L’ultima battaglia di Nikki contro la tigre

È finita l'ultima battaglia di Nikki Guelfi contro 'la tigre'. Le aveva dedicato un libro: non il diario di una malattia ma un inno alla vita ed alla speranza. Ne stava per scrivere un altro. Non ne ha avuto il tempo. L'annuncio del marito, l'assessore allo Sviluppo del Lazio Paolo Orneli

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Infinito. Come se ne trovano soltanto nelle favole. L’amore tra Paolo e Nikki era stato come una tempesta nelle loro vite. Si erano incontrati per caso. Così uguali e così diversi. Lui preciso e geniale, lei colorata delle passioni impegnate per le quali solo le donne sanno combattere: i diritti, la giustizia, una società finalmente libera. Tutt’e due animati dalle idee e dai princìpi: Paolo e Nikki s’erano ritrovati a parlarsi, ascoltarsi. E scoprirsi come due metà di uno stesso discorso che insieme prendeva più forza.

Una vita insieme, scandita dai colori di quell’amore e di quelle passioni. Fino a quando il destino ti presenta il conto, dicendoti che è arrivato il momento di chiudere, saldare ciò che è rimasto aperto, andare via.

Il conto per Nikki e Paolo arriva sotto forma di due pantofole ai piedi di un letto. Nikki ‘manca‘ la mira e scivola. Finisce sul pavimento. Al Pronto Soccorso le dicono che la caduta le lascerà in ricordo un livido ed in pochi giorni andrà via. Ma che cercando lesioni tra le sue ossa hanno trovato invece un ospite inatteso in uno dei suoi polmoni.

Nikki lo chiama la tigre per quanto le appare spietata e crudele quella malattia. Ma la affronta con lo stesso coraggio che l’ha spinta per tutta la vita a manifestare e battersi in favore delle altre e degli altri.

La tigre ha fame, si apposta, è furba e sa come aggredire. Nikki resiste. E non si piega. Adatta la sua vita al nuovo nemico che ha dentro. E se non può più urlare con tanto fiato quanto ne aveva prima adesso scrive. Detta alle stampe un libro: La zampata della tigre. Le recensioni assicurano che non sia il racconto di una malattia ma un inno alla vita, un “incitamento a non perdere mai la speranza”.

Quasi quattro anni dura quella battaglia alla tigre. Nei mesi del Covid, Nikki stava per buttare giù un altro libro, rubando il tempo alle centinaia di cose che comunque riusciva a fare nonostante il felino appostato nel suo organismo la impegnasse in continuo. Appunti, articoli, idee per chi intanto portava avanti le battaglie per le quali lei aveva combattuto ed alle quali anche ora dava così il suo prezioso contributo.

Il secondo libro non uscirà. La notte scorsa Paolo Orneli, il geniale assessore regionale allo Sviluppo Economico del Lazio, ha scritto su Facebook perchè.

Alla fine, hai smesso di soffrire e sei andata via in una sera d’estate, alla vigilia di quel viaggio che tanto desideravamo fare. Non te ne sei neanche accorta, il tuo cuore ha ceduto e ti sei addormentata così, senza parole né lacrime. 

Non ti dirò bugie: non ero pronto per questo momento, avevamo ancora troppe cose da dirci e da vivere insieme.

Con te se ne va la parte migliore di noi due. Forse avrei dovuto essere più forte, più paziente, più capace di aiutarti e amarti come meritavi. Ora non posso più farlo amore mio.

Posso solo dirti che mi prenderò cura di nostra figlia con tutto me stesso, portandoti sempre con me e raccontandole la donna straordinaria che sei stata e che un male infame ci ha portato via. 

Ciao Nikki, mia bellissima ragazza e compagna di vita. Finalmente puoi smetterla con tutte quelle cazzo di medicine. Riposa in pace e proteggici. Noi ti ameremo per sempre e non ti dimenticheremo mai.

Nikki Guelfi è andata via, lasciando al Partito Democratico ed alle Donne un enorme patrimonio di battaglie, di impegno sociale, idee. E in Paolo un vuoto pieno d’amore. Infinito. Come quello nelle favole.

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