L’insofferenza di Rotondo per i Partiti

Cosa c'è dietro alle dimissioni di Anselmo Rotondo da responsabile Enti Locali della Lega. Quella chat rimasta muta. La terra bruciata per fargli capire che non conta. Qualche mese fa aveva sbattuto la porta in Forza Italia. Lui ha molte ragioni, ma il punto è che i partiti non sono più quelli di qualche anno fa.

La verità è che si è dimesso perché ha sentito puzza di bruciato: gli hanno fatto terra bruciata intorno. Per isolarlo. Impedirgli di avere un ruolo ed un peso. La prova l’ha avuta l’altro giorno: quando ha mandato per la seconda volta un messaggio WhatsApp nella chat dei dirigenti della Lega chiedendo il quadro completo delle disponibilità a candidarsi alle prossime elezioni Provinciali e delle forze sulle quali poter contare, Comune per Comune. Non gli hanno risposto. Nessuno. Né al primo e né al secondo messaggio.

È stato chiaro che qualcuno aveva detto di non rispondergli. Ma è ancora più chiaro che è quel ‘qualcuno‘ ad avere il controllo degli eletti nella Lega. E non il responsabile provinciale Enti Locali Anselmo Rotondo, sindaco di Pontecorvo. Che ha preso atto della cosa e si è dimesso.

Chi è quel qualcuno? Nessuno lo indica. Tutti lo pensano. Ed il nome che pensano è quello di Pasquale Ciacciarelli. «Ho assunto questa decisione per dare un segnale chiaro. Quando ho aderito alla Lega, dopo 27 anni di militanza in Forza Italia, l’ho fatto in modo convinto e l’ho fatto con altri cinque amministratori di Pontecorvo. È stata una scelta condivisa, ma in questo periodo la condivisione non c’è stata. Spesso sono state prese decisioni senza condividerle, senza un confronto interno. E questo non è accettabile».

I Partiti non sono più quelli di prima

Anselmo Rotondo

Riassumendo. Il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo si è dimesso da responsabile provinciale degli Enti Locali della Lega. Lo ha fatto per dare un segnale, lamentando una mancata condivisione all’interno del Partito. Da Forza Italia era andato via dopo aver chiesto inutilmente un congresso o, come subordinata, un confronto che arrivasse alla nomina di un coordinatore provinciale.

Anselmo Rotondo è uno che fa politica per passione. Ci crede. Ma forse per lui, come per molti altri, è venuto il momento di prendere atto che i Partiti non sono più quelli di qualche anno fa.

Su  Rotondo c’è un pressing forte di Fratelli d’Italia e alla fine potrebbe decidere di entrare nel Partito di Giorgia Meloni. Ma ovunque non si celebrano più i congressi. A parte il Pd, dove però si decidono sempre e comunque a tavolino. In Forza Italia Anselmo Rotondo ha criticato la gestione politica del senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale e commissario provinciale del Partito. Ha provato più volte ad appellarsi ad Antonio Tajani. Senza risultati.

L’amico Nicola

Nella Lega è entrato sull’onda lunga del coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, ma poi evidentemente si è rotto qualcosa. Anche perché alla sensibilità di Nicola Ottaviani si contrappone quella di Pasquale Ciacciarelli. E se non cerchi di fare una sintesi finisce che nessuno ti risponda ai messaggi con i quali cercare di costruire una lista per le Provinciali.

Nei Partiti ci sono le aree, che qualcuno ha ancora il coraggio ci chiamare “correnti”. Nei rapporti tra le componenti si definiscono le candidature: a sindaco, a consigliere comunale, a consigliere provinciale, alla Regione, alla Camera, al Senato.

Nella Lega la situazione è particolarmente complessa. C’è la posizione del coordinatore provinciale Nicola Ottaviani, quella del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, quella dei deputati Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi, quella del senatore Gianfranco Rufa. E diverse altre. Poi c’è il coordinatore regionale Claudio Durigon, che però non entra nelle vicende provinciali. Non ancora perlomeno.

La condivisione che chiede Anselmo Rotondo non esiste da nessuna parte. Soprattutto perché i Partiti devono fare i conti con una novità enorme: 345 seggi parlamentari in meno. Questo comporterà che in tanti vorranno candidarsi alle Regionali e così a scendere. Non ci saranno candidature eleggibili per tutti a nessun livello. La decisione di costruire liste civiche può essere valida a livello comunale. Magari con un po’ di fortuna si arriva ad eleggere un consigliere provinciale.

Ma lì si ferma.

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