L’inutile epistolario tra Schietroma e Marzi

La giornata politica a Frosinone è stata scandita dallo scambio di lettere tra Schietroma e Marzi. Che riporta il confronto al secolo scorso. La città ha bisogno di temi chiave dannatamente urgenti. Su cosa punteranno i loro schieramenti? Cosa dicono degli argomenti strategici? L'Ucraina ci sta dicendo che l'ordine mondiale è in fase di cambiamento. Ma qui agiamo ancora come se Jalta si fosse conclusa ieri

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Chissà se hanno usato il calamaio oppure una moderna stilografica. Pare di vederli, chini sul loro scrittorio, debolmente illuminato dalla fioca luce del lume ad olio: Domenico Marzi e Gianfranco Schietroma si sono scritti.

Per la precisione: Schietroma ha inviato oggi una lettera aperta a Marzi per rispondere a quello che lui gli aveva scritto il 22 gennaio: quasi due mesi fa. Marzi gli ha replicato oggi stesso dopo qualche ora. Supersonico.

La sintesi di quello che si sono scritti può essere agevolmente riassunta in un capoverso. Schietroma ha detto nella sostanza Caro Memmo, in questi anni il Pd non ci ha considerato nemmeno un po’; sono due anni che faccio il Segretario regionale e Zingaretti manco mi ha ricevuto. Vent’anni fa era diverso, ti siamo stati leali: oggi le cose sono diverse. Arrangiati‘. Marzi è di indole più sintetica. Gli ha risposto, sempre nella sostanza: ‘Non è questo il momento delle divisioni ma delle unioni‘.

Altri tentativi, sotterranei, andranno avanti: c’è da starne certi. Tanto quanto è certo che porteranno a nulla.

Ai confini con il barocco

Gian Franco Schietroma (Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

L’epistolario tra Schietroma e Marzi non rende merito all’intelligenza di nessuno dei due. Inoltre li fa apparire inutilmente arcaici, antichi, indietro nel tempo. Questa è l’epoca dei tweet, dei sentiment che mutano dalla mattina alla sera, di un’intera carriera politica bevuta d’un colpo insieme a due mojito. È l’epoca della memoria breve, dove la politica non è più granitica ed immutevole: ma addirittura si è fatta gassosa. E infatti, dopo i mojito c’è stata la resurrezione ed il tempo di fare il bis su una piazza polacca.

A Frosinone invece il tempo pare essersi fermato. Manco un sms, non si dica una telefonata: le lettere. Si sentano, si dicano quello che devono e poi finalmente si cominci a toccare i temi di questa campagna elettorale. Perché è questo il vero dramma: Frosinone ha disperatamente bisogno di agganciare una dimensione differente.

Qualcuno sa dire quale sarà questa dimensione? Il conflitto in corso in Ucraina ha masso a nudo un’evidenza: l’ordine mondiale costruito a Jalta è saltato. Superato. Le carte geografiche sulle quali si ragiona non sono più a due dimensioni ma a tre: sono decisive la catene di satelliti sulle quali viaggiano gli ordini di Amazon e di Alibaba, la logistica che viene organizzata dallo spazio. Il mondo basato sul dollaro sta vacillando di fronte alla kriptovalute.

E noi continuiamo a scriverci lettere aperte.

I temi che mancano

Tanto per essere chiari. Punteremo sull’attrazione di grandi investitori come ha fatto Cassino con l’operazione Fincantieri? Lanceremo un progetto capace di raccogliere 144 milioni di investimenti privati per diventare Tier One come fatto nel sud della provincia? O faremo concorrenza ad Anagni con il suo polo della logistica anche se richiede professionalità meno specializzate?

Riccardo Mastrangeli un segnale lo ha già mandato nei giorni scorsi. Punterà sui poli culturali come l’Accademia delle Belle Arti ed il Conservatorio. Ma poi? Ci sono corsi di alta specializzazione che si fanno in poche parti del Paese: scommettiamo su quelli?

E siccome qualcosa di concreto ogni tanto va detta: tra due mesi cucineremo con i legnetti ed il prossimo inverno batteremo i denti perché non avremo il gas. Non speriamo che con la Russia finisca a tarallucci e vodka: è in atto una guerra, a Kiev la fanno con Javelin e granate, nel resto d’Europa la stiamo combattendo con le sanzioni che hanno stabilito l’isolamento economico dello Zar e la nascita di un nuovo asse economico Usa – Cina, nel quale se non stiamo attenti finiremo schiacciati. E noi, i nostri avanzi di cucina continuiamo a mandarli a Padova dove ci si fanno il gas gratis? Continueremo a dire no agli impianti che ora sono diventati drammaticamente indispensabili?

Una telefonata allunga la vita ed accorcia le lettere. Per favore: è l’ora dei temi.

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