Papà si mette a dieta… come ogni settembre (Mamma Ciociara)

Foto: © Can Stock Photo / Geleol

Settembre, tempo di dieta. Anche papà ciociaro si arma di buoni propositi. E distribuisce perle di saggezza durante il giro al supermercato appena rientrati dalle vacanze. Mamma Ciociara sopporta: sa che durerà poco. E questa volta...

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

Con settembre arrivano i buoni propositi… Escono sugli alberi come fichi e proprio come i fichi cadono rovinosamente a terra attirando insetti e rilasciando liquidi lattiginosi e urticanti.

Il fico di papà è la dieta. Lui lo sa, la Mamma lo sa… anche la Nonna Ciociara lo sa… Ma tutti partecipano alla messa in scena del “Per Natale devo perdere almeno 15 chili, quest’anno mi iscrivo in palestra e evitiamo pizza, panini e cenette“.

Così parte la corsa alla spesa a base di frutta e verdura… Con il passare degli anni e la “vecchiaia” che avanza, il quarantenne papà aggiunge nuove tattiche. E iniziano a comparire negli sportelli della cucina tisane a base di erbe e spezie che promettono di drenare liquidi dagli oceani.

E sì perché papà ormai, per osmosi, ha iniziato a convincersi (e a convincere gli altri) che la fascia coprente sugli addominali siano liquidi in eccesso. E se la mamma può vantare una notevole ritenzione idrica dai… glutei alla caviglia, quella di papà si ferma sullo stomaco.

Così si va a fare la spesa insieme e papà fa il serio, prende dagli scaffali bibite a base di aloe, prodotti integrali e senza zucchero: stevia è la parola d’ordine. Quando vede la mamma prendere una bustina di caramelle tuona: “Cara anche i bambini devono cambiare, Mangiano troppe schifezze. Meglio prendere le carote“. Mamma lascia correre… Il suo pensiero è l’unico che va perché le sue palle sono già ancorate a terra.

 

Davanti al banco affettati il boss si fa prendere la fesa di tacchino e passa spavaldo davanti a tronchetti inebrianti di porchetta Made in Ariccia e rami di salame dalla grana doppia e profumata.

Alla cassa la commessa osserva ridendo la scena vista mille volte in altre famiglie e spara ironica: “Si parte con la dieta eh?! È arrivato settembre!“. La mamma alza lo sguardo disperata, di fronte a lei c’è la sua unica vera psichiatra e sulla maglia ha un fiore, quello Conad.

Arrivati a casa i bambini, ancora in mood summer, lanciano le scarpe, abbandonano oggettistica varia e indumenti e chiedono di poter pranzare con il gelato. La mamma mormora un no… Alla seconda richiesta però è già lì con i gelati scartati, sotto lo sguardo ostico di papà. “Stai sbagliando. Vedrai se per Natale non sarò la metà. A pranzo solo una macedonia per me. Hai comprato pure il pane, quello fa malissimo per la ritenzione idrica. Da bere fammi la tisana finocchio e carciofo e non mettere lo zucchero bianco, quello fa malissimo“.

La mamma respira, ce la può fare, di solito questa fase dura poco, fino alla prima giornata utile di campionato che prevede pizza e birra.

Così trascorre mezz’ora a pelare frutta, tagliarla a pezzettini non troppo piccoli ne grossi, spremere il succo del limone eliminando i semi. Prepara la tisana e la lascia intiepidire.

Quando si avvicina al frigorifero però urla al papà da dietro lo sportello: “Ehi abbiamo dimenticato una busta o è in macchina o alla cassa! Pane, affettati e scamorza mancano“.

Non arriva nessuna risposta così si affaccia in soggiorno.

Chino con il capo su una tovaglia stesa solo a metà lui, l’uomo facocero con clava, dalla pagnotta di pane mancano tutti i culetti, dei due etti di salame Milano è rimasto solo il foglio di pellicola trasparente, la mortadella non ha fatto prigionieri e la bottiglia di Coca Cola da un litro è buona solo per leggere i fondi.

 

Papà con le briciole ovunque e la bocca piena spiega: “È colpa tua. Se non le prendi queste cose io non le mangio. A te ho lasciato la fesa di tacchino, so che ti piace! Comunque non ti preoccupare, la Macedonia me la mangio lo stesso che la frutta fa bene, ma lontano dai pasti… sennò mi gonfia“.

Niente da fare, la convivenza con gli ungulati porta alla disperazione. La mamma torna in cucina. E tenta il suicidio con mezzo litro di tisana finocchio e carciofo.