L’Unità d’Italia è diversa se la vedi da Ferentino

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. L'Unità d'Italia: oggi 160 anni fa. Ma vista con un binocolo particolare, da Ferentino. E la rende molto diversa

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Valenti Giuseppe, anni 22, nato a Ferentino recita il foglio matricolare cioè il fascicolo che riassume tutti i fatti salienti nel servizio di un soldato.

La mamma gli diceva sempre di impiegarsi, perché loro erano contadini e la vita nei campi non era per lui: troppo scapestrato quel figliuolo.

Sembrò trovare pace quando decise di arruolarsi. “È il posto per lui quello” pensò la mamma: avventura si, ma anche disciplina. Artigliere, nella sua bella divisa da soldato, servente al pezzo. In linea accanto a carabinieri e dragoni, oltre alle guardie. Svizzere. Perché i soldati del Papa vengono principalmente dalla Svizzera.

La mamma del soldato d’artiglieria Valenti Giuseppe da Ferentino di anni 22 era tranquilla il 17 marzo del 1861 quando a Firenze quello scomunicato di Vittorio Emanuele annunciò che nasceva l’Italia.

Ma cos’era mai quest’Italia. Fino a quel momento c’erano stati granducati, piccoli regni, Robetta rispetto alle superpotenze Francia e Spagna. L’Italia. Finalmente un grande Paese, nel quale tutti sono uguali. Che poi a Isola del Liri sbullonarono i macchinari e se li portarono come bottino di guerra lasciando senza lavoro le splendide cartiere ciociare è un’altra storia. Ma l’Italia poi sarà una buona cosa, vuoi mettere: finalmente al tavolo con la Franza e la Spagna.

Alla mamma del soldato Valenti Giuseppe di anni 22 da Ferentino invece  l’Italia non piacerà. La maledirà. il suo figliolo di lì a poco morirà per difendere il papa dai bersaglieri lanciati dalla breccia di Porta Pia.

La Storia, dopotutto, dipende da quale lato la guardi.

Senza Ricevuta di Ritorno.