L’inquinamento bestiale della Ciociaria, ecco la vera sfida dei neo parlamentari

Il tema dell'inquinamento è uno dei più delicati sul territorio. Sul quale tra qualche mese ci sarà il primo confronto tra le promesse elettorali e le iniziative concrete. Per partire si potrebbero risolvere due misteri: cosa ci fanno i pesticidi agricoli nelle acque del Sacco? Sono veri o falsi i numeri sui tumori in possesso della Asl?

I liquami nel fiume Liri, la puzza incessante nella zona di Ceccano e dintorni, l’inquinamento “storico” della Valle del Sacco, la bomba ecologica della discarica di via Le Lame, le tante discariche a cielo aperto che si incontrano in tutta la Ciociaria. Sarà questo, insieme al tema del lavoro, il banco di prova dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle e della Lega della provincia di Frosinone.

Dopo anni di promesse, di fondi stanziati a raffica ma mai utilizzati per iniziare la benché minima operazione di bonifica, adesso Luca Frusone, Ilaria Fontana, Enrica Segneri (Movimento Cinque Stelle), Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi, Gianfranco Rufa (Lega) hanno la possibilità di centrare un traguardo che sarebbe storico.

Intanto perché è impensabile che larghissime fasce di popolazione possano continuare a convivere con miasmi e con situazioni ben oltre il livello della sopportazione.

Poi perché la bonifica della Valle del Sacco è indispensabile per un rilancio dell’intera zona, perfino da un punto di vista industriale. Perché le aziende non sono nella condizione di sopportare i costi di un’operazione del genere.

Quindi perché la discarica di via Le Lame sta lì da decenni e tutti sanno che andrebbe smantellata. Anche in questo caso con costi notevoli, ma il governo pentaleghista del “cambiamento” le risorse ha detto di poterle trovare.

Nelle varie emergenze del Paese, quelle della Ciociaria sono state sempre “meno emergenziali”. Eppure non è così.

Il rischio è alto, soprattutto dopo avere ottenuto l’elezione a furor di popolo compiendo iniziative come il Tour dei Veleni che ha toccato l’area Saf di Colfelice, il termovalorizzatore di San Vittore, la Valle del Sacco, la discarica di Via Le Lame. È quello che i cittadini, trascorso qualche mese, inizino ad aspettarsi qualcosa.

Ci sarebbe poi anche un’altra battaglia di civiltà da combattere e possibilmente vincere. Quella di un doppio studio. Il primo, epidemiologico, per capire di quanto sono cresciute davvero le patologie tumorali in Ciociaria. Il dottor Giancarlo Pizzutelli ha numeri che arrivano a rilento e che vanno in direzione opposta a quelli urlati in questi mesi nelle piazze. Chi ha ragione?

Il secondo, che ne rappresenta la conseguenza, è individuare le cause e i responsabili dell’inquinamento di una porzione importante per il territorio. Perché Ispra nei giorni scorsi ha confermato che diversi punti del fiume Sacco sono inquinati: a Segni, Colleferro, Anagni, Ceccano. Ma sono inquinati da pesticidi per l’agricoltura e non da sostanze industriali. Doppiamente strano. Dal momento che in quella vallata è vietata l’attività agricola.

L’ambiente potrebbe essere il terreno di azione dei neo parlamentari, soprattutto se questi ultimi sapranno raccordarsi con i sindaci, con i comitati e con i cittadini che da decenni urlano alla luna.

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