Longo, quel ragazzo del Filadelfia diventato storia giallazzurra

Giovedì nel turno infrasettimanale il Frosinone sfiderà l’Alessandria allenata dal tecnico della seconda promozione in Serie A. Il trainer torinese, cuore granata, ha guidato i canarini per una stagione e mezza

Alessandro Salines

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È un pezzo di storia del Frosinone. Moreno Longo ha scritto una delle pagine più belle anche se sulla panchina giallazzurra è rimasto soltanto per una stagione e mezza. Ma è bastato per entrare nel cuore dei tifosi e nel ristretto circolo degli allenatori che in Ciociaria hanno lasciato un segno indelebile. Il tecnico piemontese infatti è stato il condottiero della truppa che nel campionato 2017-2018 è stato promossa per la seconda volta in Serie A. Un torneo durissimo vinto ai playoff dopo una finale a dir poco infuocata contro il Palermo.

Longo è stato tra i protagonisti di quell’impresa sportiva, ci ha messo tantissimo: cuore, anima, lavoro maniacale e conoscenze tattiche. Nell’ideale hall of hame degli allenatori giallazzurri ha un posto in prima fila accanto ai vari Umberto De Angelis, Giuseppe Bianchetti, Alberto Mari, Daniele Arrigoni, Ivo Iaconi e Roberto Stellone. Tutti mister vincenti.

Nel turno infrasettimanale Longo, oggi tecnico dell’Alessandria, sfiderà il suo passato al termine di una 5 giorni all’insegna dell’amarcord e dei sentimenti (sabato scorso è stata la volta di Dionisi). Per Moreno una partita speciale perché il Frosinone rimarrà sempre nel suo cuore. “La promozione in serie A mi ha permesso di entrare nella storia di questo club e di questo ne sarò sempre fiero ed orgoglioso”, ha scritto Longo nel post di saluto ai tifosi dopo l’esonero del dicembre 2018.

 UNA SCOMMESSA VINTA

Moreno Longo ai tempi del Frosinone

Moreno Longo, 45 anni, torinese, ex difensore granata, arriva al Frosinone nell’estate del 2017 all’indomani della bruciante sconfitta nella semifinale playoff contro il Carpi e le dimissioni di Pasquale Marino. Felice intuizione dell’allora direttore generale Ernesto Salvini. Un tecnico giovane, emergente che aveva appena salvato la Pro Vercelli in Serie B, mettendo in mostra una squadra tosta ed organizzata.

Salvini aveva seguito Longo sin dai tempi delle giovanili del Torino dove alla guida della Primavera ha vinto lo scudetto e la Supercoppa. A Frosinone eredita un gruppo forte che però lui forgia a sua immagine e somiglianza. Cambia modulo (dal 4-3-3 al 3-5-2), i giallazzurri marciano forte ai vertici della classifica in un campionato molto incerto.

Il suo Frosinone non ruba l’occhio ma è efficace come non mai. Vince e fa sognare i tifosi. Longo perde anche per infortunio il bomber Daniel Ciofani ma tiene botta. Sfiora la promozione diretta sfuggita all’ultima giornata grazie al pari col Foggia alla fine di una serata maledetta. In Serie A sale il Parma per differenza reti negli scontri diretti oltre alla capolista Empoli. La mazzata è tremenda perché anche la stagione prima i giallazzurri erano finiti terzi per la classifica avulsa. Ma in questo caso Longo dà il meglio di sé. Rigenera la squadra, si rivela un fine psicologo ed un grande motivatore. Il Frosinone trasforma la delusione in rabbia e vince i playoff: elimina il Cittadella e supera in finale il Palermo con una coda velenosa.

I canarini volano in Serie A per la seconda volta nel giro di 3 anni. Longo in trionfo e nella storia.

DALLE STELLE ALL’ESONERO

Il goal di Dionisi nella sfida promozione

L’avventura in Serie A si rivela più complicata di quanto si potesse pensare. Il Frosinone paga dazio oltremisura. I playoff (la finale di ritorno si è giocata il 16 giugno) e tutto lo strascico di ricorsi del Palermo provocano ritardi nella programmazione della stagione. Il mercato si rivela difficilissimo.

Longo però pensa solo a lavorare. Non si lamenta, fa di necessità virtù. I giallazzurri partono malissimo, la prima in casa contro il Bologna per giunta la giocano in campo neutro per la squalifica dello “Stirpe”. Un punto in 8 partite suona già come una mezza condanna. Comunque dalla nona alla dodicesima il Frosinone ha una piccola reazione: colleziona 4 risultati utili di fila tra i quali la prima ed unica vittoria (3-0 alla Spal) della gestione-Longo. Il Frosinone comunque non cambia passo, continua a stentare ed annaspare in fondo alla classifica.

