. Una disfatta senza uguali che lacerò ancor di più il Centrodestra, che già si presentava diviso all’appuntamento: Rossella Chiusaroli, attuale sub commissario di Fi e già capogruppo degli azzurri in assise civica e firmataria della sfiducia alla sua maggioranza, era infatti candidata con Giuseppe Golini Petrarcone.

Mario il tessitore

Alessio Ranaldi

In questi due anni, però, Mario Abbruzzese è riuscito a riunire nuovamente tutte le anime del Centrodestra: prima con i dirigenti di Fi e e FdI Chiusaroli e Angela Abbatecola, poi ricostruendo la Lega attorno all’ex consigliere comunale Alessio Ranaldi. Quindi, a maggio, ha lasciato il suo scranno a Carmine Di Mambro che a sua volta lo ha surrogato, dopo poche settimane, con Benedetto Leone che già da alcuni mesi aveva raffreddato i rapporti con Carlo Maria D’Alessandro.

Carlo Maria D’Alessandro, ricostruendo il puzzle degli ultimi anni e degli avvenimenti che si sono susseguiti, ha intuito che ad “armare” la mano di Rossella Chiusaroli e dei “dissidenti” che hanno firmato la sfiducia decretando la fine della sua amministrazione sia stato proprio Mario Abbruzzese. Per questo motivo ha rotto i rapporti con l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio e ha iniziato a lavorare dietro le quinte.

In realtà, erano in tanti nel centrodestra ad avere un movente altrettanto eccellente per buttare giù l’amministrazione di Cassino. Abbattendo i bastioni politici del centrodestra cittadino Mario Abbruzzese si è trovato senza un fortino elettorale. È un’evidenza che solo da quel momento in poi il coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone ha potuto dilagare in provincia di Frosinone dove prima doveva bussare per entrare. Altrettanto è un’evidenza che in quel momento storico Abbruzzese veniva considerato un nemico dalla Lega di Francesco Zicchieri; il Carroccio non aveva ancora capito che l’organizzazione di Forza Italia era la sua unica possibilità di sopravvivenza a medio termine. Infatti, oggi Pasquale Ciacciarelli guida l’Organizzazione provinciale della Lega, Nicola Ottaviani ne è il Coordinatore. E Zicchieri si occupa di altro.

Il fortino di Carlo

da sinistra: Benedetto Leone, Massimiliano Mignanelli, Peppino Petrarcone, Salvatore Fontana

Carlo Maria D’Alessandro ha ben chiaro il quadro d’insieme: la sua caduta faceva comodo a molti. C’è stata una convergenza di interessi tra Abbruzzese, Fazzone e Zicchieri. Per questo oggi vuole costruire un centrodestra affrancato da quelle figure di riferimento.

In che modo? Nei fatti, oggi c’è un’area consiliare di centrodestra composta da Franco Evangelista (FdI), Michelina Bevilacqua (Lega) e Francesca Calvani (Forza Italia). E fa riferimento all’ex sindaco. Benedetto Leone non riesce a trovare sponde con loro tant’è che coltiva rapporti più con i suoi ex nemici di Centrosinistra che non con i colleghi di Centrodestra. Di recente ha incontrato a cena Giuseppe Golini Petrarcone, Salvatore Fontana e Massimiliano Mignanelli. (Leggi qui Ruggirai un altro giorno, Leone).

Ma adesso – questo è l’imperativo dato da Abbruzzese a Leone – bisogna assolutamente raffreddare il fronte. L’obiettivo è recuperare un dialogo, smetterla con le divisioni. Facendo capire a Carlo Maria D’Alessandro che il Centrodestra è uno soltanto e non potrà mai essercene uno alternativo. Vogliono convincerlo che acuire le divisioni significa solamente fare un favore a Enzo Salera e all’amministrazione di Centrosinistra che guida la città.