Lo strappo di Pigliacelli, l’asse Abbruzzese – De Angelis

Ancora una volta Cassino si dimostra centrale nel quadro della politica provinciale. La nomina del nuovo direttore generale del Cosilam fa capire non soltanto le strategie ma anche quali sono gli assi veri in provincia di Frosinone.

La scelta è ricaduta su Annalisa D’Aguanno, consigliere provinciale di centrodestra nel periodo di presidenza di Antonello Iannarilli e poi consigliere regionale con Renata Polverini (leggi qui il precedente). E tutti sanno che Annalisa D’Aguanno aveva in Andrea Augello (tra i più potenti e ascoltati colonnelli di An quando c’era Gianfranco Fini) il suo punto di riferimento politico.

Alle comunali di Cassino però si è schierata con Francesco Mosillo, uomo di punta di Francesco De Angelis e Mauro Buschini nella diaspora del Pd finalizzata a far perdere Giuseppe Golini Petrarcone, sostenuto invece da Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi.

Gran parte del punteggio la D’Aguanno lo ha ottenuto grazie alla sua esperienza politica. L’elemento contrapposto dai membri del CdA Zola – Mosillo – Satini al presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli che non intendeva votarla (e non l’ha votata), preferendole Federico Sisti, è stato «Lei però è più conosciuta».

L’elezione di Annalisa D’Aguanno dimostra che l’unico vero asse che c’è in provincia di Frosinone è quello tra il consigliere regionale Mario Abbruzzese (Forza Italia) e il presidente del Consorzio Asi Francesco De Angelis (Pd). L’Asi è l’altro Consorzio industriale della provincia.

Ma la votazione di ieri segna un punto fondamentale nella politica di questo territorio. Le conseguenze le vedremo nei prossimi mesi. E saranno globali. Non è stato un caso la presenza di Marcello Pigliacelli alla riunione del CdA in cui procedere a quella tanto chiacchierata selezione (leggi qui l’arrivo di Pigliacelli).

Non è una questione di nomi, di competenze e di curriculum. E’ una questione di metodi. E’ per questo che il presidente della Camera di Commercio è andato ha votato contro. Lo ha fatto per prendere le distanze dalla politica, con la quale pure le associazioni di categoria avevano collaborato nell’ottica di un progetto di rilancio degli enti intermedi.

Pigliacelli ha voluto dire che quell’intesa non c’è più perché la politica vuole riprendersi tutti gli spazi. Dappertutto.

In questo modo il presidente della Camera di Commercio si smarca completamente anche in prospettiva futura.

Però Pigliacelli ha voluto distinguere la sua posizione anche da quella del presidente Pietro Zola, voluto dalle associazioni degli imprenditori, soprattutto da Unindustria.

Per Pigliacelli si è chiusa definitivamente una stagione, quella della collaborazione tra associazioni di categoria e politica.

O meglio, fine della collaborazione con una certa politica ed una certa industria.

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