Lo sviluppo passa da Internet: Latina è avanti, Frosinone insegue

In che modo la pandemia ha modificato il nostro rapporto con il web? Quali risposte sono state date a un'utenza sempre più esigente? E quali sono le sfide di domani? Con Giuliano Peritore, presidente dell'associazione italiana internet provider e della Panservice di Latina, ci siamo mossi nella giungla della rete. Domanda dopo domanda. Risposta dopo risposta.

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

Immaginate di dover vivere soltanto una giornata senza essere connessi. Potremmo limitare la sfida: non un’intera giornata ma una sola ora. Probabilmente ci sarebbe lo stesso effetto. Internet, senza bussare, è entrato nella vita di ognuno di noi. Ci ha reso tutto più facile e tutto più difficile. O più semplicemente, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. In equilibrio. Proprio quello che, nell’ultimo anno, è stato messo a dura prova dalla pandemia.

In che modo le restrizioni per fronteggiare l’emergenza hanno cambiato il nostro rapporto con il web? In che modo la rete e gli operatori di settore hanno risposto alle richieste di un’utenza sempre più esigente? E quali sono le sfide di domani? Proviamo a capirlo.

Cambiano le abitudini su Internet

Giuliano Peritore e la Business School del Sole 24 Ore

Giuliano Peritore, presidente dell’Associazione Italiana Internet Provider e della Panservice di Latina, ha fatto ordine nella confusione di questi interrogativi. E con lui ci siamo mossi nella giungla della rete. Domanda dopo domanda.

Come è cambiato, durante l’ultimo anno, il rapporto tra l’utenza e l’utilizzo della rete?

“La pandemia da coronavirus sia per le restrizioni imposte, sia per responsabile prudenza da parte dei cittadini, ha fatto privilegiare dove possibile l’uso di internet rispetto ad attività precedentemente svolte in presenza. Dagli acquisti, ai pagamenti, al lavoro e fino ai contatti sociali. Questo si è tradotto in un utilizzo più costante della rete durante la giornata. E soprattutto, in un cambio del “pattern” di traffico generato dall’utenza. Ha riflesso l’aumento delle ore di permanenza in casa. Ore in cui si è svolto telelavoro, didattica a distanza, gaming e fruizione di contenuti durante il coprifuoco notturno”.

Per quanto riguarda il telelavoro, Peritore spiega che ha spostato traffico dalle utenze aziendali alle utenze domestiche, talvolta decentrandolo dai centri delle grandi città. Basti pensare al pendolarismo e insieme alla Dad ha contribuito all’aumento del traffico nelle ore diurne”. Anche se ormai “il traffico sulle reti internet è praticamente spalmato per tutto l’arco della giornata”.

L’aumento dell’utilizzo di Internet ha messo a dura prova le reti. Non è così?
Giuliano Peritore è presidente dell’Associazione Italiana Internet Provider

“Il maggior uso della rete ma soprattutto la diversa tipologia di applicazioni, in particolare la videoconferenza e lo streaming, hanno messo a dura prova le reti. Gli operatori che avevano dimensionato adeguatamente le proprie infrastrutture hanno gestito con facilità l’improvvisa maggior domanda di banda e il nuovo pattern di utilizzo già nei primi giorni di lockdown, altri hanno dovuto procedere in emergenza.

“Possiamo però dire che l’aumento del traffico registrato sulla rete è evidenza del fatto che tale traffico sia stato effettivamente consegnato all’utenza e questo è certamente un successo. Certamente alcune tipologie di accesso basate su tecnologie che erano appena sufficienti per una semplice navigazione web si sono rilevate inadatte ad un uso spinto di servizi avanzati quali la videoconferenza o lo streaming”.

Questione di tempo

La rete ormai è elemento imprescindibile delle nostre vite. Il nostro territorio, le province di Frosinone e Latina in maniera principale, è strutturato per recepire le richieste e l’incremento di traffico da parte dell’utenza?

“L’incremento di traffico già c’è stato per cui possiamo dire che il territorio era strutturato per recepire buona parte delle richieste che si sono presentate. Grazie a diversi investimenti, inoltre, da quelli più noti di Tim e Openfiber, per arrivare alla rete BUL (Banda ultralarga) realizzata con fondi pubblici, ma anche grazie ai tanti investimenti di operatori locali indipendenti, la banda ultralarga continua a diffondersi sul territorio che sarà quindi in grado di recepire richieste sempre più sfidanti con la fibra e di soddisfare anche le aree più critiche tramite infrastrutture wireless”.

