L’inferno d’acqua di Mamalchi

Dicono che Ranieri Mamalchi, presidente di Acea Ato 5, non abbia molta voglia di scherzare. Dicono che Paolo Saccani, amministratore delegato di Acea Ato 5, sia più (ma molto di più) inc… arrabbiato del solito. Il che…

Dicono che i due si siano messi sul comodino le foto di Antonio Pompeo e Nicola Ottaviani. Come Rocky con Ivan Drago. Per non dimenticare chi è l’avversario. A prima mattina e a tarda serata.

Acea in realtà ha già deciso: ricorso al Tar e mega richiesta di risarcimento per danni. Va tutto in questa direzione: la domanda di accesso agli atti, il ripetere in modo tambureggiante di non aver ricevuto contestazioni e diffide ad adempiere, l’assoluta indisponibilità ad incontri. Gli avvocati sono già al lavoro e si aspetta il via libera del Consiglio di Amministrazione della società.

I sindaci non sanno che fare, ma gli appigli per un ricorso si moltiplicano: votazione per alzata di mano e non per appello nominale, mancate contestazioni al gestore, assenza di motivazione nella mail di comunicazione del no alla fusione, ritardi nello stilare delibere e verbali.

Sicuramente Acea si rivolgerà al Tribunale Amministrativo Regionale, ma questo è il minimo.

La richiesta di risarcimento per danni, se avanzata, sarebbe una “bomba” vera e propria. Mamalchi e Saccani punteranno sul fatto che mentre a Frosinone si consumava la “guerra santa” contro il gestore, a Roma nessun atto formale veniva recapitato per giorni. Della serie: come facevamo a dire se potevamo adempiere facilmente alle prescrizioni se nessuno ci diceva quali erano le inadempienze? Nel frattempo la società, quotata in borsa, veniva messa alla berlina dai sindaci, dal presidente della Provincia, dai partiti politici, dalla Segreteria Tecnico Operativa. Da qui la richiesta di risarcimento per danni di immagine.

Tutto è già studiato nei dettagli. La comunicazione di Acea sta insistendo da settimane sugli interventi effettuati sul territorio e sulla sostituzione dei contatori. La società stavolta non starà in silenzio: si prepara a spiegare ai cittadini i motivi del ricorso e degli atti giudiziari. Verrà pure ricordato che i due conguagli riconosciuti al gestore (da 75 e da 53 milioni) attengono alle tariffe. Nel primo caso i sindaci non le hanno deliberate per anni, nel secondo dovevano essere calcolate e applicate in maniera diversa. Quelle scelte le stanno pagando i cittadini da tre anni e continueranno a farlo chissà per quanto tempo. Agli sportelli di Acea verranno indicate le ragioni a chi protesta.

“I sindaci sono sotto attacco” da parte di Acea. Quale sarà la risposta ora? Se l’obiettivo era quello di “spaventare” il gestore, inducendolo a più miti consigli sulle opere da realizzare, allora è già fallito. Acea seguirà la via giudiziaria. Antonio Pompeo e Nicola Ottaviani sono partiti insieme ma si sono sparpagliati alla meta. Pompeo ha incassato il risultato politico davanti alla platea del Pd, Ottaviani ha fatto vedere che lui ha provato fino all’ultimo a dare un termine di tre mesi. Altri hanno bocciato la sua proposta, altri hanno commesso errori che potrebbero spalancare la porta a ricorsi.

Acea però non distinguerà tra le posizioni. Dicono che Mamalchi stia ripassando a memoria il discorso di Stalin alle truppe dell’Armata Rossa prima di scatenare la controffensiva contro la Germania. Quando invitava i soldati sovietici “a non fare prigionieri”.