L’inganno della coscienza

Niente lacrime, niente lutti: ma com'è possibile? C'è una strada che conduce a tutto questo. È il cambiamento totale che viene chiesto a ciascuno di noi ad asciugare le lacrime.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

asciugherà ogni lacrima dai loro occhi

e non vi sarà più la morte

né lutto né lamento né affanno,

perché le cose di prima sono passate Ap 21,4

Che splendida visione: niente lacrime, niente morte, niente lutti. Ma come è possibile? Si tratta di una favola per i bambini, di un modo per consolarsi dai tanti guai della vita, una funzione tipica della religione, secondo la critica del giovane Marx, ancora incapace di ripudiare completamente l’educazione religiosa ricevuta in famiglia?

Ha ragione il giovane Marx o le parole di Apocalisse possono insegnarci qualcosa di diverso rispetto quello che capiamo ad una prima lettura?

Il cambiamento totale

Questi sono giorni in cui la morte, il lutto, il lamento, le lacrime dominano il panorama delle notizie, delle immagini che ci vengono dall’orrore ucraino ma anche da tanti altri luoghi della terra. Anche dai nostri. Proprio in queste ore turbati dai procedimenti giudiziari nei confronti di chi avrebbe dovuto tutelare l’ambiente e invece, secondo l’accusa, per mero profitto, l’avrebbe ulteriormente violentato.  

Come potranno passare le cose di prima in una situazione simile? E’ il cambiamento totale che Dio chiede a ciascuno di noi ad asciugare le lacrime, a  vincere la morte, a non calcolare più lutto o lamento o affanno: è la conversione, il cambiamento di vita, il rinunciare alla avidità di ricchezza e di potere, il renderci conto  che siamo arrivati in questo stato senza nemmeno accorgercene.

Dante direbbe che eravamo “pien di sonno” quando ci siamo “ritrovati”  a non saper affrontare una pandemia, ad essere di nuovo in guerra dopo aver vissuto due conflitti mondiali nell’altro secolo, a continuare ad inquinare nonostante tutto quello che sappiamo su quanto male tutto questo ci faccia.

L’inganno della coscienza

Il sonno, che Dante incolpa della nostra “distrazione”, è quel sottile inganno della coscienza per cui ad un certo punto non si capisce più cosa sia bene o male, anzi le due cose si confondono, passano una al posto dell’altra.

E’ come se non capissimo più dove andare, cosa fare: con un linguaggio moderno lo si chiamerebbe disorientamento. Che pone le sue radici in un dilagante “relativismo etico” di tipo pratico per cui le persone sanno benissimo cosa sia bene e cosa sia male, ma poi l’adattano alle loro convenienze, ai loro interessi minuscoli, alla ricerca spasmodica di danaro e potere, rispetto al bene comune. 

Sono soltanto gli schiaffi che la vita ci dà a rimetterci in carreggiata, a farci cercare quell’aiuto che può salvarci dal disorientamento, dall’oscurità della nostra condizione: e quell’aiuto sta nella Parola, nell’indicazione di una vita in cui dobbiamo ripudiare la sopraffazione, l’egoismo, il nostro interesse particolare.

Cambiamo vita, impegniamoci a rispettarci,  amiamo di più, doniamo quello che abbiamo, mettiamo a disposizione i nostri talenti… Questo farà passare le cose di prima!

(Leggi qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).