La tattica del fuorigioco per bloccare ancora l’anatra zoppa di Zingaretti

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Via alla seduta del Consiglio Regionale. Non c'è l'intesa sui punti chiave. Tra i quali la fusione dei Consorzi Industriali. Il centrodestra potrebbe tentare di far scattare il 'fuorigioco' come lunedì. Se il M5S rimanesse in aula sarebbe chiaro il patto ancora valido con Zingaretti. L'incognita Barillari

Se il patto esiste verrà alla luce tra poche ore. Impossibile tenerlo nascosto sia per Nicola Zingaretti che per il Movimento 5 Stelle.

In Aula, questa mattina, solo i consiglieri pentastellati possono tenere a galla l’anatra zoppa del governatore: soprattutto, permettergli di raggiungere quello che finora gli è stato impedito da Forza Italia e dagli altri gruppi del Centrodestra.

 

Niente intesa

L’intesa sui punti chiave del Collegato al Bilancio ancora non c’è. Al punto che l’aula è stata riconvocata sia per oggi che per venerdì.

Tra i punti in sospeso c’è l’ipotesi di fusione dei Consorzi Industriali del Lazio in un unico maxi ente che assorbirebbe le loro funzioni e deciderebbe su tutti. Un’ipotesi che piace ad Unindustria, sulla quale sono contrari Federlazio e ConfimpreseItalia (leggi qui I Consorzi Industriali da fondere: Asi, Cosilam, il cetriolo e l’ortolano); che è stata proposta dal Pd e che per molti è la super poltrona sulla quale sistemare Francesco De Angelis dopo avere rinunciato a correre per la carica di Segretario Regionale del Pd. (leggi qui In cambio della strambata, a Francesco De Angelis la super presidenza dei Consorzi Industriali Uniti)

C’è poi una serie di richiesta avanzata da Forza Italia alla maggioranza. Richieste respinte dal capogruppo Dem Mauro Buschini: bisogna prima completare la lista della spesa presentata dai consiglieri del Misto Giuseppe Cangemi ed Enrico Cavallari al momento di passare a sostenere ufficialmente l’esecutivo di Zingaretti.

Un no che ieri sera ha determinato l’interruzione del dialogo, costruito a fatica nella giornata di martedì da Buschini con il capogruppo di Forza Italia Antonello Aurigemma (leggi qui Come biglie impazzite nell’Aula della Regione in cerca di un’intesa).

 

Il fuorgioco tattico

La situazione è stata esaminata ieri sera nella riunione del gruppo di Forza Italia. Tutti concordi: si va al braccio di ferro. Aurigemma e Pasquale Ciacciarelli hanno sostenuto una tesi: perché dobbiamo tenere il gioco di una maggioranza che non è la nostra e soprattutto che non ci dà risposte?

In mattinata andrà in aula il capogruppo, i Consiglieri parteciperanno alle prime votazioni, su alcuni sub sub sub emendamenti che servono solo per scaldare il clima. E poi usciranno dall’aula nel momento in cui arriveranno in discussione i temi chiave.

Hanno già sentito i colleghi del Centrodestra: sono tutti d’accordo, almeno a parole. Anche Fratelli d’Italia uscirà, ufficialmente perché deve andare ad Atreju. La Lega farà altrettanto appena scatterà il segnale.

L’obiettivo è quello di far mancare ancora una volta il numero legale: lasciare in aula un numero così ridotto di consiglieri da impedire la prosecuzione dei lavori. Come accaduto già l’altro giorno facendo venire il primo serio collasso nell’anatra zoppa (leggi qui Il primo collasso serio per l’anatra zoppa di Zingaretti)

 

La cartina di Tornasole

Nello stesso momento in cui si teneva la riunione di Forza Italia, Mauro Buschini teneva a conclave i suoi. Sa benissimo che oggi ci sarà il tentativo di far scattare il fuorigioco tattico. Ma ha assicurato: «Ci saranno, state tranquilli che in aula ci saranno tutti».

La vera cartina di Tornasole con cui verificare le alleanze sarà il Movimento 5 Stelle. Se esiste un patto ancora in piedi con Buschini e Zingaretti si vedrà nell’esatto momento in cui il centrodestra dovesse decidere di far scattare il fuorigioco.

A quel punto, se il M5S uscirà, mancherà il numero legale. Se resterà in aula, consentirà all’anatra zoppa di buttare via le stampelle e tornare a correre.

 

Se dovesse scattare questo scenario, si vedrà anche lo stato di salute interno al M5S. Davide Barillari l’altro giorno ha manifestato ancora una volta tutta le sua difficoltà nello stare con un gruppo che non rovescia il governatore in carica. (leggi qui La sfida di Barillari al M5S: «Facciamo cadere Zingaretti e torniamo alle nostre origini»). Non condivide il patto pragmatico raggiunto dalla sua capogruppo Roberta Lombardi. A lei, che il governatore sia Zingaretti o Belzebù interessa poco, ha presentato una serie di target che sono stati chiesti dalla base ai portavoce del Movimento. Ed intende raggiungerli.

 

Chi resta dentro e chi va fuori: se scatta il fuorigioco, sarà impossibile nascondere qualunque cosa.

 

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