L’incomprensibile silenzio di Virginia

Foto © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

Il silenzio di Virginia raggi di fronte all'ipotesi di accordo tra M5S e Pd. Che potrebbe avere riflessi importanti per il comune di Roma Capitale. Ma...

Ci sono silenzi tattici: come quelli dei soldati appostati in attesa del nemico. Silenzi strategici: quelli di chi non parla aspettando che sia l’altro a fare la prima proposta. Ma anche silenzi rumorosi: quelli di chi tacendo non concede un via libera. Silenzi dolorosi: chi vorrebbe parlare ma non può farlo per opportunità o mantenere un segreto. E poi ci sono i silenzi incomprensibili: come quello della sindaca di Roma Virginia Raggi di fronte alla attuale crisi politica.

Virginia Raggi

Silenzio incomprensibile soprattutto di fronte ad una delle possibili soluzioni: il dialogo tra Movimento 5 Stelle e Pd. Cioè il Partito che ha espresso la sindaca ed il Partito di cui è Segretario nazionale Nicola Zingaretti. Che è il governatore della Regione Lazio. In pratica, l’ente che può fornire una volta per tutte le soluzione al dramma dei rifiuti che assediano la Capitale se solo ci fosse un serio dialogo politico.

Il problema è politico e di visione: Virginia Raggi dice in sostanza “attraverso la differenziata abbatteremo i rifiuti, non c’è bisogno di costruire ora nuovi impianti e discariche”. Dice la realtà che a quel traguardo ci si arriverà semmai tra molti anni e nel frattempo sono le province a farsi carico dell’immondizia romana; pure loro sono allo stremo e ora ci si sta appoggiando alle altre Regioni. (leggi qui Meno rifiuti alle Province: nelle Marche 5mila tonnellate).

Virginia Raggi e Nicola Zingaretti

La Regione Lazio dice che è colpa del Comune di Roma perché non indica dove farà gli impianti; il Campidoglio dice che è colpa della Pisana perché se non fa il piano regionale dei rifiuti non può realizzare gli impianti; l’assessore di Zingaretti dice di non poter chiudere il piano se Roma non gli fornisce le indicazioni. In apparenza è il serpente che si morde la coda, in pratica nessuno vuole prendere una decisione scomoda come l’individuazione della nuova discarica in aree che non siano riferibili al genio del settore Manlio Cerroni: plurindagato e spesso assolto. (leggi qui Assolto Manlio Cerroni, l’inchiesta sui rifiuti finisce nella discarica).

Virginia Raggi e Paola Taverna

L’avvio di una seria collaborazione tra M5S e Pd su scala nazionale avrebbe conseguenze pratiche anche sulle relazioni tra Campidoglio e Pisana. Ma la sindaca appartiene all’ala grillina meno propensa al dialogo, quella alla quale fanno riferimento Luigi Di Maio (che preferisce un gialloverde bis), Paola Taverna (leggi qui Barillari e Taverna ancora insieme: per dire no al M5S con il Pd di Zingaretti), Davide Barillari (leggi qui Barillari al M5S: «Niente accordi con Zingaretti, ho visto le sue porcate»).

Il disgelo, racconta oggi Repubblica è avvenuto

il giorno di Ferragosto. Nicola Zingaretti ha trovato un messaggio nella segreteria telefonica. “Sono Davide Casaleggio. So che mi sta cercando e che dobbiamo parlarci”. Il segretario del Pd ha richiamato e si sono parlati. A lungo. (…) Né il leader del Pd né il figlio del fondatore del M5s escludono l’ipotesi del ritorno alle urne mentre intorno a loro ci sono quelli che farebbero l’accordo domani mattina, senza tante storie (Matteo Renzi, Dario Franceschini, Beppe Grillo, Roberto Fico). Casaleggio è andato oltre facendo intendere che in caso di voto anticipato il Movimento si affiderà alla guida di Giuseppe Conte. Il punto vero però è l’ipotesi dell’intesa per l’esecutivo rossogiallo.

Quindi, una prudentissima apertura, ai massimi livelli. Una parola di Virginia Raggi avrebbe potuto facilitare: non è stata pronunciata. Resta da capire se sia stato per strategia, per tattica oppure se il suo voglia essere un silenzio rumoroso. Che nel frattempo però resta incomprensibile.