L’ora dei fascisti in Ciociaria

La nascita del fascismo in Ciociaria. Le prime aggressioni alle Camere del Lavoro. Ed ai sindaci Socialisti. Cosa ne favorì l'espansione. E cosa ci devono insegnare quegli anni

Giovanni Giuliani

Giornalista malato di calcio e di storie

Uno spaccato di anni difficili e inquieti, di lotte per la dignità e per la sopravvivenza. Quella di contadini e lavoratori, in un’Italia che non è ancora operaia. Dove le professioni più diffuse sono lo zappaterra ed il badilante. Anni in cui sta per germogliare la violenza fascista. 

Lucia Fabi e Angelino Loffredi li raccontano con il loro libro scritto a quattro mani Cronache proletarie di lotte, successi e sconfitte. Ciociaria 1919-1922. Pagine che sono un affresco degli anni che dal primo dopoguerra conducono alla Marcia su Roma. Lo fanno nel centenario della presa del potere da parte dei fascisti. Narrano il biennio rosso e poi il biennio nero.

Non eravamo ancora Provincia

Quando non eravamo Provincia

 Il loro è il racconto di una Ciociaria molto diversa rispetto a come la conosciamo adesso. Non c’era ancora la Provincia di Frosinone: il territorio era diviso tra due Circondari. Con i comuni del nord e del sud ovest (oltre ad alcuni paesi dell’attuale provincia di Latina) facenti parte del Circondario di Frosinone, nell’allora provincia di Roma; ed i comuni dell’area sud-est facenti parte del circondario di Sora, Terra del Lavoro in Provincia di Caserta.

 Sono anni di lotte dei contadini, anni di divisioni all’interno di una sinistra che era ancora di matrice Socialista ma attraversata da quei fermenti che poi sfoceranno nella scissione di Livono e la nascita del Pci

L’opera di Lucia Fabi e Angelino Loffredi ci riporta indietro con la memoria per coltivare la Memoria. I due scrittori rielaborano gli accadimenti con una narrazione piena di aneddoti ricchi di particolari che ci aiuta a capire cosa accadeva davvero sul territorio ciociaro.

L’amarezza dopo la Guerra

Re Vittorio Emanuele III passa in rassegna le Associazioni dei Reduci della Grande Guerra nella Caserma Macao – Castro Pretorio

Il libro fa la spola tra vicende locali e nazionali tenendo come punto fermo due realtà, quelle di Frosinone e di Ceccano. Lo fa appoggiandosi ai resoconti delle attività amministrative.

In particolare quella della città fabraterna governata prima da liste contadine e poi dai socialisti.

Si parte da ciò che accade dopo la fine del primo conflitto. I danni fisici e morali derivanti dalla Grande Guerra sono enormi. Cosi come enormi le promesse disattese del governo di redistribuire le terre ai contadini.

Per capire cosa abbia rappresentato per la Ciociaria il primo conflitto bellico, il libro si affida ai numeri. Su 14mila soldati impegnati al fronte 4.600 morirono, quasi 2 mila tornarono mutilati, 7mila bambini rimasero orfani.

Il libro spiega che le delusioni e le amarezze dei reduci, che scoprono di avere combattuto per non ottenere alcunché in cambio. La Grande Guerra inoltre mette per la prima volta insieme i giovani dei vari punti della neonata Italia e questo fa scoprire a tutti le porofonde differenze tra le latitudini del Paese.

Le prime lotte

Un sanatorio della Spagnola

Ci si sofferma sulle  prime lotte del proletariato agricolo e industriale. Le lotte di 200 donne a Roccasecca e Sora per l’aumento del sussidio  per il pane. E poi l’arrivo della Spagnola, la micidiale influenza che dal 1918 al 1920 sconvolge tutto il mondo causando decine di milioni di morti. C’è un particolare che merita attenzione: a Frosinone finiscono le scorte di legname per fabbricare le bare e si devono tagliare diversi cipressi al cimitero.

 Intanto il movimento contadino si espande, sorgono le Leghe contadine. Aprono anche sezioni del Partito Socialista. Emergono figure importanti come quella dell’avvocato Domenico Marzi Sr, nonno di quello che in futuro diventerà per due volte sindaco di Frosinone. 

 La realtà di quegli anni è difficile. In un territorio in cui la forza lavoro è impegnata prevalentemente nelle campagne e in condizioni a dir poco difficili. Mancano i collegamenti viari, l’assistenza medica è scarsa.  Dilaga l’analfabetismo. Finita la lotta per la guerra inizia quella per la sopravvivenza.

 Il 1920 segna il punto più alto delle lotte del movimento contadino. Il Circondario di Frosinone diventa un punto di riferimento mentre va avanti anche soprattutto al nord il movimento dell’occupazione delle fabbriche. 

Ma qui gli autori rilevano le prime divisioni del movimento, le lacerazioni che non permetteranno di unire le varie anime creando di fatto, di lì a breve, i presupposti per l’espansione delle prime formazioni fasciste. Si evidenziano anche le divisioni tra le correnti del Psi che poi porteranno alla nascita del Partito Comunista con l’obiettivo di realizzare la rivoluzione in Italia sulla scorta di quanto accaduto in Russia

L’utopia della rivoluzione

 Per gli autori se da un lato il Psi in quel contesto storico non ha saputo guidare i punti più alti del conflitto sociale dall’altro è risultato un grande abbaglio l’idea che la componente comunista ipotizzava. Ovvero che in Italia esistessero le condizioni per una rivoluzione proletaria.

 Intanto da nord a sud  le nascenti formazioni fasciste  e apparati dello Stato iniziano a reprimere  le organizzazioni dei lavoratori. E non mancano precisi riferimenti ad eventi che avvengono sul territorio ciociaro.

 Il primo fascio di combattimento in Ciociaria viene costituito a Fiuggi. Poi a Frosinone e Cassino. L’ultimo nasce a Giuliano di Roma. Le spedizioni fasciste in occasione delle elezioni per la Camera nel maggio 1921 diventano una costante. Cosi come la volontà del Governo Giolitti di arginare il movimento popolare utilizzando proprio lo squadrismo fascista. 

 Nascono, intanto, gli Arditi del Popolo, che si battono a fianco dei lavoratori, e si tenta di normalizzare i rapporti tra socialisti  e fascisti con il Patto di Pacificazione. Un patto che reggerà davvero poco. Le violenze sono sempre più all’ordine del giorno.

 Il 1922 è l’anno che poterà Mussolini al potere. Il 15 ottobre a Frosinone si tiene la Grande Adunata dei Fascisti. Si intensificano gli attacchi alle sedi proletarie e alle amministrazioni comunali dirette dai socialisti. Non mancano spedizione punitive a assalti alle Camera del Lavoro.

Fascisti in Ciociaria

Milizie fasciste in marcia su Roma

 La presa del potere avverrà il 28 ottobre dopo la famigerata Marcia su Roma. Contestualmente sono 27 le formazioni fasciste in Ciociaria con 629 squadristi.

 Sta per iniziare un periodo reazionario,  di cui moltissimo si è detto e tantissimo si è scritto.

L’opera di Fabi e Loffredi ci aiuta a capire cosa c’è immediatamente prima della presa del potere di Mussolini, cosa favorisce l’espansione dei fascisti. 

 Con la memoria si torna indietro di oltre cento anni. Perché se si ha memoria si può comprendere meglio gli accadimenti. Comprendere la Storia locale e quella nazionale. Per questo Lucia Fabi e Angelino Loffredi hanno scritto Cronache proletarie di lotte, successi e sconfitte. Ciociaria 1919-1922.