M5S, chi vince e chi perde nel Lazio dal voto su Rousseau

FOTO © CARLO LANNUTTI / IMAGOECONOMICA

Chi vince e chi perde con la votazione conclusa questa mattina tra gli iscritti al Movimento 5 Stelle. I Big si erano espressi per il via libera al terzo mandato e quindi al Raggi bis. Le perplessità di Roberta Lombardi. E quelle di Ilaria Fontana. Il silenzio di Frusone. Zingaretti: "Si governa da alleati”. Ma su Roma "No alla collaborazione con raggi”

I risultati della consultazione su Rousseau che oggi ha rivoluzionato il Movimento 5 Stelle erano attesi. Certificano l’allineamento tra buona parte della base ed i big del Movimento: a partire da Luigi Di Maio e Roberto Fico fino allo stesso Beppe Grillo. Nelle ultime ore avevano espresso la loro posizione pubblicamente a favore di un bis di Raggi. (leggi qui Addio vecchio M5S: ora si ad alleanze e più mandati).

Escono invece indeboliti dal voto quegli esponenti pentastellati da sempre critici e contrari a una possibilità di un bis per la sindaca romana: su tutti Roberta Lombardi capogruppo in Regione Lazio.

Il silenzio di Frusone, i dubbi di Fontana

Tra i deputati eletti nel sud Lazio nessun commento appare sulla bacheca dell’onorevole Luca Frusone: l’ultimo post risale a quattro giorni fa e riguarda “I 5 parlamentari, i 600 euro e la gogna mediatica”.

Ilaria Fontana Foto © Alessia Mastropietro / Imagoeconomica

A commentare è l’onorevole Ilaria Fontana, eletta nel collegio di Cassino. È perplessa. Sostiene che “è questione di metodo, non di merito! E con un buon metodo si permette a tutti di essere liberi con regole certe e che valgono per tutta la collettività senza norme ad hoc ad personam! La mancanza di metodo crea confusione e personalismi. Quindi da festeggiare c’è poco e niente”.

Dalla base c’è chi la incalza e sostiene che non si tratta di festeggiare, ma di uscire da una logica talebana e integralista. Lei mette n chiaro che “come ogni gruppo è necessario un dibattito e non ne ho visto! Ben venga l’evoluzione ma che sia per tutti, non per pochi!”.

Resta da capire come si tradurrà il malumore di questi dirigenti e dei militanti che oggi hanno votato ‘No’ ai due quesiti. Tra loro, oltre a Roberta Lombardi spicca a livello locale il consigliere romano Enrico Stefano.

Restano, sullo sfondo, da capire anche le mosse di Alessandro Di Battista, da sempre schierato per un Raggi bis ma fortemente contrario a un’alleanza con il Pd.

Aspettando il Pd
Daniele Leodori: © Imagoeconomica, Benvegnu’ Guaitoli

Ma c’è da vedere soprattutto la risposta che dovrà fornire, dopo l’estate, proprio il Partito Democratico. I Dem capitolini si sono sempre detti contrari a un dialogo con i 5 Stelle, a maggior ragione con Raggi in campo.Nei giorni scorsi c’era stata una parziale apertura del vice di Nicola Zingaretti in regione Lazio, Daniele Leodori: aveva ipotizzato un dialogo ma senza la sindaca in campo. (leggi qui Il no di Leodori a Raggi. Ma non al M5S).

Subito erano intervenuti i diversamente renziani di Base Riformista per i quali l’ipotesi di dialogo con i 5 Stelle semplicemente non esiste. (leggi qui Pd, Base Riformista in rivolta contro le aperture di Leodori al M5S).

La fuga in avanti dell’attuale sindaca e l’odierna vittoria del ‘Si” rischiano di complicare la partita del Pd verso il Campidoglio. Lo schema, al Nazareno, prevedeva di incassare i voti pentastellati in un eventuale secondo turno a Roma. Come potranno farlo dopo gli scontri che potrebbero emergere al primo turno con Raggi, bollata come “il peggior sindaco di Roma degli ultimi anni“, resta tutto da verificare.

Zingaretti: si governa da alleati
NICOLA ZINGARETTI

Da Nicola Zingaretti arrivano nuovi segnali positivi. Il voto degli iscritti M5s sulle alleanze, per il Segretario “è un fatto positivo. Siamo una alleanza tra forze diverse ma per governare bisogna essere alleati, non avversari. Che si riesca a fare insieme percorsi comuni penso sia un fatto molto positivo“.

Su un eventuale dialogo alle Comunali di Roma però la porta resta chiusa. “Non capisco – ha detto Zingaretti – il polverone che si è costruito intorno a questa non notizia della ricandidatura. La sindaca e al primo mandato e nel 99,9% dei casi chi ha fatto un mandato si ricandida per il secondo“. Margini di collaborazione non ce ne sono. “Non è un tema personale, noi non sosterremo mai la ricandidatura della sindaca Raggi perché credo siano stati 5 anni drammatici per la Capitale e occorre ora dare voce ai cittadini, unire le forze produttive, sociali, culturali, politiche e indicare una speranza nuova per Roma”.

Sulla scelta del candidato Dem, il leader del Partito Democratico conferma le indiscrezioni dei giorni scorsi. “Per noi i candidati delle amministrative 2021 si decidono dopo le amministrative 2020. Non c’è nessun ritardo, c’è voglia di pensare ai contenuti e poi di arrivare a una personalità che interpreti il cuore di Roma”.