Lei non sa più chi sono io, ma io so chi è stata lei

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. La lunga battaglia contro il ladro dei sogni che ruba ogni giorno un po' di ricordi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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È un dolore che spezza il cuore quello per la morte della signora Lucia, moglie da sessant’anni dell’attore Lino Banfi. Non per la naturale simpatia che suscita la storia di un personaggio che, vuoi o non vuoi, per anni ti è entrato in casa: dalla tv, dalle copertine dei giornali, dai film, dalle fiction, dalle ospitate a Domenica In.

Sono quei sessant’anni insieme invece ad intenerire il cuore. In un mondo come quello dello spettacolo dove tutto è apparenza. Quasi tutto, ci corregge invece la storia della signora Lucia e di Lino. 

Lino Banfi (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Sessant’anni significa che quel ragazzo che ti stai prendendo, oltre le belle speranze ha poco. E tu credi in lui, nei suoi sogni, lo aiuti a salirci a cavallo e tentare di restare in groppa, senza farsi disarcionare. E mentre lui cavalca la cometa con sempre più abilità, tu pensi alle cose concrete: al pranzo con la cena, alla casa, ai figli, alla famiglia.

Sessant’anni: un’eternità. Doppia, in un mondo dove le storie durano 6 mesi, talvolta sei giorni, spesso solo sei notti.

Crudele la sua malattia. Non di quelle che lacera le carni, consuma le ossa. Peggio: consuma i ricordi l’alzhaimer, poco alla volta guardi le foto sul tavolo in sala e non riconosci più nessuno. Non tutto insieme ma uno alla volta: prima i nipoti più piccoli, poi quelli più grandi, poi le figlie, fino a quando una mattina ti guardi allo specchio e nemmeno sai chi sei.

Dolore per chi ha vissuto con te sessant’anni. Poco alla volta dimentichi il caffè al mattino, la festa delle nozze d’oro, poi spariscono i ricordi di quelle d’argento. E via via le carezze da ragazzini all’inizio di quei 60 anni.

Lino Banfi, come tanti altri Lino sconosciuti in questo Paese ma con una moglie con una malattia come quella della signora Lucia, hanno continuato ad amare una persona che poco alla volta non sa chi sei, a buon bisogno ti chiede che vuoi. Le hanno portato il caffè ogni mattina, un fiore sul comodino perché, come disse un anziano: lei non sa più chi sono io, io so benissimo chi è lei e cosa è stata per me.

 Si ama così. 

Senza Ricevuta di Ritorno.