Stando al report sulla velocità di internet la provincia di Frosinone è nei bassifondi della classifica nazionale. A Latina va meglio. Nel complesso come giudica questi dati? (leggi Popolo di navigatori (di internet). Ma a ritmo lento)

“La differenza tra Frosinone e Latina, ma anche tra Latina e Roma, è evidenza dell’arrivo di nuove tecnologie in tempi diversi. Latina si trova più avanti di Frosinone grazie alla disponibilità dei servizi Openfiber che gli operatori utilizzano per fornire accesso Ftth (bollino verde) ai clienti finali. Dal pontino Panservice agli operatori nazionali più noti. Si trova, invece, più indietro di Roma in quanto non ancora oggetto di copertura Ftth (fiber to the home, letteralmente fibra fino a casa) di altre reti di accesso”.

Giuliano Peritore con Francesca Chiocchetti, Andrea Picardi e Bruno Marnati

Sicuramente, prosegue Peritore, man mano che si ramificheranno e svilupperanno le reti in fibra ottica anche Frosinone scalerà rapidamente la classifica delle prestazioni e Latina si avvicinerà sempre più a Roma.  È solo questione di tempo, poi le prestazioni saranno simili ovunque. Va comunque ricordato che, per quanto riguarda attività industriali o comunque aziendali già da oggi è possibile acquistare, tramite attività a progetto, servizi in fibra ottica ultrabroadband di fascia alta più o meno su tutto il territorio laziale, naturalmente a condizioni diverse rispetto a quelle di una linea residenziale”.

Su Internet una parola d’ordine: funzionalità

Si fa un gran parlare di speed test. Per farla semplice semplice, si tratta dei test che rilevano la velocità internet, Sono strumenti sufficientemente attendibili per definire l’efficienza di una connessione e, allargando il campo, l’efficienza di un territorio?

“Gli speed test sono un tema molto critico perché forniscono dei dati che bisogna saper interpretare e che talvolta possono essere fuorvianti. Può accadere che una linea con ottime prestazioni ottenga un valore insoddisfacente su alcuni servizi di speed test, specialmente se remoti. Questo non è indice di cattive prestazioni della propria linea”.

Ma soprattutto, sottolinea ancora Peritore, “va considerato che lo speed test misura in genere la velocità di picco, ma buona parte dell’uso continuativo della rete avviene a velocità molto più basse della velocità di picco. Oltre alla velocità sono importanti la bassa latenza (tempo di attraversamento della rete), la bassa perdita di pacchetti, la costanza delle prestazioni, la qualità della rete del proprio internet provider, ma anche il rapporto che si ha con i servizi di assistenza del proprio fornitore”.

Velocità di dowload media nel Lazio. Foto: Can Stock Photo / italianestro
Semplificando “non è importante che la mia macchina raggiunga i 240 chilometri orari, l’importante è che mi porti da Frosinone a Roma a 90-130 chilometri orari tutte le volte che mi serve senza rompersi o ingolfarsi lasciandomi libero, qualche volta, di pigiare un po’ di più sull’acceleratore”.

Questo vuol dire che “difficilmente chi prova una fibra torna indietro su un altro servizio d’accesso, ma d’altro canto va ricordato che quasi tutti i servizi fondamentali come la didattica a distanza, la videoconferenza, il gaming, utilizzano tipicamente meno del 10% della capacità di una fibra. Per questi servizi, dunque, non è molto rilevante se lo speed test non raggiunge 900 megabit per secondo, l’importante è che i servizi funzionino bene”.

Maggiore consapevolezza: questa è la sfida

Le sfide di domani. A partire dalla questione della consapevolezza dello strumento internet.

“La vera sfida è capire che il problema non sta solo nelle reti ma anche nelle persone. La domanda di servizi di accesso a banda ultralarga e di servizi digitali è insufficiente, la spinta alla digitalizzazione è modesta, la consapevolezza che Internet è qualcosa su cui è necessario investire in quanto vero e proprio strumento aziendale e strumento di crescita personale deve ancora aumentare”.

Troppo spesso, conclude il presidente dell’Aiip e della Panservice di Latina, “si cerca di spendere il meno possibile su uno strumento insostituibile per l’attività lavorativa per poi rendersene conto solo in caso di difficoltà. Sempre più ci si trova a competere in un mercato globale e per riuscire a raggiungere risultati bisogna essere pronti ed avere delle fondamenta solide: un collegamento adatto alla propria realtà lavorativa, strumenti idonei di protezione digitale, dal firewall al backup remoto dei dati ad un buon sistemista/consulente, volontà di capire e implementare per tempo i processi digitali. Prima lo capiremo a livello di cittadino, imprenditore, pubblica amministrazione, meglio sarà per il Paese”.

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