Lite Acea – Asi. E richiamo di pagare anche l’acqua piovana

CESIDIO VANO per LA PROVINCIA QUOTIDIANO

Altro che acqua pubblica, qua rischiamo di pagare caro anche l’acqua piovana. Tutta colpa della disputa, mai risolta ed in atto da un decennio, tra Acea Ato5 e Consorzio Asi in merito alla gestione del depuratore che serve l’area industriale, ma nel quale però confluiscono anche le fogne a servizio di civili abitazioni. Dal 2007, infatti, è in atto un braccio di ferro tra Acea Ato5 Spa e Consorzio di sviluppo industriale di Frosinone, oggi presieduto da Francesco De Angelis, per la gestione del depuratore Asi di cui ora rischiano di fare le spese tutti gli utenti del servizio idrico provinciale.

Il depuratore e le reti idriche dell’area industriale consortile, realizzate e gestite dall’Asi, sarebbero dovuti passare con l’arrivo del gestore idrico unico provinciale, già dal 2003, all’Acea Ato5 Spa come è accaduto per i Comuni e come è espressamente previsto dalla convenzione di gestione tra Ato5 e Acea. Tale passaggio, però, non è mai avvenuto (come accaduto anche per i Comuni di Atina, Cassino e Paliano). Negli ultimi 12 anni, l’Acea, l’Ato5 (che è obbligato verso il gestore per l’acquisizione di tutti gli impianti e le reti) ed il consorzio Asi si sono rimpallati le responsabilità ma soprattutto non sono riusciti a sbrogliare la materia che è finita davanti ai giudici.

Nel frattempo, l’Asi ha continuato a gestire il depuratore stabilendo autonomamente, parrebbe, i costi di depurazione, richiedendo ed incassando il dovuto dalle industrie allacciate a cui fornisce anche l’acqua tramite la rete idrica del consorzio. L’acqua viene “acquistata” da Acea Ato5, dal 2009 presieduta da Ranieri Mamalchi, ma gestore e consorzio non sono mai riusciti a mettersi d’accordo sulla tariffa a cui Acea doveva fatturare i metri cubi ceduti all’Asi, questo perché fino al 2012 sarebbe spettato all’Ato5 stabilire la relativa tariffa (cosa che l’Ato non ha mai fatto, ma – come noto – non lo ha neanche fatto per le tariffe idriche oridinarie finendo poi commissariato) e successivamente all’Aeegsi che però ancora deve pronunciarsi (non solo sulle tariffe definitive per l’acqua ceduta al consorzio ma anche su quelle 2014 e 2015 con cui stiamo attualmente pagando le bollette idriche).

Nel 2012 c’è però il provvedimento commissariale che prova a mettere una pezza. Ad oggi, è il consorzio Asi che stabilisce autonomamente quanto debba pagare l’acqua ad Acea Ato5 e quanto Acea debba pagare ad esso consorzio per i volumi depurati dall’impianto industriale. Acea però contesta le “tariffe” del consorzio Asi: in via principale perché non spetterebbe ad esso stabilire il costo dell’acqua e, poi, perché – e qui veniamo all’assurda vicenda dell’acqua piovana che rischiano di pagare gli utenti – nei volumi fatturati dal Consorzio ad Acea per la depurazione c’è anche tutta la pioggia che il buon Dio manda giù dal cielo e che viene raccolta dalla rete fognaria collegata poi al depuratore Asi.

Per il consorzio è acqua che finisce nel depuratore e va pagata, per Acea è acqua meteorica che nulla ha a che fare con il servizio prestato e che – tra l’altro – con dovrebbe finire nelle fognature. Per adesso si va avanti così: il consorzio fattura circa 2 milioni d’euro all’anno e l’Acea contesta le fatturazioni non pagando. Sul caso deciderà il giudice dopo che il gestore idrico ha fatto causa all’Asi.

Ma il rischio è che, se Acea dovrà saldare il conto ormai vecchio di anni e anni, quei soldi, come spesa sostenuta dal gestore, finiranno dritti dritti nelle cifre che compongono, secondo il nuovo metodo tariffario, le somme da recuperare con le tariffe applicate all’utenza. Finiranno, cioè, nelle nostre bollette e pagheremo a peso d’oro anche l’acqua piovana misurata dai contatori in entrata del depuratore asi.

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