L’ordine dal caos: Veltroni, Tajani e ‘Dibba’ le riserve della Repubblica

L'ordine dal caos: Veltroni, Tajani e 'Dibba' le riserve della Repubblica

Il centrodestra sente aria di vittoria alle politiche, Matteo Renzi alla “Leopolda di lotta e di governo” ha ribadito per l’ennesima volta che il Partito Democratico sarà il primo partito, il Movimento Cinque Stelle preferisce navigare al buio, forte di sondaggi che lo danno in continua crescita.

 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta già valutando tutte le ipotesi possibili perché per formare una maggioranza parlamentare occorreranno vere e proprie “acrobazie”. Nessuno sta a guardare però.

 

Matteo Salvini, leader della Lega, ha chiesto a Silvio Berlusconi un patto “anti-inciucio” (tra Pd e Forza Italia) da sottoscrivere davanti ad un notaio. Giorgia Meloni sa che il 5% di Fratelli d’Italia (dato dei sondaggi) è fondamentale per il centrodestra. Pierluigi Bersani (Mdp), nel dare appuntamento ad un eventuale dialogo con il Pd, ha spostato la data in avanti a dopo le elezioni. Con un significato preciso: con una possibile candidatura a premier di Pietro Grasso i dalemiani possono ambire anche ad una percentuale maggiore del 6%, decisiva a Senato e Camera. Quindi, se Matteo Renzi volesse l’accordo dovrebbe pagarlo a caro prezzo politico. In caso contrario Mdp potrebbe fare di tutto, perfino sostenere un governo guidato da Luigi Di Maio (Movimento Cinque Stelle).
La situazione è talmente confusa, che l’unica certezza è rappresentata dal fatto che la prossima legislatura durerà poco. Due anni forse.

 

Non è un caso che autorevoli esponenti come Walter Veltroni, fondatore del Pd, e Alessandro Di Battista, ariete del Movimento Cinque Stelle, stanno assumendo scelte diametralmente opposte ma univoche nel porsi come “risorse della Repubblica” nel day after. In Forza Italia un ruolo del genere potrebbe ritagliarselo il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

 

Intanto però tutti sono concentrati al massimo sulle candidature nei collegi proporzionali e maggioritari: Francesco Scalia come Francesco De Angelis, Mario Abbruzzese e Alfredo Pallone. Tutti. Però, a parte l’obiettiva difficoltà di farcela in un momento di grande confusione, il discorso diventa anche quello di capire che le prossime politiche saranno un passaggio. Le leadership di Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo rischiano di essere superate una volta che si saranno aperte le urne e contati i voti. Quello che succederà dopo è assolutamente imprevedibile. Come passare le colonne d’Ercole ai tempi di Ulisse.