Magliozzi verso la guerra per il simbolo Pd

Come si è arrivati alla candidatura di Magliozzi. Il like di Marciano. Il braccio di ferro per il simbolo Pd. Il disconoscimento di Bartolomeo. Al quale tutti sono legati

Ha scelto Facebook per ufficializzare ciò che ormai era diventato ovvio: a guidare il campo progressista alle prossime elezioni Comunali di Formia sarà Luca Magliozzi, Segretario cittadino del Partito Democratico senza la bandiera del Pd e senza la delega a schierare il Pd. Entrambe gli sono state tolte dal Partito. (Leggi qui La scomunica di Astorre: niente simbolo al Pd).

Il posto con cui annuncia “Se è vero che c’è un tempo per ogni cosa, allora, questo è il tempo di mettersi in viaggio” in dieci ore ha accumulato 265 reazioni ed una trentina di commenti: tra questi c’è il Like di Claudio Marciano, il prof trasferitosi in Piemonte e che fino a dicembre è stato l’unico rappresentante Dem in Consiglio Comunale.

Claudio Marciano. (Foto: Andrea De Meo)

Quel Like è la conferma di quanto sia stata saggia la decisione del Segretario regionale Bruno Astorre di vietare l’uso del simbolo Pd e di schierare il Partito in questa competizione. Perché sarebbe solo la certificazione di un’altra inutile profonda lacerazione: da un lato il Segretario Luca Magliozzi con il campo progressista e l’unica ambizione di essere eletto Consigliere comunale dopo Marciano. Dall’altro lato il quattro volte sindaco Pd Sandro Bartolomeo con la coalizione che ha costruito insieme agli storici avversari di un tempo per governare invece la città e risollevarla. Due progetti politici diversi: uno di rappresentanza, uno di governo.

I conti interni si faranno dopo le elezioni. Se non centra almeno la sua elezione a consigliere comunale, Luca Magliozzi ha finito con la politica. Se centra l’elezione a sindaco è finita quella di Sandro Bartolomeo, ferma ed immutata la sua storia.

L’investitura di Magliozzi

A sostenere il segretario senza simbolo del Pd saranno Demos, Formia città in comune, Sinistra Italiana, Articolo Uno e Incontri & Confronti. Non ci saranno due calibri da 90: l’ex presidente del Consiglio comunale Pasquale Di Gabriele e l’ex presidente della Commissione Servizi Sociali Rossana Berna: nelle ore scorse hanno salutato e si sono schierati con Sandro Bartolomeo ed il suo candidato sindaco Amato La Mura. (Leggi qui Ciao Paola: Di Gabriele e Berna vanno con La Mura)

Trentacinque anni, dottore in Farmacia, laureando in Economia Politica, Luca Magliozzi ha visto un’improvvisa accelerazione della sua candidatura nella giornata di sabato. Prima con l’urlata e conferenza stampa dell’ex sindaco Paola Villa e poi dopo le fughe dal “campo largo e progressista” di atri tre potenziali aspiranti primo cittadino: l’odontoiatra Francesco Occipite Di Prisco ed i penalisti Mattia Aprea e Pasquale Di Gabriele. (Leggi qui «Sono Paola e non vi siete sbarazzati di me»).

L’investitura di Magliozzi deriva proprio da quei due elementi: la rinuncia dei tre professionisti, la decisione dell’ex sindaco Paola Villa di non partecipare al progetto del campo progressista ma di ricandidarsi in prima persona e con l’appoggio del Movimento 5 Stelle, portando via così altri due pezzi al campo sempre meno largo e più progressista.

Magliozzi ha fatto sapere che di elezioni amministrative non vuole sentir parlare almeno per i prossimi quindici giorni. La prossima settimana si sposerà  “e ho ancora tanti da preparativi da ultimare con il lavoro che in una città turistica in questo periodo aumenta” .

Tutti figli di Sandro

A portare avanti la campagna elettorale ci pensano i suoi sostenitori: “La sua è una candidatura unitaria chiaramente ispirata al principio di un non più rinviabile ricambio generazionale. Un ricambio che sposi i valori di sviluppo, sostenibilità e solidarietà. Tre cardini attorno ai quali la coalizione si è strutturata e legata“.

Nel documento che annuncia la candidatura, Sandro Bartolomeo non viene mai menzionato. Ma il campo progressista si riferisce a lui quando invoca un non più rinviabile ricambio generazionale. L’ex sindaco è stato il riferimento degli ultimi quaranta anni di storia politico amministrativa del centrosinistra formiano. Al punto che tutte le sigle a sostegno di Magliozzi hanno nel loro passato un legame indissolubile con Bartolomeo.

Amato La Mura, Sandro Bartolomeo e Maurizio Costa

È il caso di Giuseppe Bortone e Maria Rita Manzo, rispettivamente coordinatori cittadini di Sinistra Italiana e di Articolo Uno: sono stati vice sindaco di Bartolomeo nel primo e nel quarto mandato amministrativo da sindaco.

Francesco Carta, poi, il punto di riferimento di “Incontri è Confronti“, di una Giunta Bartolomeo è stato assessore ai Lavori Pubblici oltre che storico avversario interno dell’ex sindaco dai tempi del Pci sino al Pd.

Demos è guidato localmente da Giovanni Costa: ha fatto parte della maggioranza Villa nell’ultima consiliatura; ma in precedenza è stato assessore alle attività Produttive nella Giunta Bartolomeo. 

Dopo le partenze dell’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Di Gabriele e dell’ex presidente della commissione Servizi Sociali Rossana Berna, la guida di Formia città in Comune è rimasta al fondatore del progetto politico di Paola Villa, Kristian Franzini. Ma anche nel suo curriculum vitae c’è un elemento che lo accomuna a Sandro Bartolomeo di cui è stato assessore anche per un breve lasso temporale.

Verso la guerra per il simbolo

Bruno Astorre – (Foto: Imagoeconomica)

Nozze a parte, Luca Magliozzi deve affrontare e sciogliere un nodo politico non secondario. Deve decidere come chiamare la lista. “Partito Democratico” ha risposto Magliozzi. Ma non c’era il divieto del Pd Regionale ad usare nome e simbolo? Il farmacista di Largo Paone, dopo una lunga esitazione, risponde: “È pronto il ricorso agli organi statutari del Partito. Impugneremo le presunte inadempienze che avremmo compiuto“.

È la conferma, finalmente, che ha ricevuto la Pec con il provvedimento del Partito. Questa si che è una notizia…