Ma i russi non possono saperlo

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Non puoi capire l'orgoglio degli Ucraini se non hai respirato l'aria dell'Occidente.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Quando non sei abituato a certe cose, ti resta difficile comprenderle, accettarle, addirittura apprezzarle. Chiedete ad un anziano cosa pensa dei moderni smartphone: non a caso c’è un’azienda che ha fatto la sua fortuna realizzando cellulari elementari, con i tasti ed oltretutto enormi.

In Russia non sono abituati alla democrazia come la intendiamo noi occidentali. Immaginate questo popolo oppresso dagli zar che li temevano in condizioni quasi medioevali, autore di una rivoluzione che – vuoi o non vuoi – ha sostituito la durezza dei Romanof con quella dei Soviet.

Stalin

Uno dei più noti dittatori del Novecento, Iosif Vissarionovič Džugašvili, detto Stalin, anche da morto è stato acclamato come il piccolo padre. Per comprendere il soggetto, Indro Montanelli ne teneva sempre una foto bene in vista sulla scrivania: perché era quello l’uomo che al mondo avesse ucciso più comunisti.

Poco è cambiato con i Chruscev, i Breznev, gli Andropov, i Chernienko che si sono succeduti. 

I Russi ed i loro zar

Fino all’arrivo di Mikhail Sergevich Gorbaciov: peretstrojka, glasnost, una rivoluzione di libertà. Alla quale i russi non erano abituati. Avevano sempre avuto uno Stato che pensava a loro. Ed a loro questo stava bene. Se ne lamentavano perché non funzionava, non per altro.

Finì con Gorbaciov solo nella sua stanza al Cremlino con i telefoni muti, quegli stessi apparecchi che fino al giorno prima erano in grado di far tremare chiunque in qualunque angolo del mondo. Ora, se lui chiamava nessuno gli rispondeva. Arrestato e portato in una dacia.

Poi fu l’era di Eltsin e infine di Putin. Con il quale la Russia aveva avuto di nuovo il suo zar. E con Putin anche un ritorno alla grandezze degli zar.

Dalla clinica nella quale è ricoverato pieno di acciacchi, ormai da ieri 91enne, Michail Sergevich Gorbaciov ha incontrato il nobel per la Pace Muratov. Gli ha detto: “Fate il possibile per fermare Putin”.

Perché gli uomini soli al potere, quelli con i pieni poteri, non combinano mai sempre cose buone: prima o poi smetti di essere lucido; la democrazia, per quanto sgangherata, procede al ricambio. Lì no. Ma i russi non lo possono sapere. Perché quando non sei abituato a cerfte cose ti resta difficle anche comprenderle. E soprattutto apprezzarle.

Senza Ricevuta di Ritorno.