L’olimpionico trombato a Frosinone con un sms

Il saltatore olimpionico ha saputo solo a cose fatte che il M5S gli aveva revocato la candidatura al Parlamento nell'Uninominale di Frosinone. Aveva già ottenuto tutte le autorizzazioni dalla Federazione. E organizzato vita ed allenamenti. "Scaricato con un sms, senza un perché»

Trombato con un sms. Senza un po’ di rispetto per i suoi allori olimpici. Come hanno fatto con i lavoratori Fca di Cassino quando hanno dovuto dirgli che l’indomani potevano starsene a casa perché il loro contratto era finito.

 

«Mi sembra tutto cosi’ assurdo». E’ amareggiato Fabrizio Donato, il campione frusinate di Salto Triplo, protagonista di Olimpiadi e Golden Gala. L’ultimo salto, quello in politica, non gli è riuscito. Voleva candidarsi nel Movimento 5 Stelle: con un sms gli hanno detto che poteva starsene a casa. E che il collegio uninominale di Frosinone l’avrebbero assegnato invece al meno celebre dottor Raffaele Nalli di Supino.

 

Donato in carriera ha vinto il bronzo olimpico a Londra 2012 e l’oro europeo outdoor a Helsinki 2012 e indoor a Torino 2009. Vanta inoltre 22 titoli di campione italiano.

 

«Mi hanno comunicato l’esclusione dalle liste uninominali di Frosinone lunedì mattina con un banale sms– ha raccontato all’agenzia Dire – a cose ormai fatte. Sinceramente non me l’aspettavo, se il buongiorno si vede dal mattino! Mi sembra tutto cosi’ assurdo, sono stato cercato, sono stato contattato, mi é stato proposto di candidarmi e poi mi escludono. Non si e’ capito neanche il criterio della mia esclusione, nel messaggio che mi hanno inviato c’era scritto solo ‘Ci dispiace’. Volevo portare in politica il mio istinto di combattente, la mia voglia di mettermi sempre alla prova, volevo portare idee nuove».

 

MI AVEVANO CERCATO LORO

L’amarezza sta nel fatto che non era stato lui a proporsi al Movimento 5 Stelle. Ma era stato il M5S a contattare lui

 

E l’idea gli piaceva. «Avrei voluto contribuire anche alla vita politica del mio Paese. Stavo già entrando nell’ottica che una mano avrei potuto darla. Poi non so perché é sfumato tutto. Ho sempre visto la politica un po’ in confusione, adesso ne ho la certezza».

 

Prima di dire si al M5S e dare al sua disponibilità alla candidatura, Fabrizio Donato ne ha parlato con la famiglia. Poi ha dovuto compiere una lunghissima trafila burocratica con la Federazione dell’Atletica. «Per prendere questa decisione immaginate cosa ho dovuto smuovere nella mia vita, chi non e’ dentro non puo’ neanche lontanamente immaginare. Da capitano della nazionale ho dovuto chiedere molti permessi. Io sono un sognatore, nella mia vita i sogni mi hanno permesso di fissare dei traguardi che non avrei mai raggiunto, mi prendono per matto, ma io sogno Tokyo 2020. E gia’ mi stavo chiedendo se sarei stato all’altezza, se sarei stato in grado di portare il mio entusiasmo e le mie idee in politica. Sarei riuscito anche a conciliare le due vite: quella da sportivo e quella da politico. Sarebbe stato anche piu’ facile, rispetto ad altri sportivi candidati nel passato, perche’ abito a Roma e mi alleno da solo e avrei semplicemente riprogrammato gli allenamenti in base agli impegni politici».

 

ERA COSA FATTA

Oramai la candidatura a Frosinone era cosa certa. Contro di lui si sarebbe ritrovato la consigliera comunale di Veroli Francesca Cerquozzi (Pd), il segretario regionale della Lega Francesco Zicchieri di Terracina, Marco Maddalena di Ferentino (LeU), Fernando Incitti (Casapound) e Carla Corsetti (Potere al Popolo).

 

«Avevo calcolato tutto anche in vista dei mondiali Indoor di Birmingham del 4 marzo– ha rivelato Fabrizio Donato a Dire – avrei avuto la gara di sabato e sarei tornato la domenica. L’unica nota positiva di questa storia é stata tutta la solidarietà del mondo sportivo quando é uscita la notizia della mia mancata candidatura. Un appoggio impressionante che quasi mi ha emozionato».

 

Forse, a far decidere il M5S a non candidarlo, è stata la consuetudine dell’atleta con le Olimpiadi: il MoVimento non le ama. Al punto da avere rinunciato ad un pacco di miliardi per i giochi olimpici a Roma. Quando Dire gli è stato domandato se avesse voluto le Olimpiadi a Roma, Fabrizio Donato ha risposto senza incertezze: «Si’ certamente, sarebbe stato bellissimo portare le Olimpiadi nella mia citta’, nel nostro Paese. Lo dico anche da padre, ho una figlia che nel 2024 avra’ 18 anni».

 

Ecco, se ha dato una risposta del genere anche durante i provini pre candidatura, il motivo della sua trombatura è evidente.

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