Lite per Pirozzi commissario alla ricostruzione tra Salvini e Di Maio

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ll leghista vuole l'ex sindaco di Amatrice e consigliere regionale del Lazio Pirozzi a capo della ricostruzione post terremoto del 2016. Ma il M5s ha iniziato un "casting" nelle Marche alla ricerca di un nome più adatto. Le frizioni.

FRANCESCO PACIFICO

per LETTERA43

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Matteo Salvini spinge per Sergio Pirozzi e non vuole sentire ragioni. Gli ha promesso in agosto che sarà lui il futuro commissario per la ricostruzione in Centro Italia al posto di Paola De Micheli, anche perché il battagliero ex sindaco di Amatrice secondo il vicepremier è l’uomo giusto per favorire l’ultima conquista elettorale al Sud, dove già oggi non mancano i voti, ma dirigenti capaci di consolidare la Lega nell’area.

Ma la stessa poltrona la rivendicano i cinque stelle, soprattutto quelli delle Marche. I quali hanno già iniziato un “casting” tra i professionisti e i progettisti della zona per trovare la figura più adatta.

Intanto, nelle retrovie, aspetta Fabrizio Curcio, ex capo della Protezione civile, al momento in forza a Palazzo Chigi.

 

CONTE NON DISDEGNEREBBE CURCIO

In maggioranza non si litiga soltanto sulle risorse da contendersi in manovra per reddito di cittadinanza e flat tax, per il decreto “spazza corrotti” considerato troppo giustizialista dai leghisti, o per la scelta del commissario a Genova dopo la tragedia del Ponte Morandi.

Una situazione, questa sul nuovo uomo forte della ricostruzione, che starebbe spazientendo non poco il premier Giuseppe Conte. Il quale non disdegnerebbe di mandare Curcio nelle zone del sisma del 2016, ma alla fine rischia di dover prorogare per altri 45 giorni il commissario uscenti De Micheli.

 

ANCHE FORZA ITALIA AVANZA PRETESE

Come detto, la questione è politica e si mischia con le tornate amministrative, partendo dalle Regionali in Abruzzo. In quest’ottica nel centrodestra – dopo l’ultimo accordo tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi che ha sbloccato la presidenza della Rai a Marcello Foa – c’è anche chi guarda in alto.

Non soltanto c’è chi si dice convinto che alla fine il leader della Lega lascerà a Forza Italia il candidato presidente – il coordinatore regionale Nazario Pagano avrebbe commissionato un sondaggio per capire chi può essere l’azzurro con maggiore appeal elettorale -, ma addirittura sarebbe arrivata la richiesta di conferire il posto di commissario a Pier Luigi Biondi, sindaco de L’Aquila, enfant prodige di quello che resta del centrodestra, membro di Fratelli d’Italia ma salviniano nell’anima.

Candidatura che il leader del Carroccio non ha ancora avallato, anche perché convinto che Pirozzi sia l’uomo giusto.

 

MALUMORI TRA I GRILLINI MARCHIGIANI

Questo sull’asse centrodestra-Lega. Ma non è da meno il fronte M5s, che rivendica questa poltrona con altrettanta forza. Anche perché Luigi Di Maio deve affrontare i malumori dei grillini marchigiani, di una regione dove il Movimento ha preso quasi tre volte più parlamentari degli altri partiti, ma che si è ritrovato senza un ministro dopo che Mauro Coltorti, si è visto scavalcato da Danilo Toninelli per la guida del dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture e si è dovuto “accontentare” della presidenza della commissione Lavori pubblici del Senato.

I grillini locali, oltre a fare pressioni sul vicepremier, avrebbero già iniziato a incontrare e intervistare i migliori professionisti dell’area per trovare quello giusto.

L’importante è che sia una figura del territorio, anche perché nel 2020 si vota alle Regionali e nessuno nell’universo pentastellato vuole perdere le Marche, l’unica regione in Centro Italia totalmente in mano loro.

 

IRRITATI I GOVERNATORI DELLE AREE COLPITE

Di questo caos potrebbe approfittarne Fabrizio Curcio, e non soltanto perché visto il suo passato saprebbe dove mettere le mani.

A riprova che la ferita del sisma del 2016 per lui non si è mai cicatrizzata c’è la scelta di venire ad Arquata il 24 agosto 2018, a due anni dalle prime scosse, per la commemorazione delle vittime.

Intanto i governatori delle aree colpite dal terremoto (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) guardano a questo caos con molto disappunto. Tanto che avrebbero scritto alla presidenza del Consiglio per lamentare sia la confusione sulla nomina del commissario sia le misure per l’area che dovrebbero entrare nel decreto Genova, dove lo stato di emergenza sarà prorogato di un anno.

 

LE REGIONI CHIEDONO CHIAREZZA SULLE RISORSE

A quanto si sa, le Regioni vogliono chiarezza sulle risorse per i loro territori. Soprattutto chiedono di intervenire su due punti che il testo del governo non tocca: una deroga per ricostruire anche le case che presentano difformità residenziali, cioè abusi edilizi e in quanto tali non possono ottenere il contributo per la ricostruzione.

Da risolvere anche il nodo relativo al personale assunto con contratti a tempo determinato in organico all’ufficio del commissario, che scadono il 31 dicembre 2018.

 

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