La missione a Cinque Stelle di Buschini (di C. Trento)

Parla il presidente del consiglio regionale: «Il Pd unito al Governo è la vera medaglia di Zingaretti». Spiega: con i grillini abbiamo messo dei “like”su temi importanti. Ora "occorre riportare la Sanità sul fuso orario del servizio".

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Non ama i riflettori, le luci non lo esaltano. Preferisce i fari spenti e i confronti veri, quelli dai quali non deve trapelare nulla. Mauro Buschini, presidente del consiglio regionale del Lazio, è uno dei fedelissimi di Nicola Zingaretti. E il prossimo obiettivo è chiaro: trasformare il Lazio nel laboratorio politico di un’alleanza tra Pd e Cinque Stelle. Senza la quale i prossimi appuntamenti elettorali rischiano di rappresentare delle mine vaganti per il Governo giallorosso.

Allora Buschini, per la nascita del nuovo governo giallorosso Zingaretti si è adeguato o ha determinato?

«La nascita del nuovo governo è stata difficile, soprattutto perché le sfide che deve affrontare sono enormi, a cominciare dal blocco dell’aumento dell’Iva. Quindi una grande responsabilità, storica direi, per un’alleanza complessa che Nicola Zingaretti ha gestito con grande coerenza e con il suo stile».

Però Zingaretti era contrario. Preferiva le elezioni.
Mauro Buschini © Imagoconomica, Stefano Carofei

«Zingaretti ha avuto il merito innanzitutto di rispettare il Pd, anzi di rispettare chi lo aveva votato e la grande comunità del Pd. Ha detto: decide il presidente della Repubblica, nessuna fuga in avanti. Non dobbiamo andare al governo a tutti i costi, anzi. E poi ha portato avanti questa linea, forte anche del sostegno di un Pd, che, a ogni livello, è rimasto unito. E questa è una medaglia per Zingaretti. Non era scontato, ha saputo ascoltare, essere molto elastico in alcune situazioni. E poi, di fronte a una vera emergenza nazionale e con la possibilità di far tornare l’Italia protagonista in Europa e cambiarla, ha guidato il Pd a scrivere una nuova pagina».

Ora la sfida è un’alleanza politica con i Cinque Stelle. In particolare nel Lazio. È la sua missione. O no?

«Piccola premessa: io credo che i cittadini siano più interessati ai temi amministrativi, ai servizi pubblici efficienti, al lavoro e ad avere una migliore qualità della vita, e molto poco a schemi di alleanze di natura politica che devono ancora germogliare. Ma non voglio buttare la palla in tribuna».

Meno male. E quindi?
Mauro Buschini © Stefano Strani

«Il Lazio ha anticipato in alcuni casi la politica nazionale. Ma le alleanze a freddo sono destinate a fallire. Col Movimento 5 Stelle in questi mesi in Regione, o meglio al Consiglio Regionale, ci sono stati non pochi punti di convergenza su diversi temi. Dal taglio dei costi della politica alla legge sul caporalato, ai beni pubblici. E stiamo discutendo in queste ore in aula sulla proposta di legge del gruppo dei 5 Stelle relativa al compostaggio dei rifiuti. Ecco, abbiamo in alcune occasioni messo “like” su temi seri, importanti».

Questi “like”, per seguire la sua metafora social, potranno essere trasformati in amicizia, ovvero in alleanza?

«Ripeto: è prematuro e comunque non potrà avvenire se non partendo dai temi, a partire da una visione congiunta sulla crescita sostenibile della regione. Sino ad oggi a volte le strade si sono incrociate, nel rispetto dei ruoli e delle sensibilità. Io non ho pregiudizi, ma se le strade dovessero incrociarsi ancora sarebbe molto positivo».

Manzella e Bonaccorsi sottosegretari del nuovo governo Conte. Una scelta che molti hanno letto in chiave alleanza con i Cinque Stelle. Davvero, non la butti in tribuna.
Mauro Buschini – Foto: Giacomo Cestra

«A Gianpaolo Manzella e a Lorenza Bonaccorsi ribadisco i migliori auguri di buon lavoro. La scelta dei due è da leggere sul valore delle persone, sulla loro esperienza e sull’innesco di forze nuove in un governo che ha visto un forte rinnovamento nei ministri. Non mi permetto di entrare in altri territori, ma sono certo che al di là delle appartenenze chi prenderà il posto di Manzella e Bonaccorsi sarà scelto per le capacità e la passione di servire i cittadini».

Esclude che possano essere due consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle?

«Io credo che si debbano mettere al centro i progetti comuni. Vediamo».

Un eventuale nuovo scenario darebbe a lei e a Daniele Leodori nuove responsabilità e pressioni.

«Non commentiamo scenari futuribili, ma il ruolo del presidente è di garanzia, di rispetto delle regole».

Le strade di Zingaretti e Renzi si stanno separando?

«La domanda va rivolta a Matteo Renzi, ma leggo di questo possibile scenario da almeno un anno. Esattamente dodici mesi fa i giornali scrivevano dell’uscita di Renzi, che l’avrebbe annunciata alla Leopolda 2018. Un anno dopo è cambiato intanto il mondo, con un governo in cui il Pd è protagonista e una nuova storia da scrivere. Lo stesso Renzi ha dato un contributo importante a questo nuovo percorso. Per prevedere il futuro bisogna avere i super poteri».

Mauro Buschini e Nicola Zingaretti
Veniamo alla Sanità. Cosa dobbiamo aspettarci in Ciociaria?

«Il tema principale è migliorare e rafforzare i servizi sanitari. Così come l’altra questione è l’uscita dal commissariamento della sanità del Lazio, che dopo anni vede la luce in fondo al tunnel con grande merito della Regione guidata da Zingaretti. E anche grazie ai sacrifici che cittadini e sistema di imprese hanno saputo affrontare, i conti della Sanità sono tornati sotto controllo, come certificato da diverse istituzioni di controllo. Mi auguro che si possa voltare pagina e uscire dal commissariamento.

Per la Ciociaria?

«Per la Ciociaria molto è stato fatto mavanno risolti ancora non pochi problemi. Pochi giorni fa si è svolta una conferenza stampa in cui d’intesa con l’assessore regionale Alessio D’Amato è stata delineata la situazione. (leggi qui Asl, non si accorpa. E si va verso il Dea di II livello) Noi dobbiamo investire su 4 assi: 1) il Dea di secondo livello per l’ospedale di Frosinone; 2) l’aggressione alle liste d’attesa; 3) il tema dei pronti soccorso; 4) potenziare i servizi territoriali soprattutto nella prevenzione. Riportare la sanità sul fuso orario del servizio a tutti emettere i medici infermieri e chi opera nel settore nelle migliori condizioni per lavorare e salvare vite».

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