I Ricordi in Bianco e Nero di Fausta Dumano sulle foto di Piero Albery. Questa volta, dall'album salta fuori lo psicologo che ha in terapia la scuola ed il suo disagio: Lucio Maciocia
Ricordi in bianco e nero, questa volta la location è la piazza del Castello dove aveva sede la scuola per chimici… Ricordi in bianco e nero… loro, gli studenti dell’Istituto, erano più pratici e aggregativi di noi liceali. La piazza diventava un fulcro collettivo della politica.
Correva il ’77… e come è andato di corsa… In quel tempo si portavano le gonne lunghe… Fissa il ragazzo che sta con me, io sono l’ unica che guarda lì obiettivo di Piero Albery: il ragazzo che mi sta di fronte si è nutrito dei nostri fermenti e malesseri giovanili, fino a diventare il responsabile del disagio del dipartimento 3D della Asl, cioè quello che si occupa di Disagio Devianza e Dipendenza. Lucio Maciocia è psicologo e psicoterapeuta.
Noi siamo state le sue cavie inconsapevoli. Studente liceale di Isola del Liri, dove attualmente vive, ambientalista, attivista di Italia Nostra, va promuovendo il benessere e la promozione della salute nei luoghi di lavoro. Ma soprattutto nelle scuole.
Avendo vissuto da protagonista attivo quel malessere che serpeggia tra i banchi di scuola, oggi propone strategie ai docenti ma indaga anche sulla fragilità delle fasce più deboli. Ha pubblicato anche dei libri per ”crescere sostenibili e in salute, didattica interattiva, la creazione dei fili di Arianna nelle scuole. Un sostenitore dell’innovazione, che rende protagonisti gli studenti. È nello stesso è responsabile di corsi di aggiornamento per docenti.
Ricordi in bianco e nero… per parlare di uno dei più noti psicologi del nostro territorio, impegnato soprattutto nel settore giovanile, non potevamo che scovare una foto da studente. Disturbi sull’alimentazione giovanile, Scuola e ambiente, sono solo alcuni dei suoi campi di indagine. Anche lui è stato protagonista di quel collettivo studentesco e poi universitario a Roma, tornava anche lui a vivere quell’aria di Arpino, portando il respiro romano. Da studenti respiravamo quel malessere, da docente mi sono ritrovata sua allieva per studiare strategie didattiche.
Ricordi in bianco e nero… Correva il ’77… e come correva… davanti ad una scuola e ne siamo rimasti intrappolati… Il malessere serpeggia ancora: riforme su riforme ma l’abbandono scolastico è sempre in agguato. In quel tempo si comunicava tra noi, senza i filtri dei cellulari, in quella piazza nascevano le manifestazioni, si cresceva ,si sognava un altro mondo possibile. Chissà quanto ne abbiamo realizzato.