Luca Fardelli: “Le vie della politica sono infinite”

Il consigliere che ha lasciato il Pd per non appoggiare Salera. E che molti rivorrebbero dentro al Partito. Ma molti altri no. "Non bastano le strade, occorre molto altro”. Il nome ingombrante. Il ruolo di papà Cesare. L'Ambiente, visto da direttore della Saf: "Ecco perché la gente non si fida delle nuove tecnologie”. Perché oggi Cassino non dà più le carte sul tavolo provinciale

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Enzo Salera? E’ un grande lavoratore, e poi non gli sfugge nulla. Ma non posso dire se sia migliore o peggiore rispetto a Giuseppe Golini Petrarcone”: Luca Fardelli non tradisce il suo Dna democristiano. Basta insistere, spingere di più verso l’angolo, così si ottiene la risposta: “Sì, mi candiderei ancora con Petrarcone”.

Luca Fardelli è fratello di Marino, eletto da pochi giorni Difensore Civico della Regione Lazio. È figlio di Cesare Fardelli, una delle architravi della Democrazia Cristiana in provincia di Frosinone per oltre quarant’anni e con entrature dove occorreva in Piazza del Gesù a Roma. Il loro è un cognome pesante e pure ingombrante. Anche per questo, in molti nell’amministrazione del sindaco Enzo Salera, ostacolano un suo possibile ingresso in maggioranza al Comune di Cassino.

Paga il fatto di non avere sostenuto i vincitori alle elezioni di due anni fa. Fosse stato per lui il candidato doveva essere l’ex sindaco Peppino Petrarcone: lo ha detto, ha salutato il Pd, se n’è andato, lo ha sostenuto. Ufficialmente non è più nel Partito Democratico, probabilmente ancora per poco. A prescindere dalla tessera parla da uomo di Partito. E dice: “Abbiamo bisogno di un Partito forte e coeso che sappia far sentire la sua voce su temi fondamentali per il futuro di questo territorio. Faccio solo l’esempio del totale silenzio sulla crisi del comparto automotive che già ha visto la perdita di centinaia di posti di lavoro. Molti di più sono a rischio in futuro se il problema non viene affrontato e risolto. Non a Cassino ma con una forte voce proveniente da Cassino”.

Parole che suonano come un monito per l’amministrazione comunale che continua a fare melina in vista del Congresso, tant’è che non c’è ancora l’ufficializzazione della data.

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Quanto pesa chiamarsi Fardelli e voler fare politica?

 “Mi rendo conto che avere un cognome così pesante ha i suoi vantaggi ma anche la consapevolezza che hai come riferimento un vero e proprio mito. D’altronde per tutti i bambini il papà è un mito ed io ho avuto la fortuna di mantenere questa convinzione. In ogni manifestazione non manca una o più persone che sono pronte a raccontare le storie gli aneddoti che hanno accompagnato la vita politica del mito. Oggi i tempi sono cambiati: è tutto così social e poca concretezza. Il mito era capace di stazionare per giorni davanti la stanza del governatore di turno per poter ricevere un finanziamento, oggi invece ci si limita ad una pec o al massimo ad una telefonata”.

Vecchie leggende, rimproverarono Cesare di avere assunto il figlio Luca nello stabilimento Saf, lui rispose che semmai era vero il contrario perché quando Cesare divenne presidente dell’azienda provinciale dei rifiuti Luca era in servizio da quasi un anno. Come andò?

Effettivamente molti ancora oggi sono convinti di questo. Io però sono stato assunto dalla Reclas che era il privato gestore nel 1998 mentre mio padre arrivò alla guida della Saf nel 2001. Fu un ordine del presidente della Provincia Francesco Scalia che si ‘inventò’ la società pubblica per la gestione dei rifiuti in provincia di Frosinone, evitando così da oltre vent’anni qualunque emergenza legata alle immondizie sul nostro territorio. Mio padre era stato eletto in consiglio provinciale nel 1999 ed il presidente Scalia gli affidò la gestione del consorzio Campo Catino. Lui riuscì a risanarlo ed a far ripartire la stagione turistica superando una lunga serie di ostacoli burocratici. Visto quel risultato, Francesco Scalia pretese che Cesare Fardelli andasse a fare il presidente del consorzio dei Comuni del basso Lazio che generò la Saf. Era appunto nel 2001”.

Cesare Fardelli
A prescindere dai colori politici: Saf è stata un punto di svolta per l’ambiente in provincia di Frosinone negli ultimi 25 anni

Vero: da quando nel 2003 avvenne la famosa assemblea di trasformazione in Saf molte province hanno seguito il nostro modello dove i comuni sono soci. Tutti in parti uguali a prescindere dal numero di abitanti e dalla quantità di materiali prodotti.
Ecco questo è stato un capolavoro della politica e mio padre il fondatore insieme a tutti i sindaci che votarono favorevoli furono autori di un qualcosa di lungimiranza unica
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Oggi la gente mormora di fronte ai biodigestori ed ai termovalorizzatori esattamente come 25 anni fa faceva con Saf.

La gente mormora perché non si fida, non si fida perché non viene ascoltata e se non viene ascoltata non riceverà mai le informazioni del caso. E poi alcuni temi vengono strumentalizzati alimentando le incertezze di ognuno di noi su temi così complessi”.

