Scuola chiusa e papà infortunato: il destino contro mamma (mamma ciociara)

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La scuola si è appena chiusa. Le mamme hanno già pianificato l'estate per i loro cuccioli: piscina, ludoteca, campo estivo. Invece... papà tenta di fare sport e si infortuna. Uno in più da assistere. E salta di nuovo l'appuntamento con l'estetista

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

La scuola è finita e mamma già trema perché, se per i piccoli la ludoteca con i suoi pacchetti che farebbero invidia al Super Telegattone sono una risposta adeguata, per i più grandicelli l’estate diventa un girone infernale. Da riempire con milioni di ore di televisione e strani video su Youtube intervallati da giornate passate in qualche piscina di provincia che si “traveste” da parco acquatico. Ma che con i fratelli maggiori ha in comune solo uno sproporzionato costo del biglietto.

 

Mamma è già super organizzata e papà non deve fare domande, deve solo seguire il piano. Ma papà che è tutto proiettato a quella benedetta partita, quella che “una sera sola vale quanto tutta l’assenza ai mondiali“, decide di regalarsi il biglietto per la serie A. Si sente un leone lui, ma si veste da canarino.

Inutile dirlo, a una settimana dal match papà viene abbattuto da un allenamento troppo duro seguito da spinning, e cede. In realtà gli cede il ginocchio. Arriva la chiamata a mamma che aveva già deciso che quelle due ore libere in quell’afoso pomeriggio di inizio estate sarebbero servite a togliere il respiro a tutti… a causa del disboscamento e deforestazione che l’estetista avrebbe dovuto operare sul suo corpo e viso.

E proprio.quando mamma era stesa sul lettino con musica rilassante, lucette colorate sul soffitto e odore di olio ed essenze… arriva la chiamata di quell’essere con il quale, nonostante nessuno lo avrebbe mai detto, aveva generato quella prole magnifica.

 

Mamma rinuncia, ancora una volta, a sentirsi un po più mamma di Matteo e un po’ meno quell’altra là, quella che puzza di camino. (leggi qui E venne il giorno della maledetta cena di classe) Si riveste e recitando una preghiera in serpentese recupera l’atleta. Destinazione: pronto soccorso.

Dopo circa sette ore tra attesa, raggi, attesa, ortopedico, attesa e inutile diagnosi costellata da continui lamenti e smorfie di dolore acuto di papà, si torna a casa. Dove ad attendere mamma c’è una sottospecie di Suq organizzato dalla prole con sottofondo di musica e cartoni animati.

Le uniche ad essere ordinate sono le centinaia di formiche che in fila attraversano la cucina per salire sulla tavola dove troneggiano bicchieri in cui un tempo c era del succo di frutta e un piattino contente resti di una pesca.

 

Papà è dolorante e si fa accompagnare al letto, si è autopronosticato dieci giorni di grandi sofferenze e morte certa. Mamma si convince: ce la puo fare, ce la fanno tutte. Alletta Papà, disinfesta casa, da un nome alle formiche superstiti e le ammonisce affinché portino un messaggio chiaro alla base: se torniamo so cazzi amari, si passa alle armi tossiche.

La prole viene stressata, sfamata e allettata. La mamma pensa sia tutto sotto controllo ma non sa che quello è solo l’inizio di una luuuuunga nottata, anticamera di una bella estate di merda.

Papà infatti non chiude occhio e non lo fa chiudere alla compagna di letto: ho fame, ho molta sete, devo prendere l’antinfiammatorio, pure la protezione per lo stomaco, mi serve il ghiaccio, ma il sacchetto non si regge sul ginocchio.

Mamma ha già deciso: se superiamo la notte lo abbatto all’alba.

 

 

L’indomani quell’esemplare di papinus paratleticus avrebbe dovuto mantenere il programma tra campus e impegni del “piano figli”. Tutto salta… anche la pazienza di mamma.

La casa diventa un luogo tipo centro sociale okkupato dove padre e figli inquinano locali e atmosfera e la mamma è vista come il potere contro cui combattere. Inoltre decine di “fedeli” arrivano in processione per poter salutare papà che dal suo letto racconta la sua storia dolorosa su quella bici da spinning aggiungendo ogni volta un nuovo.particolare.

Mamma inizia a immaginare come fare a narcotizzarli tutti fino a settembre senza che nessuno se ne accorga. Magari potrebbe partire per le Canarie, oppure dormire per un paio di settimane e ripensarci al risveglio.

 

E mentre sogna ad occhi aperti il telefono trilla… È la mamma di Matteo che sul gruppo Whatsapp della classe chiede notizie di Papà, l’eroe caduto in palestra, e si offre di dare una mano.

Mamma sorride guardando nel vuoto, indecisa se scattare una foto a papà versione mutanda e canottiera con piatto poggiato sulla panza per offrire una immagine da idolatrare, alla mamma di Matteo.

Nel frattempo il citofono… nuove orde di pellegrini con caffè, zucchero e succhi di frutta: dai che papà riparte con il racconto… il signore dei girelli.

Mamma demorde e punta all’obiettivo: manda un messaggio all’estetista, prepara la cera sarò il tuo pavimento. E lascia l’eroe dei due bonghi a narrare le vicende… i figli si sa se la possono cavare, non sono soli, hanno stretto alleanza con le formiche.

Se ne vanno così i primi dieci giorni di vacanza… Settembre è sempre più vicino.

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