Luca Fantini: «Risposte sui temi, non conte interne»

Il segretario provinciale del Pd «Siamo più centrali che mai». «Da “marziani” parlare di congresso ora. La priorità è la pandemia»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

È proiettato alle prossime elezioni comunali, consapevole che adesso più che mai quel voto rappresenterà anche un test politico. Da sei mesi Luca Fantini è il segretario provinciale del Pd.

Allora Fantini, facciamo un “tagliando” di questi primi sei mesi alla guida dei Dem?

«C’è una grandissima squadra che sta lavorando al rilancio dell’azione del Pd provinciale. Voglio ringraziare chi, con impegno e passione, si sta mettendo a disposizione quotidianamente della nostra comunità. Non sono parole di rito: certamente il Partito è tornato a farsi sentire e lo si deve ad un gruppo dirigente nuovo, rinnovato, competente».

Nicola Zingaretti

«C’è voglia di politica e riscontro una grande partecipazione alle tante iniziative che stiamo portando avanti. Quelle pratiche innanzitutto: come la raccolta provinciale di beni di prima necessità per chi ha più bisogno. E quelle sui temi: sanità, scuola, lavoro, diritti. E ovviamente sulla politica, dove c’è un confronto interno costante. Ora si terrà la Direzione Provinciale, è fondamentale ascoltare, dibattere e concertare una linea comune. Faccio dell’ascolto un punto fermo nello svolgere i miei doveri da segretario. Siamo soddisfatti, ma è solo l’inizio».

La crisi del Governo Conte ha spiazzato il Pd. E nell’Esecutivo Draghi non ci sono donne. Insomma…

«Ci siamo trovati dentro una crisi assurda al buio, aperta da Italia Viva, nella quale crisi va sottolineato il lavoro di grande mediazione portato avanti dal Segretario Nazionale, per un Pd unito e più forte. Dispiace l’assenza di donne democratiche nel nuovo esecutivo, ma ciò non può essere imputato esclusivamente al Segretario. La sua azione politica e di governo è sempre stata contraddistinta dal protagonismo delle donne. È un sistema che caratterizza tanti settori e sul quale bisogna intervenire radicalmente, anche nel solco di un percorso che il nuovo Pd di Zingaretti ha già intrapreso. Ma occorre certamente fare di più».

Ma nel Governo Draghi i partiti rischiano di non toccare palla?

«Il Pd, lo ha detto bene il segretario Zingaretti, non sarà mai una forza di semplice testimonianza. Farà valere le proprie idee, rilanciando l’azione riformista anche in questa nuova esperienza di governo. E ciò significa dar voce e presentare soluzioni alle questioni strutturali che rendono debole il nostro Paese: un fisco progressivo e più equo, la difesa dei posti di lavoro, l’università gratuita per le fasce più in difficoltà, la tutela dell’ambiente».

Mario Draghi (Foto: Alessandro Di Meo via Imagoeconomica)

«Bisogna essere ambiziosi, avere obiettivi alti, e le proposte programmatiche che il Pd ha presentato al presidente Draghi prima della composizione del governo sono state accolte. Abbiamo posto una condizione chiara: lo sguardo deve essere rivolto ai più deboli, a chi sta rimanendo indietro anche a causa del Covid. La sfida è epocale. Siamo certi che i nostri ministri rappresenteranno al meglio il Pd sui nostri temi».

Nel futuro prossimo del Pd Luca Fantini cosa vede?

«Sono abituato a giudicare i fatti: le relazioni del segretario Zingaretti, pur in una fase convulsa, sono state votate tutte all’unanimità dalla Direzione Nazionale. Il Pd è unito come non mai, responsabile, impegnato a garantire il supporto necessario per affrontare le battaglie enormi che l’Italia deve affrontare. Piano vaccini, rilancio economico, superamento della fase dell’emergenza sono le priorità. È da “marziani” parlare di congresso ora, ed è stato lo stesso Zingaretti a lanciare, messo allespalle il dramma del virus, l’idea di un confronto sui temi e sui cambiamenti che hanno interessato la nostra società. La nostra comunità si aspetta risposte in relazione alla più grave emergenza di sempre, non inutili conte interne».

Tra un anno si vota al Comune di Frosinone, la “madre di tutte le battaglie”.
Pompeo, Marini, Vicano e De Angelis

«La sfida del capoluogo è sicuramente decisiva. Stiamo già lavorando sul programma, in sinergia con il circolo cittadino. Sarà fondamentale costruire una coalizione larga e aperta. Le primarie previste dal nostro statuto sono una possibilità concreta per individuare, in un secondo momento, il candidato sindaco». (Leggi qui Frosinone caput mundi. Guai a chi perde le Comunali).

Intanto però si vota subito ad Alatri e Sora.

«Ad Alatri c’è stato un primo confronto con tutte le forze di centrosinistra che ritengo positivo. C’è necessità di aprire una nuova pagina dopo dieci anni di amministrazione. È emersa la disponibilità a lavorare, assieme, ad una piattaforma programmatica comune, aperta al mondo civico e alle migliori energie della città. Auspichiamo un campo largo, e l’impegno su questo fronte sarà totale».

«Su Sora siamo intervenuti in maniera tempestiva chiedendo al commissario e al subcommissario, che rappresentano l’unità e la forza della Federazione, con una grande esperienza alle spalle, di assumere la responsabilità di azione a salvaguardia dello spirito politico del gruppo dirigente sorano e per rimettere al centro il Partito Democratico. Questo è un primo obiettivo che abbiamo raggiunto».

«Anche qui: ora bisogna aprirsi all’esterno, al civismo, a chi vorrà contribuire alla costruzione di una coalizione forte di centrosinistra. Questo è il modello del Partito Democratico della provincia di Frosinone che abbiamo inmente e chiameremo tutto il partito, dagli eletti al gruppo dirigente, a dare il proprio contributo in questa sfida così importante. Saremo pronti a competere».

Buschini, Fantini, Frusone
Segretario fantini, per concludere: quali alleanze sul territorio?

«Va assolutamente salvaguardato il lavoro di questo anno e mezzo di governo. Su diversi temi si è lavorato bene, quello costruito è un patrimonio di risultati acquisiti che non deve essere liquidato e – con il Movimento e Leu–bisogna mantenere aperta una prospettiva unitaria. Siamo favorevoli a rilanciare questa esperienza anche nei territori. Non solo, e qui torno al concetto espresso precedentemente: l’alleanza va allargata a sensibilità moderate, liberali, socialiste ed europeiste. Con il gruppo dirigente ci stiamo muovendo in tal senso, e sono convinto che i risultati saranno dalla nostra parte».

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