Ma la vera posta in palio è l’elezione del prossimo Capo dello Stato

Se Conte fallisce ci sono soltanto le urne. Gestire da un Governo tecnico. E poi la grande caccia all'elezione del nuovo Capo dello Stato

Ma che succede se gli iscritti pentastellati dovessero bocciare l’ipotesi di un’alleanza con il Pd e quindi l’opzione del Governo Conte bis? (leggi qui Il suicidio a 5 Stelle sulla tastiera di Rousseau).

Il timore forte e strisciante dei vertici del Movimento è che possano organizzarsi delle vere e proprie cordate per sabotare la bozza di intesa con il Pd. Questo significa che per contrastare tale opzione servono altre cordate di segno contrario.

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Che ci siano dellr cordate organizzate lo lasciano intuire i numeri del mattino. Nelle prime due ore di votazione (dalle 9 alle 11) hanno votato 29.781 iscritti certificati. «Abbiamo gestito 24.000 connessioni in contemporanea con picchi di 1.200 richieste al secondo» spiega l’Associazione Rousseau con un post su Facebook. Si tratta di un record storico per la piattaforma: un traffico addirittura 10-12 volte superiore rispetto a quello del primo turno di votazioni per la scelta dei candidati alle Europee. Tanto per fare un paragone: il via libera all’accordo con la Lega avvenne con più di 44.000 voti. Stavolta si arriverà più in alto.

Se però alla fine dovessero prevalere i no, significherebbe che la base pentastellata non vuole l’accordo. Ne dovrebbero prendere atto Beppe Grillo e Giuseppe Conte soprattutto. Non lascia spazio a dubbi Massimo Bugani, socio di Rousseau. Intervistato questa mattina a ‘L’aria che tira‘ su La7 ha detto che se Rousseau dice no “sono i cittadini che dicono che per il M5S è no, per noi è un grande valore, viene data grande importanza al cittadino. Parliamo di democrazia diretta, questa è la massima espressione“.

A quel punto, Giuseppe Conte rimetterebbe il mandato nelle mani del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica non avrebbe altra scelta che guardare ad elezioni anticipate, non prima di aver dato un altro incarico per un governo tecnico che gestisca questa complicata fase. Un governo che potrebbe giurare al Quirinale e restare in carica anche senza ottenere la fiducia delle Camere.

Sergio Mattarella

A quel punto però le elezioni potrebbero davvero decretare il trionfo della Lega di Matteo Salvini e dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Perché il Movimento 5 Stelle si è infilato da solo nel tritacarne: andrebbe alle urne senza poter parlare contro la Lega (avendoci governato), né contro il Pd (si apprestava a governarci insieme). (leggi qui Il suicidio a 5 Stelle sulla tastiera di Rousseau) .

Uno scenario che rischia di consegnare al centrodestra su una maggioranza enorme in Parlamento. Perfino sufficiente per eleggere il prossimo presidente della Repubblica nel 2022. Perché uno dei punti più importanti di questa delicata crisi è proprio il prossimo Capo dello Stato. Il Partito Democratico ma anche il presidente della Repubblica vogliono scongiurare lo scenario che al Quirinale possa salire fra tre anni un sovranista. Però se fallisce l’operazione Conte bis, allora Matteo Salvini potrà ribaltare la situazione.

Salvini e Meloni

Ecco perché il Capitano in queste ore sta ribadendo che le porte della Lega sono aperte per chi non si riconosce più nei Cinque Stelle. E’ un appello al voto per la piattaforma Rousseau. Per affondare Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Salvando Luigi Di Maio e, forse, Alessandro Di Battista.