Maggioranza ridottissima al Senato, “win for life” a rischio per gli eletti

Le espulsioni di fine anno del Movimento Cinque Stelle hanno compresso gli spazi a disposizione della coalizione. L’ipotesi di elezioni anticipate nel 2019 è realistica. Cosa farebbero gli eletti sul territorio.

Sarà un 2019 sul filo del rasoio al Senato, dove la maggioranza gialloverde di Movimento Cinque Stelle e Lega adesso può contare su 167 voti, appena 6 in più rispetto alla soglia del pareggio.

Ma le espulsioni di fine anno stanno agitando i pentastellati. Inoltre, il messaggio congiunto sulla neve (roba da radical chic da far impallidire il Pd renziano) di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista è l’ennesima conferma che ormai Beppe Grillo non guida più il Movimento. Infatti il suo contro-messaggio al presidente della Repubblica è sembrato un esercizio sulla metafisica di Platone.

Insomma, il 2019 potrebbe in effetti riservare sorprese. Le elezioni anticipate non sono affatto un’opzione da scartare. Anche perché, come si dice negli ambienti finanziari, dove troveranno le risorse per fare la prossima manovra, che  sarà circa il doppio di quella attuale?

Poi c’è la variabile legata a Nicola Zingaretti: se dovesse diventare segretario nazionale del Pd e concorrere alle europee, allora anche alla Regione si potrebbe tornare alle urne. Nel febbraio 2020. A dieci mesi da quello che per tutti gli eletti di questo territorio è stato una sorta di “win for life” si pone il problema di cosa fare se si dovesse tornare al voto.

I tre parlamentari del Movimento Cinque Stelle sarebbero riconfermati? Il principio dell’uno vale uno è stato ormai soppiantato dal Di Maio-Di Battista valgono mille. Mentre per tutti gli altri vale la frase di Alberto Sordi nel Marchese del Grillo: “Io sò io e voi non siete un c….”. Significa che l’importante è stare nelle grazie di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Luca Frusone è al secondo mandato, ma si sa nei Cinque Stelle del dopo Grillo le regole sono fatte per mettere delle deroghe. Ilaria Fontana ed Enrica Segneri potranno benissimo difendere i loro seggi. Resta da vedere chi nel maggioritario e chi nel proporzionale.

Nella Lega Francesco Zicchieri cercherà il salto di qualità, cioè la candidatura in un collegio della provincia di Latina oppure nel proporzionale. Anche perché al collegio maggioritario Camera nord di Frosinone guarda Forza Italia. Soprattutto la parte del sindaco Nicola Ottaviani. Il quale è in pole position, ma ci sono pure altri nomi. Adriano Piacentini e Riccardo Mastrangeli su tutti.

Francesco Zicchieri teme l’offensiva di Ottaviani e i rapporti tra Lega e Forza Italia a livello nazionale non sono mai stati così conflittuali. Ci sarebbero scintille. Quanto a Francesca Gerardi, è stata eletta nel collegio proporzionale. Sarà complicato anche per lei avere la medesima posizione eleggibile. Discorso che vale pure per il senatore Gianfranco Rufa, che peraltro è stato eletto a Viterbo.

Non dovrebbe avere alcun problema il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), chiamato però a gestire il difficile puzzle di tutte le altre candidature: alle europee, alle regionali, alle provinciali. Perché se alla fine davvero nei Fratelli d’Italia dovesse arrivare Antonello Iannarilli, allora bisognerebbe ridisegnare qualche equilibrio. (leggi qui Antonello Iannarilli verso Fratelli d’Italia con la sponda di Alfredo Antoniozzi)

Nel Partito Democratico, come detto, dipenderà molto da Nicola Zingaretti. In ogni caso alcune posizioni sono blindate. Mauro Buschini e Sara Battisti riconcorrerebbero lo stesso per le regionali.

Francesco De Angelis, potentissimo commissario del Consorzio industriale unico del Lazio, deciderebbe lui se candidarsi o meno alle politiche. Se sì, sarebbe capolista nel proporzionale. Mentre il presidente della Provincia e sindaco di Ferentino Antonio Pompeo potrebbe essere l’elemento di punta per il maggioritario. Alla Camera Nord magari. Sai che scontro con Nicola Ottaviani. A meno che il sindaco di Frosinone non provi a giocarsi le sue carte per la candidatura alla presidenza della Regione Lazio, per la quale però sono in corsa “mostri sacri” come la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e Claudio Durigon, sottosegretario della Lega.

Mentre Mario Abbruzzese guarda alla possibilità di una rivincita nel collegio sud della Camera. Con Pasquale Ciacciarelli sempre in corsa per la Regione. Claudio Fazzone permettendo però.

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