Ma che ci vai a fare in una chiesa piena di musi lunghi…

Perché andare in chiesa, dove è pieno di musi lunghi e gente che non vede l'ora di andare via? La chiesa dovrebbe essere letizia. Papa Francesco lo sta chiedendo in questi giorni, a tutti: che chiesa vorresti?

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Fil 4,4

Non so se Paolo di Tarso, San Paolo, l’autore di questa lettera ai cristiani di Filippi, sarebbe soddisfatto se si trovasse  in una celebrazione, in una messa di oggi. Ci vedrebbe lieti, amabili, contenti di essere cristiani o si accorgerebbe di facce tristi, invece, che sembrano costrette  a star lì chissà da quale tradizione che non si vuole abbandonare…

Proviamo a chiederci perché le persone dovrebbero andare in chiesa? Soltanto perché c’è un comandamento? Cosa le dovrebbe attrarre? Uno va dove si trova bene, dove si sente accolto, dove capisce che le persone non vogliono approfittare di lui, non vogliono strumentalizzarlo, non vogliono ingannarlo… Soprattutto, uno va dove vede la gente felice, non dove scorge musi lunghi e soprattutto persone che non vedono l’ora di andarsene.

Foto © Skitterphoto / Pixabay

È una riflessione che i cristiani devono fare in questo periodo in cui papa Francesco li ha invitati a interrogarsi su come vorrebbero la chiesa, le celebrazioni, il catechismo, le attività della parrocchia.  Lo ha chiesto a tutti, non soltanto ai preti, alle suore, a quelli che oggi vengono chiamati operatori pastorali.

Quale chiesa vorresti, quale chiesa sogni, quale chiesa immagini? Sono domande che il papa vuole vengano poste a tutti, soprattutto a quelli che in chiesa non ci vanno magari perché da ragazzi sono stati rifiutati allontanati o perché hanno subito qualche torto o perché semplicemente non si sono trovati accolti.

La chiesa della letizia

Come sarebbe bello se, quando si chiede ai ragazzi perché vai al catechismo, la risposta fosse: perché mi piace; perché mi sento accolto, capito, perché vedo adulti e ragazzi più grandi di me che stanno insieme a me per capire; per chiedere, per rispondere alle domande fondamentali della vita. Che non sono quale marca di scarpe o di occhiali devono comprare  quanto invece ma io che ci sto a fare qui? La mia vita a che serve? Davvero sono soltanto il frutto del caso e non ho un disegno da compiere con la mia vita?

Ecco la letizia che dobbiamo mostrare a tutti  per aver scoperto che non sto qui per caso ma che sono  stato chiamato a vivere, che c’è un progetto per me, che, magari, qualche volta non vedo chiaro ma che c’è. Questa consapevolezza mi porta a non essere arrabbiato, scontroso, violento ma amabile, capace di accogliere, di non giudicare sempre gli altri, di aprirmi alla comprensione degli altri.

La letizia, l’amabilità derivano poi dal fatto che non siamo soli: il Signore è vicino, si canta nella novena di Natale che oggi prende l’avvio.

(Leggi qui qui tutte le meditazioni di Pietro Alviti).

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright