L’importante è obbedire al capo: anatomia della nuova classe dirigente in Ciociaria

Tutti allineati, nessun distinguo, mai una precisazione: i nuovi parlamentari della provincia di Frosinone non sbagliano una mossa. Perché restano allineati e coperti. Ed evitano così di essere impallinati. Innanzitutto dal fuoco amico

Sono tutti disciplinati, schierati con i leader supremi delle rispettive forze politiche. Non fanno polemiche, rispondono in modo impeccabile ma seguendo linee e confini. Hanno un forte senso della struttura gerarchica, che peraltro in un sistema come il proporzionale è fondamentale per essere eletti. Anzi, candidati in posizione eleggibile prima che eletti.

I nuovi parlamentari della provincia di Frosinone non sbagliano una mossa perché restano allineati e coperti.

Quelli del Movimento Cinque Stelle stanno tutti con Luigi Di Maio: Luca Frusone è un veterano, Enrica Segneri ed Ilaria Fontana nel Movimento ci stanno da sempre e sanno perfettamente come muoversi.

Neppure uno che faccia riferimento al presidente della Camera Roberto Fico, nessuno che manifesti simpatie per Alessandro Di Battista.

Non ci saranno polemiche, men che meno interne.

 

Nulla a che vedere con la giostra itinerante del Pd, pronto a dividersi su tutto. Tra Francesco De Angelis e Francesco Scalia prima, ora tra lo stesso De Angelis (lo chiamano l’immortale) e Simone Costanzo. Ma pure tutti gli altri.

 

Nella Lega non c’è altro leader al di fuori di Matteo Salvini, il ministro dell’Interno in perenne campagna elettorale. La gerarchia è rigida, chi non si adegua al “verbo” del Carroccio è fuori. Lo abbiamo visto in questa provincia quanto conti l’imprimatur del capo, che in Ciociaria è Francesco Zicchieri, luogotenente di Salvini. Fabio Forte è stato commissariato, Alessia Savo (più di 4.000 voti alle regionali) è scomparsa dalle riunioni leghiste, dopo essere stata illusa con il vice coordinamento.

Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa sono dei pasdaran di Salvini.

 

Niente a che vedere con l’approccio liberale di Forza Italia, libera di “scannarsi” tra Nicola Ottaviani e Mario Abbruzzese, tra Adriano Piacentini e Pasquale Ciacciarelli.

 

Sul piano mediatico è una tragedia: mai una notizia, mai una polemica, mai un distinguo.

Non resta che attendere i risultati sul territorio…

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