Lo spartito è uno ma ognuno suona per conto proprio

Da quando si è insediato il governo Conte assistiamo alla dissonanza di voci che dovrebbero, invece, ritmare la stessa melodia, obbedendo alle note iscritte nel pentagramma contrattuale.

La tensione fra la Lega ed il MoVimento 5 Stelle ha raggiunto tali livelli di recrudescenza da far presumere una rottura. Da quando si è insediato il governo Conte assistiamo alla dissonanza di voci che dovrebbero, invece, ritmare la stessa melodia, obbedendo alle note iscritte nel pentagramma contrattuale, mentre di frequente si strimpella senza spartito ed i due vocalist, Salvini e Di Maio, emettono una musicalità disarmonica.

I contraenti dopo le elezioni europee manifestano esigenze differenti: Matteo Salvini deve capitalizzare il rovesciamento dei rapporti di forza interni al governo e portare all’incasso l’autonomia regionale e la flat tax, laddove Luigi Di Maio deve medicare l’anemia elettorale, tamponando l’emorragia di consensi, e riabilitare l’immagine del Movimento dal ritratto vignettistico che ne descrive l’asservimento ai leghisti.

Come è possibile intuire i due Partiti hanno finalità divergenti, difficilmente coniugabili, anzi ognuno ha interesse ad enfatizzare il proprio mandato politico con l’effetto di radicalizzare il confronto nell’attrito permanente interno alla maggioranza con la conseguente dispersione di energie.

La rissosità endemica al governo rischia di trasmettere un’immagine di improduttività se i pentastellati riducono il loro ruolo a forza di resistenza nel tentativo di diluire e contrastare le progettualità di cui sono titolari i leghisti.

Sull’autonomia Matteo Salvini non può patire il boicottaggio dei grillini o ingoiare il rospo di una manomissione snaturante il disegno originario. Il leader della Lega non può passare per colui che ha abiurato ai principi dell’autogoverno regionale e fomentare l’eventuale area del dissenso che si coagulerebbe nell’epicentro “genetico”, organizzativo e culturale della Lega. Il Veneto e la Lombardia premono e non deprezzeranno le loro richieste.

L’autonomia è un simbolo suggestivo, parte costitutiva del patrimonio politico della Lega, che non può essere svalutata dalla mediazione parlamentare o depennata dall’agenda di governo. I simboli sono potenti catalizzatori di consensi e sarebbe
masochistico rinunciarvi.

Qualora non si perfezionasse l’iter sul regionalismo differenziato, a causa dell’ostruzionismo grillino, la prospettiva dello strappo non sarebbe più un’ipotesi peregrina e si andrebbe all’epilogo anticipato della legislatura. I sondaggi accreditano alla Lega percentuali vertiginose che possono essere messe al servizio di una coalizione di centrodestra, di ispirazione sovranista, e presentarsi al Paese con un’alleanza omogenea.

I 5 Stelle hanno interesse a debilitare l’immagine di Salvini, insinuando sospetti sui presunti finanziamenti di Mosca alla Lega e assecondando la richiesta di audizioni parlamentari sui rapporti fra Gianluca Savoini, indagato per corruzione internazionale, e il leader leghista. Bizzarro che un partner di governo sostenga le strumentalizzazioni della sinistra che, essendo erede del partito comunista, ha beneficiato di ingenti finanziamenti dall’Unione Sovietica, peraltro, schierata in contrapposizione alle forze democratiche dell’occidente.

Salvini continua la sua azione, senza lasciarsi impaludare dagli scandali congetturati dagli avversari, incontrando ufficialmente le parti sociali a cui ha illustrato la flat tax come misura per dare impulso ai consumi.

Un’iniziativa che potrebbe irritare gli azionisti della maggioranza parlamentare e introdurre ulteriori frizioni nei rapporti di governo. Insomma, il premier Conte non dorme tranquillo, la sua serenità è disturbata dai “russamenti” dei suoi tutor “stellati”.

Forse è ora di scuoterli dal sonno e svegliarli!

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Andrea Amata è stato vice presidente della Provincia di Frosinone, prima ancora è stato Capo segreteria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio. Presiede la fondazione culturale di destra Nazione Futura ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni di carattere politico.

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