Le frustate di Scanzi a Roberta Lombardi

Il giornalista e saggista de Il Fatto Quotidiano dedica un profilo a Roberta Lombardi sul numero in edicola oggi. E la paragona, per disastri, a chi nel Pd fa perdere migliaia di voti al Partito appena apre bocca.

Andrea Scanzi è una delle penne più affilate nelle pagine de Il Fatto Quotidiano, foglio che non può essere considerato tra quelli indulgenti con il potere in carica. A qualsiasi colore appartenga. Giornalista, saggista, opinionista, ha da poco dato alle stampe il libro Renzusconi. E dall’inizio di quest’anno ha portato a teatro la trasposizione di quel volume, adattato alle scene. Viene considerato tra coloro i quali hanno spianato la strada al primo grillismo.

Ha sempre avuto serie riserve su Roberta Lombardi, la deputata che il M5S ha candidato a governatrice del Lazio.

Sul numero oggi in edicola, le dedica un profilo. A stimolare la penna di Andrea Scanzi è il noto slogan apparso su un banner pubblicitario “meno immigrati e più turisti”, pensato forse per strappare qualche preferenza al sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, che nell’area Nord del Lazio prende la maggior parte dei suoi consensi. Con un risultato invece così catastrofico da indurre gli altri big M5S a prenderne le distanze (leggi qui Fico e Di Battista prendono le distanze da Roberta Lombardi)

Scrive oggi Andrea Scanzi su Il Fatto Quotidiano:

 

Roberta Lombardi è un’instancabile sabotatrice di se stessa. Non c’è nessuno, in Italia, più anti-grillino di lei. Ogni volta che apre bocca, e peggio ancora ti capita di vedere in tivù quelle sue espressioni da Farinacci 2.0, ti vien voglia di votare tutti. Ma proprio tutti. Tranne lei. Col centrodestra spaccato e i 5 Stelle rappresentati dalla Lombardi, Zingaretti non può proprio perdere. Nemmeno se si impegna. Pochi giorni fa, in uno dei tanti slogan allegramente fascistelli, Donna Roberta ha detto che se verrà eletta lei ci saranno “meno migranti e più turisti”.

Una frase a caso, perfetta per un Salvini o un La Russa, e dunque perfetta anche per lei. I poveri Fico e Di Battista si sono dissociati, e non potevano fare altro, ma Donna Roberta è inarrestabile. Lo è sempre stata, lanciata a bomba contro se stessa,in una propensione auto-demolitoria fagocitante e fieramente devastatrice.

 

Il ritratto politico della candidata governatrice prosegue, ricordandone le origini anagrafche e politiche.

Nasce a Orbetello (Grosseto) nel 1973 per poi spostarsi a Roma. Laurea in Giurisprudenza. Famiglia di destra. Nel 2004 si occupa di design, soprattutto per appartamenti di lusso, tre anni dopo entra nei neonati Meetup Amici di Beppe Grillo. Pentastellata della prima ora, ben prima che il M5S nascesse, Donna Roberta si candida alle Comunali di Roma del 2008 e prende 199 preferenze. Cinque anni dopo è eletta deputata alla Camera per i Cinque Stelle. In uno dei primi moti masochistici della sua storia il M5S la sceglie come portavoce alla Camera.

Per farsi ancora più male viene pure scelto il rutilante Vito Crimi come portavoce al Senato. I due, nelle vesti lise del poliziotto buono e del poliziotto cattivo, partecipano da primattori allo streaming con Bersani. E fanno più danni della grandine.

 

Scanzi ripercorre errori, castronerie, scivoloni, toccando vari aspetti politici. Fino a ricostruire la sua scalata nel M5S ed il tentativo di agganciare la Regione Lazio.

 

Poi la scelgono come candidata alla Regione Lazio. Torna in tivù. E si scopre che non è cambiata: sempre arrogante, respingente e fascistella, anche in quel vezzo – molto renzino e berluschino – di non accettare il confronto televisivo con i giornalisti “sgraditi”. In Rete i talebani la difendono a spada tratta, un po’come Bruno Vespa difendeva Maria Elena Boschi accostandola financo a Santa Teresa d’Avila.

Come la Boschi, peraltro, Donna Roberta è potentissima in maniera inversamente proporzionale ai meriti: se Mary Helen Woods toglie secondo i sondaggisti un milione di voti al Pd, anche Donna Roberta prosegue la sua furia autodistruttiva. E nessuno la ferma. Per parafrasare un regista un tempo arrabbiato: continuate così, fatevi del male.

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