L’investimento politico di Antonio Pompeo

Riunione del presidente della Provincia con i fedelissimi all’indomani delle primarie. La scelta di andare con una lista propria rappresenta l’inizio di un percorso che ha come obiettivo quello di procedere in un sentiero di unità avendo una propria identità. E quando arriveranno le elezioni politiche…

Da un lato Francesco De Angelis, con una macchina organizzativa collaudata e una squadra che gli schemi li conosce a memoria perché gioca insieme da anni. Dall’altra Antonio Pompeo, che ha avuto il coraggio di contarsi alle primarie e che riparte da un risultato di grandi potenzialità, specialmente nel contesto dell’allargamento del perimetro elettorale del Pd.

Ieri un esponente di punta della sua area ha detto a Pompeo: «La scelta di andare con una nostra lista si rivelerà vincente. Se oggi fossimo stati in una lista unitaria e indistinta, si sarebbe detto che De Angelis aveva portato il 91% dei voti a Zingaretti». Invece ora tutti sanno che il 28% è farina del suo sacco. E non è poco. Forse saranno mancati voti da qualche parte, a Frosinone per esempio. Ma era la prima volta che la lista si presentava, in pochissimo tempo. Si tratta di un “investimento”. Con tutto il dovuto rispetto, come quando Matteo Renzi la prima volta perse nettamente da Pierluigi Bersani. Ma quel voto rappresentò poi l’inizio di un percorso diverso.

Antonio Pompeo non ha dubbi sulla scelta effettuata, continua a ripetere che la cosa più importante è l’unità, è che il partito deve procedere compatto. Inoltre, guarda con grande attenzione alle provinciali ma pure alle amministrative in 39 Comuni. Per non parlare delle Europee. Con Francesco De Angelis ha un ottimo rapporto, ma i due sono diversi per provenienza politica: dal Pci De Angelis, dalla Dc Pompeo. Possono e devono coesistere, come per anni hanno fatto lo stesso De Angelis e Francesco Scalia.

Inutile fare finta di nulla: la prova della verità ci sarà quando  arriveranno le Politiche o le Regionali, quando cioè si dovranno decidere le candidature e bisognerà schierare l’intera potenza di fuoco del Pd e del centrosinistra. Con Nicola Zingaretti (segretario nazionale) e con Bruno Astorre (segretario regionale) il Pd locale dovrà parlare con una sola voce. Unendo le forze e i voti.

Soltanto in questo modo il territorio potrà ambire a candidature realmente eleggibili (cosa che non avvenne un anno fa) per la Camera e per il Senato. Candidature locali, nel maggioritario e nel proporzionale. Sarà Zingaretti a dare le carte e lui ai territori guarda con attenzione. Francesco De Angelis e Antonio Pompeo: in Ciociaria si ripartirà da loro.

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