L’urlo di Tavares: “Auto elettrica scelta brutale dei politici”

Ad un anno dalla nascita di Stellantis il CEO Tavares ha analizzato la situazione e lo ha fatto non risparmiando qualche freccia avvelenata a chi ha deciso per l'elettrico a tutti i costi. A marzo il piano per gli stabilimenti italiani. Pessimi segnali: produrre auto in Italia costa il doppio.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

C’erano altri modi per ridurre le emissioni. Modi più veloci ed economici. Carlos Tavares, nel primo compleanno di Stellantis, tira le somme. Lo fa senza risparmiare qualche critica all’Unione Europea ed alla sua strategia di decarbonizzazione.

La sfida è tutta lì ed è duplice: abbattere i costi della produzione di auto, perché di fatto ora costano il doppio a chi le fa. E per questo rischiano di costare il doppio anche a chi le acquista. Per riusciri bisogna abbattere i costi energetici soprattutto in Italia.

Partiamo proprio da questo aspetto, quello dei costi in salsa tricolore. L’assunto di base è quello già affermato lo scorso anno quando il manager portoghese visitò le fabbriche italiane, tra cui Cassino Plant: “In Italia il costo di produzione di un’auto è significativamente più alto, a volte il doppio e questo ha a che fare con l’organizzazione della produzione, che va migliorata“.

LA DOPPIA SFIDA SULL’ENERGIA

Il piano per le fabbriche italiane è atteso a marzo. La linea però è tracciata: abbattere i costi. Quando venne a Cassino, Carlos Tavares disse che il problema non erano tanto gli stipendi ma l’energia e la fiscalità. Tradotto: i salari sono già all’osso, si deve rispermiare su altro. Cosa?

Migliorare l’organizzazione della produzione è un concetto molto ampio, su cui il CEO non aggiunge altro, ma che non lascia presagire nulla di buono. Un problema particolare acuito in questi mesi dai costi dell’energia, prezzi italiani che Tavares definisce “fuori misura. Per cercare di capire come fare per risolvere questo problema il CEO ha ammesso di aver avuto uno scontro piuttosto acceso, definito “discussione estremamente virulenta” con i fornitori di energia, ma ha anche affermato che alla fine l’unica strategia da attuare è l’attesa: “Ne riparleremo a fine 2022, bisogna analizzare e capire“.

Anche perché nel frattempo nessuno ha risposto alla sollecitazione fatta lo scorso anno dagli industriali di Unindustria: un termovalorizzatore in ogni area industriale Stellantis per produrre energia a basso costo. Le tariffe da allora non sono diminuite: sopno cresciute.

UNA SCOSSA DAL MOTORE

Jean Philippe Imparato durante la visita al plant Alfa Romeo

Si vedrà più in là invece l‘impatto determinato dalla messa fuori legge dei motori termici. Ci sono Paesi europei che hanno già vietato la vendita di veicoli nuovi con motore diesel. Altri hanno fissato la fine della circolazione sulle loro strade degli attuali motori termici.

Il primo impatto, visibile, è l’aumento dei costi. Le auto con motori elettrici sono del 50% più costose rispetto a quelle termiche. E’ evidente che la strategia messa in campo dall’Unione Europea non ne stia tenendo conto. l’Italia ha aggiunto anche il peso del mancato inserimento di incentivi nella legge di bilancio.

La domanda è: chi potrà permettersi questo tipo di auto? Tavares, da buon imprenditore prende atto ed afferma: “Rispettiamo le leggi, ma l’elettrificazione è una scelta dei politici, non dell’industria, c’erano modi più veloci ed economici per ridurre le emissioni“. 

TAVARES: VEDIAMO CHI RESTA A GALLA

Carlos Tavares

Ma il costo non è solo per chi compra, l’aggravio è anche e soprattutto per chi produce. E’ qui che si gioca una battaglia fondamentale: Limitare l’impatto dei costi supplementari del 50% dell’auto elettrica“. E se uno navigato come Tavares definisce questa una battaglia, c’è da pensare che sarà davvero molto complicato.

Per avere una cifra di quello che accadrà Tavares fa questa profezia: “Bisognerà avere in 5 anni un aumento di produttività del 10% medio all’anno, mentre l’industria dell’auto in Europa viaggia ad una media di 2-3%. Tra qualche anno vedremo quali produttori saranno sopravvissuti“. E poi non è solo un discorso economico, ma anche di emissioni: “Tra 10 o 15 anni conosceremo i risultati reali dell’elettrificazione nel campo delle emissioni. Non guardare all’intero ciclo di vita di un’auto elettrica è riduttivo“. Perché l’energia elettrica per far camminare le macchine devi produrla, le batterie delle nuove automobili vanno smaltite. E tutto questo ha una ricaduta sull’Ambiente.

E se gli obiettivi non verranno raggiunti? Il futuro dei siti, afferma laconicamente Tavares, dipenderà anche dai vincoli europei sulla decarbonizzazione e sulle conseguenze reali.

I LIMITI DI CASSINO

Sono tutti temi che mettono a nudo pregi e difetti di Cassino Plant. È uno stabilimento che era eccellenza assoluta con le precedenti tecniche di produzione: non è un caso che proprio lì venissero realizzate le vetture del segmento Premium, come le Alfa Romeo Giulia e Stelvio. nemmeno è un caso che lì sia stata prevista la produzione di Maserati Grecale.

Ma per continuare ad essere competitivo occorre riorganizzare. Sta qui la spiegazione dell’accordo con i sindacati che sta portando a snellire il numero degli addetti: negli stabilimenti del futuro serviranno molti operai in meno del passato. Servirà una riduzione della fiscalità: Carlos Tavares nei giorni scorsi ha mandato segnali precisi in questa direzione al governo italiano.

Inoltre servirà energia a costi più bassi di quelli attuali. Il Pnrr assegna molte risorse a questo tema. ma occorre spiegarlo alla gente.

LA SFIDA DELLA QUALITA’

La sfida non si ferma, Stellantis, presenterà il suo piano ufficialmente (lo ha confermato ancora una volta Tavares) il 1 marzo. Ha pianificato investimenti per più di 30 miliardi, che non sono esattamente bruscolini, sul sostegno ai marchi e sull’implementazione della strategia di elettrificazione e software da qui al 2025.

Il tutto in un contesto in cui l’azienda ha superato il 2021, un anno orribile tra Covid, inflazione e semiconduttori. Un anno in cui è stata creata una nuova governance e l’organizzazione di un gruppo molto più grande, con risultati notevoli che verranno resi noti entro la prima metà dell’anno.

Foto: Imagoeconomica

La strategia – e questo fa ben sperare Cassino – sarà quella di continuare a puntare sul valore e non sui volumi, anche al costo di prezzi più alti. Un modo di agire spiegato attraverso un esempio del passato: “Nel 2013 analizzando cosa dovevamo fare per PSA capimmo che non era normale svendere i nostri prodotti. Le auto di qualità meritano di essere vendute al prezzo di mercato. Da allora abbiamo fatto progressi e siamo alla pari con i migliori del mondo, con il risultato che sono cresciute anche le vendite“.

Tavares definisce questo modo di fare una forma di rispetto per il lavoro dei dipendenti, la speranza è che il resto delle parti (Governi, Europa ed associazioni) facciano lo stesso, aiutando l’automotive a varcare le soglie del futuro.