Longo inevitabilmente finisce nel mirino. E non mangia il panettone: il 19 dicembre dopo la sconfitta interna col Sassuolo viene esonerato. Al suo posto Marco Baroni. Il tecnico piemontese lascia il Frosinone con 8 punti in 16 giornate. In totale colleziona 65 panchine con 88 punti (22 vittorie, 22 pareggi e 21 sconfitte). 

ADDIO CON STILE

Longo in un Frosinone-Ternana

L’esonero non è sicuramente un fulmine a cielo sereno per nessuno. D’altronde i numeri non danno scampo a Longo che esce di scena da grande professonista, con stile ed in punta di piedi come era arrivato.

Nessuna polemica, nessuna recriminazione. Solo un post di saluto su instagram scritto in punta di penna: “Voglio ringraziare il presidente Maurizio Stirpe per avermi dato una grande opportunità professionale che mi ha arricchito come allenatore e come uomo – si legge sul profilo del tecnico – La promozione in serie A mi ha permesso di entrare nella storia di questo club e di questo ne sarò sempre fiero ed orgoglioso. Se tutto questo è stato possibile il ringraziamento va rivolto a tutti i componenti della società. Tutte persone che nell’ombra hanno saputo creare una splendida “famiglia” vincente”.

Un ringraziamento sincero va a Frosinone città, alla sua gente e ai suoi tifosi che con la loro passione e il loro senso di appartenenza a questo splendido territorio ci hanno spinto facendoci veleggiare verso i traguardi prefissati. Grazie agli amici di Frosinone, persone grazie alle quali io e la mia famiglia ci siamo sentiti come fossimo stati a casa. Ci mancherete tanto. Con la “tigna” ciociara nessun sogno vi è precluso. Forza Frosinone”.

LA CHANCE-TORO

Moreno Longo al Torino

Dopo l’esonero dal Frosinone, Moreno Longo resta ai box per oltre un anno. Un periodo nel quale si aggiorna, studia, viaggia all’estero per approfondire il calcio straniero come quello inglese. Il 20 febbraio del 2020, in pieno lockdown per la pandemia, arriva la chiamata che ha sempre sognato. Il Torino ha bisogno di lui. Ha bisogno di un cuore-Toro per arrivare alla salvezza. Longo, ragazzo del Filadelfia, non può rifiutare e così sostituisce Walter Mazzarri. I granata sono in grandissima difficoltà. La classifica piange e la retrocessione è più di uno spettro.

L’ex tecnico giallazzurro dà l’anima e forse di più. Alla finale salva il Toro con 2 giornate d’anticipo. Avrebbe meritato maggiore riconoscenza e forse la chance di allenare i granata sin dall’inizio. Ed invece il calcio non guarda in faccia nessuno. Neppure il ragazzo del Filadelfia.

L’ALESSANDRIA E LA PROMOZIONE

Longo si ritrova un’altra volta disoccupato. Contatti con diversi club ce ne sono, ad un certo punto si parla anche di un ritorno a Frosinone al posto di Alessandro Nesta. Il rientro in pista invece si concretizza nel gennaio scorso. L’Alessandria, partita con ambizioni di promozione, non ingrana. Il presidente Luca Di Masi lo convince ad accettare la Serie C e così Longo sostituisce Angelo Gregucci. I “grigi” cominciano a correre e alla fine si piazzano secondi alle spalle del Como.

Longo si si conferma specialista nei playoff: elimina Feralpi Salò, Albinoleffe e nella finale batte il Padova ai rigori. L’Alessandria ritrova la Serie B dopo 46 anni, Longo scrive un’altra pagina di storia.  E c’è un retroscena. L’allenatore torinese è molto attento ai dettagli e negli allenamenti fa sempre provare i rigori ai suoi giocatori. Un’esercitazione che più di qualcuno ritiene inutile ed invece stavolta è decisiva.

La formazione alessandrina ha un impatto a dir poco difficile con la Serie B. Perde le prime 5 gare tanto che Longo finisce in discussione. Ma la società non si fa prendere dall’ansia e rinnova la fiducia al tecnico. La pazienza paga come il lavoro di Longo. L’Alessandria si rialza e conquista 7 punti in 4 gare. Nell’ultimo turno ha battuto il Crotone.

Ora c’è il Frosinone e per Longo sarà una partita dal sapore speciale. Non sbaglierà panchina perché si giocherà al “Moccagatta” ma l’emozione non mancherà. “Sono legatissimo a Frosinone come città, società e tifosi – ha chiosato sul sito grigionline.com – Abbiamo condiviso qualcosa di straordinario e sicuramente non sarà una partita come le altre. Ma quando l’arbitro fischierà, come sempre, la mia testa sarà solo per i grigi”.

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