L’incredibile culo di Peppino Petrarcone

L'incredibile serie di colpi fortunati che hanno illuminato il cammino di Peppino Petrarcone. Da ex sindaco scaricato a catalizzatore degli scontenti di tutte le liste. E ora anche...

Se sia stato un sindaco onesto e preparato è giudizio che compete agli elettori. La sua abilità come avvocato la pesano ogni giorno i clienti quando decidono se affidare a lui oppure ad un altro la risoluzione delle loro controversie. Un dato però non può essere negato: l’avvocato Giuseppe Golini Petrarcone – due volte sindaco di Cassino – è un uomo fortunato. In maniera imbarazzante. Le elezioni Comunali 2019 sono state l’ennesima conferma.

Pigro e scostante, grazie alla sua buona stella si ritrova sempre dove avrebbe voluto. E senza fare grandi sforzi. Come accade puntualmente sui Green di golf, se c’è un colpo impossibile a lui invece riesce. Hole in one o birdie che sia. Così in politica: allergico alle scartoffie umane, in questi anni si è ritrovato circondato da una squadra di amici che ha sempre pensato a tutto l’aspetto pratico. Mai una raccolta delle firme o una presentazione delle liste. Lui pensava a volare alto e blindare l’operazione con il giusto e inattaccabile assetto giuridico.

Un mese fa la sua carriera politica era finita. Abbandonato proprio dagli amici che lo avevano sostenuto per due elezioni: si era sentito umiliato quando gli avevano chiesto di contarsi per vedere chi avesse più consenso tra lui ed il capo di quel gruppo d’amici, il commercialista Enzo Salera.

Si era fatto da parte ed aveva detto no alle Primarie. «Torno ad occuparmi della famiglia» aveva detto, osservando la sua buona stella che si era spenta.

Forse nemmeno Peppino Petrarcone immaginava di avere un culo così imbarazzante. Perché da quel momento ha iniziato ad incasellarsi tutto alla perfezione. A cominciare da Niki Dragonetti, aspirante sindaco con molte speranze e non abbastanza consenso: gli propone di unire le forze e lanciarsi in una battaglia di principio. Primo colpo: Peppino si ritrova di nuovo in campo. (leggi qui Lo sfregio di Peppino: Petrarcone si candida a sindaco)

Poi ci pensa la Lega a fargli un regalo con i fiocchi. Prende il candidato sindaco sul quale aveva deciso da settimane di costruire la coalizione. E glielo regala. È l’ex vicepresidente della Provincia di Frosinone Massimiliano Mignanelli. Trasversale come Petrarcone, di matrice centrista come lui, prestato ma con distacco al centrosinistra come lui. Ma pieno di voti, più di lui. E dotato della macchina organizzativa che manca a lui. Secondo colpo: Peppino si ritrova alleato con quello che doveva essere il suo avversario. (leggi qui Ore 18, firmata l’ intesa tra Petrarcone e Mignanelli. La Lega è rimasta sola)

Ma il Carroccio è in vena di regali. Dopo una rocambolesca definizione del candidato sindaco del centrodestra, riesce nell’impresa di sfasciare anche il gruppo storico della Lega a Cassino: quello che aveva preso da zero il simbolo Noi con Salvini e lo aveva portato ad eleggere due consiglieri comunali. Martedì sera hanno iniziato la raccolta delle firme per formare una lista a sostegno di Petrarcone. Terzo colpo: Peppino rischia di ritrovarsi anche i voti degli avversari, guidati dagli imprenditori Marco Ciamarra e Lello Valente. (leggi qui La grande fuga dal centrodestra di Cassino)

Non basta. Ci si mette anche Forza Italia. Al termine del Congresso Provinciale ha congelato la posizione dei tre consiglieri che con la loro firma, insieme alla Lega, hanno determinati la caduta dell’amministrazione di Carlo Maria D’Alessandro. Loro non hanno battuto ciglio e disciplinatamente si sono rimessi alle decisioni del Partito. Poi però Forza Italia annuncia l’alleanza con la Lega. (leggi qui Il peggiore incubo della Lega nel giorno della candidata) E riunisce i quadri per formare la lista. (leggi qui La grande fuga dal centrodestra di Cassino). Dimenticando di riabilitare i tre dissidenti.

I quali si domandano: perché la Lega si e noi no, se abbiamo firmato tutti lo stesso documento? Lo andranno a dire ai vertici regionali del Partito. Intanto quarto colpo: questa mattina l’ex capogruppo di Forza Italia Rossella Chiusaroli, l’ex delegato ai servizi cimiteriali Gianluca Tartaglia sono andati ad estrarre il certificato penale dal Casellario Giudiziale; atto preliminare per presentare la loro candidatura. Con l’appoggio dell’ex presidente del Consiglio comunale Dino Secondino presenteranno una lista alle Comunali. Con chi si schiereranno. Ma è ovvio: con Peppino Petrarcone. Oggi pomeriggio l’annuncio (e anche questo noi lo avevamo già detto).

Dove però si rischia l’apoteosi è nelle tensioni che stanno prendendo corpo in queste ore nelle file del Partito Democratico. Un gruppo di fedelissimi ha affrontato l’ex segretario cittadino Marino Fardelli. Il quale, disciplinatamente, aveva schierato le truppe intorno al vincitore delle Primarie di centrosinistra Enzo Salera. Ma i fedelissimi ora stanno puntando i piedi. E dicono che lì da ieri c’è l’ex sindaco di Forza Italia Tullio Di Zazzo. C’è l’ex consigliere di centrodestra Giuseppe Sebastianelli che è stato l’unico a non voler firmare per la caduta di Carlo Maria D’Alessandro facendogli da stampella fino alla fine.

Non vogliono più andare con quello schieramento. Hanno chiesto una riunione a Marino Fardelli per questa sera. Se il Pd imbarca pezzi del centrodestra allora vogliono scegliersi quale schieramento appoggiare. Chiedono di andare… con Peppino Petrarcone.

Se gli riesce anche il quinto colpo di culo è davvero troppo. Chiamatelo Peppino Gastone Petrarcone.