L’inutile conferenza di un D’Alessandro che tenta di camminare sull’acqua

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Il sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro tenta di camminare sull’acqua. Ma non è Gesù Cristo.

Convoca una conferenza stampa per parlare del braccio di ferro innescato con Acea e delle strade con cui evitare di consegnargli gli acquedotti cittadini, in barba a due sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale e del Consiglio di Stato. Ma non annuncia nulla, non rivela niente, non indica né una strada, né un sentiero e nemmeno un piccolo tratturo di montagna.

In apparenza ha convocato i giornalisti solo per replicare alle dichiarazioni dell’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone.

Se così è stato allora sarebbe il momento che qualcuno con ampia esperienza di amministrazione sul quale può contare (Mario Abbruzzese, Bruno Scittarelli, Tullio Di Zazzo, ne hanno da vendere) gli spieghi che la campagna elettorale è finita e che la città si governa con fatti concreti.

Concreto, tanto per fare un esempio, è il vice prefetto Ernesto Raio, investito di pieni poteri dal prefetto Emilia Zarrilli su disposizione del Consiglio di Stato. Se mette piede a Cassino e chiede le chiavi degli impianti, al momento bisognerà consegnargliele.

E’ possibile evitarlo? In che modo? Quale atto concreto è stato adottato fino a questo momento?

Solo dopo, sarà il tempo di rispondere a tutti i Petrarconi che ora stanno parlando. Perché, purtroppo per Carlo Maria D’Alessandro, questo matrimonio con la città è senza luna di miele: i problemi seri lo hanno aspettato all’uscita dalla chiesa in cui sono state celebrate le nozze.