Loro non ballano soli

Metti una sera a cena a Ferentino. Salone del ristorante Bassetto, mezzanotte passata da pochi minuti: il prefetto Emilia Zarrilli è andata via, con lei si sono eclissati gli ufficiali dei carabinieri che le facevano da accompagnatori. I sei cantanti di colore arrivati appositamente da Washington per il Ferentino Gospel sono appena andati a dormire.

Il miracolo politico prende forma mentre sale la musica anni Ottanta mixata dal dj: Another One Bite The Dust dei Queen, To Be Love Bob Marley… Qualcosa anni Settanta, Moscow Disco, Village People, That’s the way I like It… E’ a quel punto che nella pista da ballo si materializzano, saltellando, Francesco Scalia e Francesco De Angelis. E se qualcuno pensasse all’effetto di un allucinogeno tra i condimenti, alle loro spalle ecco Domenico Alfieri (candidato a sua insaputa alla segreteria Pd) che cangureggia sorvegliato a vista da Germano Caperna e Angelo Pizzutelli.

Non ballano soli. Saltellano tutti insieme. E se qualcuno avesse fatto finta di non vederli eccoli impegnati anche in un trenino tra i primi tavoli del salone.

Un passo indietro. La serata inizia in maniera tradizionale. Ognuno al posto suo. Francesco De Angelis è seduto ad un tavolo, accompagnato dalla fedele Federica Luzi e da Maria Spilabotte con la quale ora sia lui che Mauro Buschini condividono i post su Facebook. Fino a qualche mese fa si ignoravano.

In un altro tavolo, ad adeguata distanza, siede il senatore Francesco Scalia, accompagnato da Domenico Alfieri, Germano Caperna ed Angelo Pizzutelli.

Arriva l’antipasto. E nell’altra ala della stanza si accomoda l’immobiliarista con il vezzo della politica Luca Sellari.

Il prefetto Emilia Zarrilli è in disparte, scortata dal presidente Antonio Pompeo vistosamente ringiovanito (poi si scopre che finalmente ha lasciato nell’armadio il gessato e sfoggia una giacca a fantasia, su una camicia bianca e cravatta Marinella) e dagli ufficiali dell’Arma ai quali suo malgrado l’ha dovuta affidare Giuseppe Patrizi.

Manca solo il neo assessore regionale (in attesa di conferma) all’Ambiente Mauro Buschini. “Eppure mi aveva detto che sarebbe venuto” dice il maestro di cerimonie Gianfranco Fiorini. I maligni dicono che si sia chiuso in casa nel timore che qualcuno gli porti male, ora che si è saputo dell’assessorato. Altri assicurano che a furia di riti scaramantici e sgrattamenti abbia consumato un paio di boxer.

Come nelle storie di capriccio e di passione, ognuno finge di ignorarsi ma tutti si pensano intensamente. Così, se si simula di dover andare in bagno e si attraversa la sala mentre i camerieri consegnano ai piatti il risotto ai pistilli di zafferano e petali di mandorle, si scopre che lo scenario è già cambiato: Scalia siede accanto a De Angelis e parlano fitto, il presidente dell’Asi dice “Ma lo sai che forse mi conviene pure a me andarmene un paio di settimane, me ne vado a Boston e poi si arrangino”. Il riferimento è alle indiscrezioni del pomeriggio per mettere tutti d’accordo sulle candidature alla segreteria provinciale del Pd (leggi qui il precedente).

Dopo pochi minuti, al tavolo c’è pure Luca Sellari, presenza discreta accanto all’eminenza grigia della serata, Marco Di Torrice. Restano invece al loro posto Domenico Alfieri con la guardia pretoriana: “Ma dillo questa sera che ti candidi” lo sfotte Caperna.

All’altro tavolo, Scalia e De Angelis parlano. E sorridono. Alfieri è tranquillo, tanto non parlano di lui perché non è candidato.

Arriva la mezzanotte, il prefetto va via. Iniziano le danze: Scalia si scatena, De Angelis ulula, Alfieri molleggia, Pompeo rimbalza.

Tutti felici. Intesa raggiunta? Una cosa è sicura: questa sera a Ferentino nessuno di loro balla solo.