Lino e Maria Paola mollano: la spuntano Altobelli e Luca

Il centrodestra vede Caschera sventolare bandiera bianca e trova la quadra sul nome dell’avvocato Altobelli. Ma perde Forza Italia. Il centrosinistra vede ritirare la candidatura della dottoressa Gemmiti e il Pd è pronto a convergere su Di Stefano. Quadro politico completamente stravolto ad appena tre giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste per le Amministrative di Sora

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

La soluzione è arrivata qualche minuto dopo le 19:30 di lunedì, al termine di una serie di incontri incrociati e tentativi di trovare alternative. Il centrodestra di Sora alla fine ha dovuto ricomporre i cocci e tornare insieme: l’unico modo per essere competitivo alle Comunali che si terranno tra poco più di un mese. Lo ha fatto sul nome dell’avvocato Federico Altobelli: il candidato ‘terzo’ proposto dall’Udc (leggi qui Centrodestra ultima corsa. Oppure la sfida Bruni-Caschera).

È stato l’unico dei tre contattati ad aver dato la disponibilità, dopo la notte dei lunghi coltelli che aveva portato alla definitiva archiviazione della candidatura del dottor Giuseppe Ruggeri: proposto da Fratelli d’Italia e osteggiato dalla Lega di Lino Caschera. (Leggi qui Lino caterpillar licenzia Giuseppe. Riecco Alberto La Rocca).

Il problema è che dopo l’obiettivo di distruggere la candidatura di Ruggeri non c’era un piano. Non c’era un’alternativa pronta. Lino Caschera è andato avanti a tentoni. E gli altri ex alleati si sono dovuti muovere allo stesso modo. Salvo poi essere costretti a tornare con la coda fra le gambe dopo che ogni tentativo è naufragato (leggi qui Ruggeri messo all’angolo dai suoi. L’altro fronte punta su La Rocca).

L’avvocato Federico Altobelli era l’unica soluzione possibile. La ragione l’aveva spiegata nel fine settimana Alessioporcu.it:  l’accordo regionale tra i Partiti ha assegnato a Fratelli d’Italia la designazione del candidato sindaco di Sora schierando il dottor Giuseppe Ruggeri; soluzione alla quale la Lega di Sora s’è messa di traverso. Perché un sindaco come l’uscente civico Roberto De Donatis garantiva gli equilibri tra i due uomini forti del centrodestra cittadino: Lino Caschera (Lega) e Massimiliano Bruni (FdI). Candidare un esponente di Fratelli d’Italia scelto da Bruni condannava politicamente Caschera e la Lega. Nasce da qui il cinema a colori andato in scena in quest’ultimo mese. Altobelli è un candidato terzo. Potenzialmente in grado di garantire gli equilibri.

Chi erano gli altri due papabili contattati e che non hanno dato la loro disponibilità? Si tratta dell’imprenditore Gino Giannetti e dell’ex deputato Flavio Tanzilli. Entrambi, elegantemente si sono smarcati.

C’è un grande assente in questa ricomposizione: Forza Italia.

CASCHERA SVENTOLA BANDIERA BIANCA

Lino Caschera

Lino Caschera aveva messo sotto accusa Giuseppe Ruggeri. Gli aveva contestato di non essere adatto. In realtà Caschera aveva un sogno nel cassetto: la candidatura di sé stesso a sindaco.

O in alternativa un progetto trasversale e civico che coinvolgesse anche l’ex sindaco Ernesto Tersigni, l’associazione Agorà, Cambiamo e altre liste civiche per la candidatura dell’imprenditore Alberto La Rocca che alla fine ha detto no (La Rocca molla. E scatta la corsa a riposizionarsi).

Del resto Lino Caschera lo aveva detto sin da subito che il candidato Ruggeri non gli andava bene: in una prima fase per direttive espresse della stessa Lega, in attesa di chiudere accordi anche in altre città della regione Lazio; da ultimo, dopo la venuta a Sora del coordinatore regionale Claudio Durigon sollevando il caso dei limiti politici del candidato. (leggi qui Svolta di Durigon: a Sora candidato unico).

Lino Caschera ha vinto la battaglia, logorando Ruggeri fino al punto di portarlo alla rinuncia. Poi però non è riuscito né a far passare il suo nome come candidato unitario, né quello di La Rocca.

Nella nottata fra domenica 29 e lunedì 30 agosto Caschera ha sventolato bandiera bianca tornando dagli ex alleati.  

I TENTATIVI FALLITI

Alberto La Rocca

Fino all’ultimo minuto ha provato a candidarsi lui a sindaco, cercando il sostegno del resto del centrodestra ma senza riuscirci. Caschera ha espresso a più riprese la sua convinzione di poter arrivare al ballottaggio ma gli alleati hanno detto chiaramente di no. Anche per il modo in cui si sarebbe arrivati alla sua candidatura dopo la defenestrazione di Giuseppe Ruggeri, di cui proprio lui è stato l’artefice.

Vano anche il tentativo, nella serata di domenica, di riproporre la candidatura di Alberto La Rocca. Il progetto di domenica doveva vedere schierati insieme parte del centrodestra e parte del centrosinistra: fra cui la capogruppo Dem Maria Paola D’Orazio. Con loro anche alcune civiche. Tutti uniti come alternativa alla compagine civica del consigliere comunale uscente Luca Di Stefano.

La discussione è rimasta in piedi fino alla tarda serata. Al punto tale che alle quattro di lunedì mattina Fratelli d’Italia pensava di dover correre da solo candidando Massimiliano Bruni.

Perché la discussione è proseguita fino all’alba? Perché proprio durante la riunione del centrodestra di domenica sera Alberto La Rocca, che era presente, avrebbe dato nuovamente la sua disponibilità a candidarsi a patto. Ponendo la condizione che fosse rimasto fuori Massimiliano Bruni.  Inaccettabile, improponibile, impraticabile.

