Via alle liste per il congresso. De Angelis capolista dei renziani dopo ore di scontro

Alla fine l’ha spuntata lui. Francesco De Angelis è il capolista del listone renziano in provincia di Frosinone. Sarà lui a guidare la pattuglia di candidati ciociari collegati al congresso nazionale del Partito Democratico. Quello che dovrà eleggere il nuovo segretario nazionale, stabilire la rotta politica del Pd, stabilire se a Matteo Renzi succederà ancora Matteo Renzi. Oppure uno tra Andrea Orlando o Michele Emiliano. I candidati locali corrono per entrare nell’Assemblea Nazionale del Partito.

 

L’ANNUNCIO ALLE 22
La riserva è stata sciolta alle 22. Al termine di uno scontro tutto al chiuso del Nazareno. Che sia stata una battaglia all’ultimo sangue lo lascia capire il continuo rinvio nell’annuncio delle liste: prima fissato per le 18, spostato poi alle 21. Arrivato in realtà solo un’ora più tardi.

A Frosinone la corsa era a tre. Francesco De Angelis ha chiesto di essere designato capolista. Il che gli darà la certezza di entrare nell’assemblea, perché in questa votazione non ci sono preferenze ma liste bloccate. Si entra in ordine di apparizione sulla lista. La lista per la Ciociaria prevede 16 candidati: uno per ogni ex collegio delle Provinciali. Lo statuto del Pd dice che va rispettata la parità di genere: nel listone insomma ci sono metà uomini e metà donne. Messi in modo alternato. A Frosinone saranno sei gli eletti sicuri, sette se va bene.

 

LA SCALATA DI FRANCESCO
La scalata di De Angelis è stata difficile. Fino alla fine. Come si dice in termine politico «C’è qualche problema su di lui». Traduzione: ha posto il veto l’altra anima del Partito, quella di Scalia – Pilozzi. Perché a puntare su quel ruolo era anche Nazzareno Pilozzi. Che ha già fatto sentire il suo peso. Ne ha parlato con Luca Lotti, con Maria Elena Boschi, con Gennaro Migliore.

Nel corso di quelle ore di trattativa, tutta interna ai big nazionali, ad un certo punto è stata proposta una soluzione di compromesso. La soluzione era né l’uno né l’altro: quota rosa e via libera a Sara Battisti.

Invece no. Alla fine l’ha spuntata lui. Su tutta la linea. Ha retto il patto di ferro con Sara Battisti: lei non si è spostata di un millimetro. E nemmeno Matteo Orfini non ha ceduto.

 

I NOMI. FUORI DI PUCCHIO. QUADRINI IN BILICO
Alla posizione numero 2 è andato un nome indicato da Francesco Scalia: Barbara Caparrelli. Così Nazzareno Pilozzi si è ritrovato al terzo posto. Al quarto c’è Sara Battisti. Al quinto un nome indicato da Simone Costanzo: il sindaco di Sant’Ambrogio Franco Messore. Al sesto un altro nome di Scalia: Francesca Gatta di Alatri. Al settimo è di nuovo il turno di De Angelis: indica il sindaco di Isola del Liri Enzo Quadrini.

Resta fuori Antonella Di Pucchio, coordinatrice delle liste di Simone Costanzo e membro uscente dell’assemblea nazionale Pd. A tagliarla fuori è stato il gioco delle alternanze uomo / donna. Ed il fatto che Francesco Scalia abbia messo sul tavolo due nomi di donna.

 

LA TRATTATIVA
Per gli assetti nelle file dei renziani si è devuto aspettare la fine della riunione tra i vari petali del giglio. A decidere chi dovesse essere il capolista sono stati il Matteo da Rignano ed il suo ex braccio destro nel Governo Luca Lotti, il presidente nazionale uscente Matteo Orfini, per passare al numero due nel Pd Lorenzo Guerini ed al ministro Dario Franceschini.

Sono stati loro a decidere gli assetti nel listone renziano che è stato depositato alle 22.

Non è stato facile perché in provincia di Frosinone tutti i big stanno lì: in quell’area, in uno dei vari petali. Con Luca Lotti ci sta il senatore Francesco Scalia. Con Maria Elena Boschi e Gennaro Migliore ci sta il deputato Nazzareno Pilozzi. Con Matteo Orfini ci stanno il presidente Asi Francesco De Angelis ed il vice segretario provinciale Sara Battisti. Con Dario Franceschini e Bruno Astorre ci sta il segretario provinciale Simone Costanzo.

Per tutto il giorno c’è stato il quesito: chi sarà a guidare la lista? I vari capolista vanno divisi sulla carta geografica nazionale tra i vari petali del giglio. Frosinone è stata assegnata all’area Orfini.

 

ORLANDO E EMILIANO
Più semplice per le altre due mozioni. A guidare la lista del governatore della Puglia Michele Emiliano è l’immobiliarista cassinate Salvatore Fontana. Da molti viene considerato l’elemento di discussione interna più acceso nel circolo cittadino. Per questo vuole costruirsi una legittimazione.

Per quanto riguarda invece la mozione di Andrea Orlando (sostenuta anche dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti), il capolista è Alessandra Maggiani. Al secondo posto c’è il sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio.

 

L’ASSEMBLEA NAZIONALE
L’Assemblea Nazionale del Pd è il Parlamento del Partito, il massimo organismo democratico nel periodo che separa un congresso da un altro. E’ composta da mille persone, elette alle primarie con le liste collegate ai candidati alla segreteria. A questi mille si aggiungono trecento rappresentanti eletti in concomitanza con le elezioni delle Assemblee regionali. Inoltre ci sono altri cento componenti eletti dai parlamentari (nazionali ed europei del PD). Completano l’Assemblea un numero variabile di altri rappresentanti, legati alle componenti: derivano dalle candidature alla Segreteria nazionale.

In tutto in Assemblea ci sono quindi circa 1400 persone.

A norma di Statuto, l’Assemblea serve per indicare gli indirizzi sulla politica e sull’organizzazione del PD. Le decisioni vengono prese attraverso la votazione di mozioni, ordini del giorno e risoluzioni in speciali Commissioni permanenti o attraverso riunioni plenarie. Dura in carica quattro anni, cioè quanto la durata del Segretario nazionale del partito.

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