Lombardi: “Via i big dal Direttorio, tocca ai territori”

FOTO © STEFANO CAROFEI / IMAGOECONOMICA

Roberta Lombardi continua a scuotere il M5S. Nel tentativo di rianimarlo. No al Raggi bis: "Non supererebbe il ballottaggio”. Il Direttorio: "Via i big e dentro le voci dei territori”

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Un movimento senza il suo Cerchio Magico e che torni a darsi una linea figlia della collegialità di Rousseau. Perché interagire con gli iscritti è vitale. Lo è perché è il bouquet attraverso cui si rivela l’anima più pura, lo spirito originario dei Cinquestelle. Roberta Lombardi è un fiume in piena. Su un’intervista rilasciata a Repubblica la capogruppo del M5S in Regione Lazio traccia una rotta che non è solo logistica.

E parla di una politica che il movimento considera ancora ‘tierra incognita’. Una politica in cui non è difficile vaticinare che Virginia Raggi possa arrivare a giocarsi il Campidoglio con un ballottaggio. Una politica che non escluda un accordo con il Pd. E che comunque sia figlia di una rotta e non di una presa di posizione.

In Segreteria persone dei territori

Roberta Lombardi

Al quotidiano diretto da Maurizio Molinari, la Lombardi ha confessato una cosa: e cioè il valore assoluto dell’impegno silenzioso. Senza primedonne ormai stantie. Anche senza di lei.

«Vorrei che il Movimento fosse guidato da un organo collegiale. Ma non con i soliti nomi: Di Maio, Di Battista, Taverna, Fico. Non mi sento big, ma certo, nemmeno io. Vorrei che a guidare fossero le persone che hanno spesso dato un contributo silenzioso, ma concreto. Metterei in segreteria soprattutto persone che vengono dal territorio e nessuno che sia al governo».

E per la corsa al Campidoglio? Per la consigliera è «difficile con Virginia Raggi arrivare al ballottaggio alle comunali di Roma del prossimo anno. Dobbiamo continuare a guidare Roma per salvarla dai disastri del passato». Con un altro candidato e magari un’intesa col Pd? «Non a scatola chiusa. Bisogna provare a costruire un percorso».

Lombardi contro i pregiudizi regionali

Alessandro Di Battista. Foto © Imagoeconomica

Su una possibile scissione del gruppo che fa riferimento ad Alessandro Di Battista, Lombardi afferma: «E’ chiaro che quando il Movimento diventerà più definito a qualcuno piacerà, a qualcuno no. Ognuno si regolerà di conseguenza».

Nei giorni scorsi proprio Roberta Lombardi aveva messo il dito nella piaga. Mettendo in evidenza quanto fosse stato sciocco dire no all’alleanza con i Dem nelle elezioni Regionali. Avrebbero consentito un 4-2 per le forze di governo, e l’elezione di un Governatore al M5S.

Ora torna sul punto. Dicendo: «Quelli che hanno detto no alle alleanze per le Regionali non credo volessero fare del male, ma sono state vittime di un pregiudizio».

Minuetto con il Pd: fantapolitica

Roberta Lombardi con Virginia Raggi

E su un possibile scambio col Pd in vista delle elezioni, con i Dem al Campidoglio e lei alla Regione Lazio come successore di Nicola Zingaretti, Roberta Lombardi è stata chiara. E’ fuffa pubblicistica.

«Trovo fantapolitica tutto il ragionamento. Quello che ho detto, in modo pragmatico e senza nessuna interferenza di tipo personale, l’ho detto perché vivo a Roma. Ho il polso di questa città e penso sia difficile, con Raggi, arrivare al ballottaggio. E invece vorrei che visto che abbiamo lavorato molto, quel lavoro non andasse sprecato».

E un altro dei temi caldi è quello della piattaforma Rousseau. Non tanto e non solo per gli aspetti tecnico-economici per cui chi non paga incrementa il taglio dei servizi. Piuttosto per preservare lo spirito partecipativo del movimento. Quindi la strada per Lombardi è tagliare l’offerta ma non toccare gli spazi di consultazione on line con la base. Perché nei Cinquestelle non c’è base, ci sono tutti e il diritto di tutti a contare.

Lombardi: Basta con i Like

Nei giorni scorsi, sull’Huffington Roberta Lombardi aveva attaccato uno dei modi di essere del MoVimento, a tutti i livelli. Aveva rimproverato agli eletti, a tutti i livelli, di farsi condizionare dai Like e guidare dalla pancia della gente. In politica invece il buon amministratore è quello che governa la pancia degli elettori attraverso le buone politiche.

Ora chiarisce «abbiamo inseguito il consenso immediato con post di pancia, acchiappalike, quelli che è facile diventino virali, facendo dimenticare che tutte le questioni sono complesse. E che un tempo invitavamo i cittadini a usare lo spirito critico. Abbiamo invertito l’ordine, prima la comunicazione, poi il messaggio. E abbiamo sbagliato». (Leggi qui La scossa di Roberta al M5S “Basta con la Likecrazia”).

Uno vale uno, senza fare (s)conti

Foto © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Per Lombardi il M5s dovrà «fare una scelta di campo, e il campo è chiaramente quello progressista. Rousseau svolge un ruolo importante nella vita dei 5 stelle. Serve all’interazione con gli iscritti e deve appartenere al Movimento. Serve un passaggio di proprietà. Tutti devono pagare il dovuto, onorare gli impegni presi».

Poi la chiosa. «Se non accade consiglio a Davide di sospendere i servizi non essenziali , quelli che non sono legati alla consultazione degli iscritti . E di farlo finché la vicenda non sarà risolta».