ACCORDO LAST MINUTE SU ALTOBELLI

Federico Altobelli

Ci hanno lavorato sopra ancora tutto il giorno. Avrebbero dovuto riunirsi alle 16 di lunedì ma l’incontro è slittato alle 18 passate. Non ci hanno messo molto. Hanno capito che non c’erano alternative. E che la ricostruzione fatta nei giorni precedenti da Alessioporcu.it era incontrovertibile. (Leggi qui La Caporetto annunciata di un centrodestra indifendibile).

Le ultime settantadue ore erano trascorse a cercare altre soluzioni. Al punto tale che un comunicato stampa dava addirittura per raggiunto un accordo fra il sindaco uscente Roberto De Donatis e il partito dell’Udc.

Uno dei capitoli più divertenti di questo cinema a colori è che il comunicato è stato diramato proprio mentre l’Udc era in riunione con il centrodestra, sul cui tavolo aveva messo il nome dell’avvocato Federico Altobelli. Lo stesso nome su cui con poco più di un’ora di riunione si è trovato l’accordo di centrodestra.

A incidere sulla scelta, soprattutto quella di Lino Caschera che ha sventolato bandiera bianca, è stato indubbiamente il fattore tempo. Sabato scadono i termini per la presentazione delle liste. E ci sono tutti gli adempimenti burocratici da sbrigare.

A siglare l’accordo c’erano Lega, Cambiamo, Fratelli D’Italia e Udc. Scomparsi per ora dai radar Polo Civico e Si Può Fare di Mario Cioffi. Forza Italia invece ormai salta le riunioni da almeno due giorni.

FORZA ITALIA CHI L’HA VISTA?

Vittorio Di Carlo con Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli

Il centrodestra ha ritrovato l’unità nel nome di Federico Altobelli ma Forza Italia non era alla riunione. Del resto, il coordinatore cittadino Vittorio Di Carlo nelle ultime ore lo aveva ricordato a più riprese ad alessioporcu.it che l’accordo unitario era stato fatto ed era valido solo sul nome di Giuseppe Ruggeri. Aggiungendo che se non si fosse trovata una soluzione a stretto giro si sarebbero sentiti liberi di prendere un’altra strada.

Una posizione chiara che viene ribadita anche nella serata di lunedì, pochi minuti dopo la notizia dell’accordo bis dallo stesso Di Carlo: “Noi l’accordo lo avevamo firmato con Ruggeri. Stiamo dialogando a trecentosessanta gradi”. E non si sbilancia oltre.

Ma voci insistenti danno il Partito di Berlusconi a Sora già riposizionato altrove. Difficile per ora capire dove. Sembra però certo che difficilmente sarà della partita con il centrodestra. Perché la sua natura di Partito moderato gli consente di potersi permettere la mossa del cavallo, come nel gioco degli scacchi.  Sono convinti che saranno l’ago della bilancia per determinare chi andrà al ballottaggio e chi no.

Ammesso che qualcuno non vinca già al primo turno, vista la piega che stanno prendendo le cose.

LA GEMMITI SI È RITIRATA….

Maria Paola Gemmiti ed Augusto Vinciguerra

Per una coalizione che rinasce (quella del centrodestra) ce ne è un’altra (quella del centrosinistra) che si disintegra ed è pronta a fondersi con lo schieramento del candidato sindaco Luca Di Stefano. Ribaltando in questo modo i rapporti di forza e ponendo una seria ipoteca sul ballottaggio.

Deve averlo capito la dottoressa Maria Paola Gemmiti che lunedì sera, con una lunga lettera aperta affidata al suo profilo Facebook, si è ritirata da candidata a sindaco di Sora per il centrosinistra.

Parla di posizioni ambigue la dottoressa Gemmiti. E dei tentativi di allargare la coalizione con forze però troppo eterogenee. È evidente che si riferisce ai tentativi andati a vuoto che alcuni Partiti del centrodestra potessero sostenere la sua candidatura dopo l’abbandono di Giuseppe Ruggeri.

“Da donna del fare, abituata ad espormi con impegno, ritengo di dover supportare con il contributo mio e di quanti lo riterranno opportuno un altro progetto politico con l’obiettivo di non disperdere le mie idee e progettualità e soprattutto la mia visione di città: ordinata, pulita, verde, con scuole sicure, culturalmente ed economicamente vivace ed attrattiva, più consapevole del proprio valore e sicuramente meno cattiva”.

Non lo dice direttamente, anche perché la notizia verrà ufficializzata fra qualche ora. Ma è chiaro che la dottoressa Gemmiti quando parla di un altro progetto si riferisce alle trattative in corso fra il Pd e Luca Di Stefano.

LA RIUNIONE DEI BIG

Bruno Astorre (Foto: Paola Onofri / Imagoeconomica)

Un accordo, quello fra il Pd e Di Stefano nato dalla necessità di allargare la coalizione. Una necessità talmente forte che lunedì sera a Sora sono venuti a dirlo tutti i pezzi grossi dei Dem. Si sono incontrati all’Hotel Valentino verso le 20.

C’erano il segretario regionale Bruno Astorre, il segretario provinciale Luca Fantini, il commissario e il sub commissario di Sora e “tutti i vertici istituzionali e di Partito” come recitava la convocazione con all’ordine del giornoAmministrative ottobre 2021”.

In realtà si è parlato dell’accordo con Luca Di Stefano che ancora non è stato ufficializzato. Secondo una versione, per via di qualche piccola resistenza interna; secondo un’altra perché il Pd starebbe tentando di arrivare ad un ticket.

Gli addetti ai lavori giurano che ormai è soltanto questione di ore.  

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