L’unico pericolo per Natalia è il cesarismo… alla Fiorito

Con le opposizioni frantumate il consiglio comunale ad Anagni diventa cartina tornasole di una maggioranza a doppio passo. E di un sindaco che rischia l'autoreferenzialità. Un po' come l'ex consigliere regionale che 'chiacchiera' con il suo vice.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Se ci si volesse limitare ad un’analisi superficiale, quello di venerdì scorso ad Anagni sarebbe un anonimo consiglio comunale. Un’assise dedicata ad alcune variazioni di Bilancio. Con l’ormai inevitabile corollario di toni alti e punzecchiature più o meno aspre tra opposizione e maggioranza del sindaco Daniele Natalia. E con tanto di uscita plateale della minoranza (o di una parte consistente di essa) al momento del voto.

Minoranza disorganica

Se però si vuole guardare un po’ a fondo, l’assise di venerdì ha detto qualcosa di più. Punto uno. A livello di minoranza, ha ormai certificato la frantumazione di un’azione coordinata dei consiglieri di opposizione. Consiglieri che prima del consiglio non si sono nemmeno visti per concordare un’azione comune. Una mancanza dovuta, è stato detto, a problemi di lavoro. E ad impegni contrastanti che non hanno permesso di concordare alcunché.

Resta il fatto che tre consiglieri di minoranza su sei sono usciti dall’aula al momento del voto. Cioè Sandra Tagliaboschi, Nello Di Giulio e Fernando Fioramonti.

Due (Valeriano Tasca e Gianluigi Ferretti) erano assenti al momento del voto per questioni private). Ed uno (Antonio Necci) ha votato con la maggioranza, cosa che per la verità capita piuttosto spesso al momento.

Un modo di fare che tradisce, nonostante gli annunci di rito, una diversità probabilmente insanabile. Ed in effetti, le recenti prese di posizione, ad esempio, di Fioramonti, che guarda ad un’alleanza spostata a sinistra, rendono impossibile una cosa. Solo per fare un nome, un collegamento con il consigliere di Casapound Valeriano Tasca. (Leggi qui E Cirinnà ‘riabilita’ Natalia: “Non è uomo che discrimina”).

Giunta evanescente

Floriana Retarvi

Punto due. Ha sancito l’ormai sempre più netta evanescenza di una parte rilevante della giunta Natalia.

Più volte durante il consiglio (come anche nei precedenti) si sono chiamati in causa gli assessori Retarvi e Chiarelli. Sempre senza ottenere risposta. A riprova del fatto che la giunta Natalia è spaccata in due.

Da una parte assessori (e consiglieri con delega) che fanno il loro lavoro con impegno. Dall’altra parte esponenti che sono lì solo per conservare equilibri politici interni.

Natalia su tutti, forse troppo

Punto tre. Ha ribadito la capacità politica del sindaco Natalia. Che corre un solo rischio, al momento: quello di farsi prendere la mano da atteggiamenti trionfalistici che potrebbero ritorcerglisi contro.

Due esempi su tutti. Le foto, ampiamente pubblicizzate, della sistemazione della strada di una parte della circonvallazione. Poi quelle relative all’ultimazione dell’impianto di illuminazione pubblica in via San Magno. Due cose importanti senz’altro.

Daniele Natalia e Vittorio D’Ercole Foto © Ettore Cesaritti

Su (quasi) tutto il resto però dopo più di due anni l’amministrazione è rimasta alla fase degli annunci. Parliamo di ex ospedale, ex polveriera, ex scuola S. Angelo solo per fare alcuni esempi. Buoni per prendere voti. Ma pericolosi se poi quegli stessi annunci non vengono convertiti in realtà.

Post Scriptum. Qualche giorno fa presso un noto bar della città, il vicesindaco Vittorio D’Ercole è stato visto impegnato in un colloquio molto fitto con l’ex sindaco e consigliere regionale Franco Fiorito. Non sembrava solo uno scambio di saluti e di convenevoli. Il che riporta ad una domanda, fatta già altre volte. Quanto conta, ancora, Fiorito in città?