L’unica salvezza dei Cinque Stelle sono le comunali

A livello nazionale è iniziata la drammatica resa dei conti tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Il Movimento è sempre più irrilevante. Per questo potrebbe decidere di rimettersi in moto iniziando dai livelli più bassi. Come le comunali. A Frosinone ci sono delle praterie a sinistra. Ma i 5 Stelle si sono frantumati

Luigi Di Maio vuole  sfiduciare Giuseppe Conte come capo politico del Movimento Cinque Stelle e riprendersi il partito. L’ex premier annuncia di voler arrivare lui ad un chiarimento. Magari nei penta stellati si effettuerà finalmente una resa dei conti di fatto iniziata da oltre un anno. Dopo le batoste elettorali ad ogni livelli (Europee, Regionali, Comunali di Roma e Torino), è arrivata la Caporetto parlamentare sull’elezione del Capo dello Stato.

Giuseppe Conte ha provato in tutti i modi a rinsaldare l’asse gialloverde con Matteo Salvini, ignorando i consigli di Goffredo Bettini (Pd) che da settimane gli ripeteva che si sarebbe arrivati ad un Mattarella bis. Adesso è davvero complicato per Conte resistere al fuoco di fila del Ministro degli Esteri.

L’attacco con account fake

Luigi Di Maio (Foto: Tim Hammond / Imagoeconomica)

Lo scontro tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio si è già acceso sui social a colpi di tweet. Nella mattinata di oggi è entrato nelle tendenze di Twitter l’hashtag #DiMaioOut, con cui molti utenti stanno chiedendo la ‘cacciata‘ del ministro degli Esteri dal Movimento 5 Stelle, accusandolo di aver ‘tramato’ contro il leader Conte nella partita per il Quirinale.

Si tratta di un’operazione studiata a tavolino. Non ha dubbi Pietro Raffa, esperto di comunicazione social e amministratore delegato della ‘MR & Associati Comunicazione‘. In giornata ha analizzato il traffico, sentenziando che siamo di fronte ad «un tweet-bombing contro Di Maio». Dalla sua analisi emerge che solo 289 account hanno usato quell’hashtag: «È chiaramente un’operazione studiata, che viene fatta da chi vuole modificare la percezione su alcuni temi». In pratica, in pochi rilanciano continuamente il tema facendolo apparire molto più discusso di quanto in realtà lo sia.

E gli attacchi a viso aperto

Alessandro Di Battista (Foto Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Non è un Fake invece Alessandro Di Battista che attacca sul Fatto Quotidiano Luigi Di Maio. Dicendo «Credo che a Luigi interessi più salvaguardare il suo potere personale che la salute del movimento. O si arriva a una resa dei conti o faranno prima a cambiare il nome del M5s in Udeur. Quello che sta accadendo lo avevo già previsto due anni fa». Di Battista rimprovera Conte su Belloni. «A mio avviso avrebbe dovuto far votare la Belloni in Aula, a qualunque costo».

E nemmeno è un Fake la vice presidente del M5S Alessandra Todde. Per lei «esistono due modi di fare politica: chi lavora alla sopravvivenza, cercando il massimo beneficio e chi invece porta avanti un progetto lavorando in un contesto inclusivo». Per la viceministra allo Sviluppo Economico «i personalismi, le fazioni, i continui tentativi di indebolire chi è stato legittimato, minano il progetto». Anche lei difende l’operato di Conte e chiede giustificazioni a Di Maio. «È giusto che Di Maio fornisca chiarimenti agli iscritti e sostenitori del Movimento in merito ai comportamenti tenuti negli ultimi giorni. Come diceva Gramsci, la verità è sempre rivoluzionaria».

Stelle tra Palazzi e territori

Stefano Pizzutelli

Tutto questo si sta verificando nei palazzi romani, mentre nei territori i Cinque Stelle continuano a non starci. L’esempio lampante è il Comune di Frosinone, dove la posizione del Partito fondato da Beppe Grillo è la stessa del civico Stefano Pizzutelli (Frosinone in Comune). Vale a dire lontananza enorme dal Pd, no alla candidatura a sindaco di Mauro Vicano, no all’accordo con liste provenienti dal centrodestra.

Tutto questo però adesso deve trovare una risposta sul piano politico. Una risposta che vuol dire una lista con i candidati al Consiglio comunale, ma anche con un candidato sindaco. Fra l’altro sia nel 2012 che nel 2017 i Cinque Stelle hanno avuto un loro candidato sindaco: Enrica Segneri prima e Christian Bellincampi poi. Cinque anni fa il MoVimento ha eletto due Consiglieri comunali: lo stesso Bellincampi e Marco Mastronardi. Entrambi però hanno lasciato il Gruppo. Bellincampi frequenta il gruppo civico guidato da Luigi Vacana che punta a portarlo alle Primarie; Mastronardi da tempo è uscito per formare il gruppo Frosinone Indipendente con Fabiola Scasseddu Daniele Riggi. (Leggi qui Mastronardi passa al Misto: è il tramonto delle Stelle).

Manca un anno alle elezioni politiche e regionali e difficilmente i Cinque Stelle avranno l’effetto mediatico che nel 2018 fu garantito da Beppe Grillo e da un apparato di comunicazione che volava sull’onda dell’antipolitica. Il rischio è quello di ridursi ad una dimensione ancora più irrilevante. Per questo il MoVimento sta partecipando ai tavoli delle Comunali, considerando pure che  a Frosinone il centrosinistra non sa cosa fare. E’ spaccato tra Pd e Psi ed i due tavoli del centrosinistra sono arrivati ad un punto morto.