L’unità non è un dogma. La Lega si guarda intorno

La Lega ancora non firma il documento di sostegno al candidato sindaco di Fratelli d’Italia perché il progetto non convince. Anzi sta cercando strade alternative: l’unità del centrodestra a Sora non è un dogma. E Caschera non ha archiviato la possibilità di candidarsi lui alla carica di primo cittadino. Intanto la spaccatura a sinistra rafforza Luca Di Stefano

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Frosinone come Latina. Sora come Terracina e Fondi. L’unità del centrodestra non è un dogma nemmeno in Ciociaria. Esattamente come avvenuto in tutte le più recenti elezioni comunali del Pontino: da Terracina a Fondi e ora anche a Formia. Lega da una parte, Fratelli d’Italia dall’altra, Forza Italia dove le è più strategico.

Il caso Sora nelle ore scorse è stato al centro di uno scambio d’opinioni tra i vertici provinciali della Lega. La posizione emersa è di estrema perplessità sull’operazione portata avanti da Fratelli d’Italia: cioè di puntare sull’oculista Giuseppe Ruggeri. (Leggi qui Un documento per Ruggeri: ma la Lega indugia).

C’è estrema prudenza fra i vertici leghisti ed è per due motivi. Uno politico: l’alleanza di centrodestra nelle Comunali del basso Lazio finora quasi mai è stata realizzata e farla a Sora sarebbe quasi destabilizzante; perché fino adesso sono state Forza Italia (a Terracina) e Fratelli d’Italia (a Fondi) ad incassare lì dove erano favorite, lasciando ai margini la Lega. L’altra perplessità è di ordine amministrativo e si basa sul report fornito dal consigliere Lino Caschera, secondo il quale ci sono ancora i margini per un percorso alternativo che potrebbe vederlo candidato sindaco.

Il pranzo FdI – FI con Ruggeri

Non è ancora un No al documento messo a punto da Fratelli d’Italia e Forza Italia, già firmato anche dall’Udc e consegnato alla Lega da Vittorio Di Carlo. Ma l’elemento politico della questione è forte. “In altri posti l’accordo non è stato fatto e qui a Sora lo dovremmo fare per portare acqua al mulino di Fratelli d’Italia?”. Questo è il ragionamento che sta maturando dentro la Lega. Perché nel Basso Lazio dove a Fratelli d’Italia non è convenuto le alleanze non le ha fatte.

La firma della Lega non arriva

È stato il coordinatore cittadino di Forza Italia, ormai almeno una settimana fa a consegnare agli esponenti cittadini della Lega il documento di sostegno all’aspirante candidato sindaco Giuseppe Ruggeri. Un documento che parla di una candidatura civica. In realtà l’accordo è politico, lo stesso Ruggeri nei mesi scorsi si era tesserato a Fratelli d’Italia, quando il Partito era ancora in mano all’avvocato Paolo Pulciani. Ed era stato sempre il partito di Giorgia Meloni a fare il suo nome. “A mezza bocca però”, aveva esclamato qualcuno dei potenziali alleati.

Sono questi gli elementi che non convincono la Lega. Il coordinatore Filippo Porretta e il consigliere comunale Lino Caschera hanno preso tempo, boicottando il pranzo della scorsa settimana al Casale di Posta Fibreno ma soprattutto evitando per ora di sottoscrivere il documento. (leggi qui Un documento per Ruggeri: ma la Lega indugia)

La motivazione ufficiale è semplice: si attende il faccia a faccia con il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani. Lo stesso che però nei giorni scorsi aveva incontrato l’ex sindaco di Sora Ernesto Tersigni insieme al senatore Gianfranco Rufa. Se ne farà nulla. Ma è un altro indizio a conferma che si stia cercando un’alternativa. (leggi qui Nel nome di Ernesto. Centrodestra diviso sul sindaco)

Un progetto che non convince la Lega

Il dottor Giuseppe Ruggeri

Dunque la Lega cerca un’alternativa perché ritiene che con il candidato di Destra (Ruggeri) si rischia di andare a sbattere. Se infatti è vero che al ballottaggio il centrodestra ha buone chance di arrivarci, dall’altra parte della barricata rischia di trovare Luca Di Stefano: il suo progetto di rinnovamento che parte dall’opposizione fatta per 5 anni a De Donatis va avanti, sta continuando a lavorare alla formazione delle liste. E nelle ultime ore la sua posizione viene rafforzata dalla crisi interna al Partito Democratico che sempre più si va riflettendo in tutta la coalizione di centrosinistra con il concreto rischio di andare in frantumi (leggi qui Nel Pd l’ombra delle primarie che favoriscono Ernesto).

Un Pd che non riesce a trovare al suo interno un nome condiviso da portare al tavolo per trattare sulla candidatura a sindaco (che non è detto spetti necessariamente ai Dem). Più complesso ancora riuscire a trovare la quadra con tutta la coalizione. E comunque, anche se allo stato dell’arte è proprio Luca Di Stefano quello che ha più chance, il ragionamento della Lega è a prescindere da chi possa essere l’avversario al ballottaggio. Ecco perché sente la necessità di allargare la coalizione.    

Urge accordo con le civiche

L’operazione maquillage messa in campo in queste ore da Forza Italia e Fratelli d’Italia per far passare il candidato sindaco Ruggeri come il garante civico dell’associazionismo e di tutto il resto, sta funzionando. Al punto tale che ha ricevuto anche gli apprezzamenti di Mario Cioffi, insieme a Lino Caschera e Vittorio Di Carlo. In uno dei suoi post su Facebook, però, Cioffi si è ben guardato dal nominare Fratelli d’Italia.

La possibile alternativa di cui Lino Caschera ha dato conto durante l’incontro informale al vertice sarebbe proprio questa: la possibilità di un accordo con almeno tre gruppi civici: Mario Cioffi con Si Può Fare, Marco Mollicone con Adesso Tocca a Noi e Francesco Monorchio di Rinascita Identitaria. Senza contare che potrebbe aggregarsi anche Ernesto Tersigni con una lista a sostegno, qualora dovesse naufragare il tentativo di recupero nel centrosinistra.

Ma la premessa per realizzare tutto questo consta proprio nel tagliare il cordone ombelicale con Fratelli d’Italia. Partito che dal canto suo sembra ostentare sicurezza. L’accordo definitivo su Ruggeri da parte di tutto il centrodestra per FdI sarebbe soltanto una formalità. E il senatore Claudio Fazzone che l’altro giorno al Casale di Posta Fibreno ci ha messo la faccia sarebbe una garanzia.

Resta tuttavia sempre da capire cosa farà la Lega perché senza i voti di Caschera non si va molto lontano.