Lo sciopero delle braccia contro lo stomaco

Soli si va più veloci, insieme si va più lontano: un concetto che arriva da una lettera di Paolo. In cui spiega che sono le nostre differenze, messe insieme, a farci forti. Invece perdoamo tempo a dividerci

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

molte sono le membra, ma uno solo è il corpo  1 Cor 12,16

È un concetto basilare di tutta la cultura occidentale: insieme si è più forti, se ci si divide si perde. San Paolo lo riprende per scrivere ai cristiani che sono a Corinto. E’ una città popolosa, commerci straordinari, che arricchiscono la popolazione: si guadagna su tutto, sulle navi che devono attraversare l’istmo, sui marinai che passano la notte nei locali della città, spendendo tutti i loro soldi, sulle merci che passano di mano in mano, approfittando della possibilità di cogliere un affare.

E poi c’è tutto quel mondo che ruota attorno ai porti, in questo caso addirittura doppio, da una parte e dall’altra dell’istmo.

Il messaggio di Gesù è arrivato a Corinto, ha affascinato tanti ma li ha anche divisi in tanti partiti che fanno riferimento a diversi personaggi più o meno autorevoli della comunità cristiana. E Paolo, di fronte alle divisioni, alle lotte, agli insulti, deve intervenire, esaltando il principio di unità che non vuol dire la cancellazione delle differenze  quanto invece l’armonizzazione dei doni di ciascuno.

La discordia che ci rende deboli

Valentin de Boulogne o Nicolas Tournier – San Paolo che scrive le sue lettere – XVI sec

Ecco la scelta fondamentale  del pensiero occidentale: gli uomini vivono in comunità, sono animali politici direbbe Aristotele, hanno degli obiettivi comuni, sono come un corpo, in cui ci sono tante membra che però devono riconoscersi in una unità.

Anche Menenio Agrippa, alcuni secoli prima, aveva utilizzato l’apologo delle membra e del corpo per convincere la plebe di Roma a concludere la loro protesta sull’Aventino. Paolo la trasforma in un pilastro della fede cristiana: il corpo di Cristo è formato da tutti coloro che si affidano a lui, che credono nella sua Parola, appunto il Corpo Mistico di Cristo.

Che abissale contrasto con i giorni che viviamo, in cui sembra che ciascuno sia armato contro gli altri, quasi con il piacere di evidenziare le cose che dividono piuttosto che quelle che accomunano. Eppure, dovremmo capire facilmente che facciamo parte tutti dello stesso organismo. Siamo una specie di orchestra, in cui ci sono tanti strumentisti: se ciascuno suona bene, la sinfonia emergerà in tutta la sua bellezza. Se, invece ciascuno suona come ritiene opportuno, senza considerare quello che fanno gli altri, il risultato sarà deleterio per tutti: non c’è direttore che tenga.

La direzione va bene se gli strumentisti fanno la loro parte, seguendo le regole musicali altrimenti la cacofonia sarà inevitabile. L’insegnamento di Paolo è un grande invito alla concordia, religiosa ma anche civile.

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