L’insostenibile leggerezza della lotta ad Acea

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Il primo è stato Roberto Caligiore sindaco di Ceccano: il mese scorso ha convocato all’Antares i suoi colleghi delle altre città per lanciare la campagna contro Acea ed avviare l’iter necessario a rescindere il contratto con la società che gestisce l’acqua e le fogne in provincia di Frosinone. Poi è stato il momento del Partito Democratico: nelle settimane scorse il segretario provinciale Simone Costanzo, insieme ai 4 sindaci eletti nella Consulta, ha riunito a Frosinone nei locali della Federazione tutti i primi cittadini iscritti al Partito o d’area Pd: all’ordine del giorno, lo stesso tema proposto a Ceccano. Per ultimi ma non ultimi, adesso arrivano anche i sindaci di Forza Italia, assiepati nel Comitato Provinciale azzurro di Frosinone su iniziativa di Nicola Ottaviani per attivare la procedura di risoluzione del contratto.

Che nessuno abbia la minima intenzione di fare alcunché contro Acea è chiaro a tutti. Se avessero voluto anche solo di attorcigliargli un baffo, avrebbero fatto la cosa più logica: si sarebbero riuniti tutti e insieme avrebbero approvato il documento con cui rimandare a Roma a pedate il colosso che anni fa si è aggiudicato l’appalto per la gestione del servizio idrico integrato.

Invece non ci sarà nessuna pedata, nessun inter verrà avviato, Acea continuerà a prosperare In Ciociara tra sogni tranquilli e sindaci soddisfatti.

A cosa serve allora la levata di scudi invocata da Caligiore prima, da Costanzo poi e infine da Ottaviani?

Gli obiettivi sono due. Il primo è politico ed il secondo è di bottega.

L’obiettivo politico è legato alle bollette che stanno arrivando in questi giorni, spesso recapitate quando sono già scadute e oltretutto con il maxi conguaglio scattato a causa del fatto che per anni i proprio sindaci non hanno approvato la tariffa. La gente in genere legge solo l’importo e tanto gli basta: non sa che dietro a quella somma ci sono ritardi ed omissioni con nomi e cognomi ben precisi, spesso delle persone che avevano votato per decidere e non lo hanno fatto. Quindi, meglio buttarla in caciara e lasciar credere che sia solo colpa di Acea. E allora tutti a riunirsi, per far credere di essere impegnati contro il gestore. Guai se, a ridosso delle elezioni, ci fosse un solo schieramento a metterci il cappello. O si scoprisse perché le bollette sono tanto salate.

L’obiettivo di bottega è altrettanto chiaro. Acea ogni volta che arriva il momento in cui i sindaci devono votare, ottiene sempre ciò che le è più utile: fingendo davanti a tutti di esserle contro, i sindaci poi possono mettersi d’accordo riservatamente ed ottenere quei lavori, quegli strapuntini per il loro paese, che comunque è ciò che gli elettori si aspettano.

La dimostrazione che nessuno voglia fare nulla contro Acea sta nel fatto che il Comune di Frosinone, otto anni fa, durante la gestione di Michele Marini fu il primo ad approvare in Consiglio Comunale la risoluzione con cui rescindere il contratto con Acea. E nessuno ne ha seguito l’esempio.

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