Cosa vuole intendere con questo?

Beh, semplice: veda oggi cosa accade per i vaccini. Il mondo in questi 25 anni è cambiato: all’epoca Saf nasceva per risolvere il problema dei rifiuti in provincia di Frosinone. Oggi siamo talmente tanti sulla terra che le risorse non bastano più per tutti. Per questo i rifiuti sono diventati una risorsa: perché sono la materia dalla quale ricavare i nuovi materiali, generando nuova materia prima. Se ci pensate bene, la situazione si è completamente capovolta in questi 25 anni ma la mentalità è rimasta a quando i rifiuti erano un problema.

 Due anni fa ha preferito salutare il Pd per restare coerente con la sua idea di appoggiare Petrarcone come sindaco: lo rifarebbe?

 “In politica mai guardare lo specchietto retrovisore. Chiaramente in quell’occasione ci sono stati degli errori da parte di più persone”.

Si, ma non ha risposto alla domanda

La risposta è: sì, lo rifarei”.

Luca e Marino Fardelli
Nonostante da quel momento suo fratello Marino ha rinunciato a fare politica, si è dimesso da segretario del Pd e si è concentrato sulla sua attività lavorativa?

Che Marino abbia smesso di fare politica in pochi lo hanno creduto ma per quanto riguarda la politica elettiva lo ha dimostrato con i fatti. La politica è una passione che si può declinare in molti modi e non per forza solo quando si ricoprono incarichi istituzionali”.

Una passione irrinunciabile la politica per i Fardelli, quindi?

Siamo cresciuti a pane e politica e ci è entrata nel sangue così come l’amore per la famiglia insegnatoci dai nostri genitori”.

Ultimamente Luca Fardelli sembra in sintonia con la maggioranza: cosa pensa del sindaco di Cassino Enzo Salera?

Enzo Salera è un grande lavoratore con un grande pregio: non dimentica nulla”.

Però lei preferisce sempre Petrarcone, giusto?

Come sindaco non posso dire meglio o peggio io sono consigliere dal 2019”.

 Le invettive di Fontana, le “lezioni” di Abbruzzese. Ora i “ruggiti” di Leone. Che opposizione c’è a Cassino?

Molto costruttiva per quanto mi riguarda mai urlata e nelle sedi opportune con una maggioranza pronta ad ascoltare e portare avanti molte proposte arrivate dall’opposizione”.

Gino Ranaldi e Luca Fardelli
In questi mesi è sottoposto al pressing dell’avvocato Gino Ranaldi, capogruppo del Pd: da queste parti si dice chen ‘quando il diavolo ti accarezza vuole la tua anima’.

Io e Gino siamo amici da moltissimi anni prima della “politica”… Il dialogo con lui non si è mai interrotto. Gino fa quello che un buon Capogruppo deve fare: costruire strade politiche”.

E lei intende percorrere la strada che Ranaldi le sta costruendo?

Le strade politiche non dipendono solo dall’esserci o meno: il fatto che ci siano è solo il presupposto. Poi bisogna avere una meta da condividere. Avere buone compagnie lungo il cammino… Sono tanti i fattori da prendere in considerazione“. (Leggi qui La conferenza di pace nel Pd, tregua dopo due anni).

Il PD si avvia al congresso cittadino. Non c’è un Segretario da quando Marino ha rassegnato le dimissioni. Chi ne raccoglierà l’eredità?

Al Pd di Cassino non posso che augurare di tornare ad essere quella fucina di idee e iniziative che fu un tempo. Purtroppo anche il Covid ha rallentato la ricostituzione del circolo cittadino ma la seconda città della provincia non può permettersi la totale assenza sui tavoli politici. Abbiamo bisogno di un Partito forte e coeso che sappia far sentire la sua voce su temi molto importanti per la vita dei cittadini e il futuro di questo territorio”.

Ad esempio?

Ne cito uno su tutti: il totale silenzio sulla crisi del comparto automotive che già ha visto la perdita di centinaia di posti di lavoro e molto di più sono a rischio in un prossimo futuro se il problema non viene affrontato e risolto. Non a Cassino ma con una forte voce proveniente da Cassino. La dimensione del ritardo l’ha dipinta con precisione proprio Alessioporcu.it: ormai se si vuole parlare di futuro non bisogna ragionare in termini di ‘Automotive‘ ma di ‘Mobilità sostenibile

 Chi sarebbe la guida ideale per invertire la rotta?
Cesare e Luca Fardelli

Su chi sia a guidare il Pd cassinate non mi esprimo visto che non ho rinnovato l’iscrizione. Per il bene del centro sinistra auspico che sia una persona autorevole con la passione per la politica e non qualcuno che pensa di salire su un “mezzo di trasporto“.

 Abbiamo iniziato citando Cesare, concludiamo con lui: ai suoi tempi era il Sud della provincia a governare le politiche del territorio, oggi l’asse si è spostato a Nord: perché?

Diciamo pure che mio padre era il collante tra tutte le forze politiche in campo. E la politica tutta si fidava di lui. Era garante in tutto. Cesare Fardelli esercitava l’arte della politica riuscendo a mediare le diverse legittime posizioni trovando una sintesi condivisa per il bene comune. Oggi ci sono varie anime che cercano di essere interlocutori ma, ripeto, i tempi sono cambiati”.